A un secolo (quasi) esatto dalla morta avvenuta il 10 giugno 1924 il delitto Matteotti non cessa di stupire. Una vicenda di cui la maggior parte di noi conserva precisi, ma scarsi, dettagli dai tempi della scuola rivive con tinte molto più nette e quasi da presa diretta nel romanzo di Giancarlo Infante, già inviato Rai a Londra, Intrigo all’Italiana. Un’opera leggera e pregevole che affronta i retroscena dell’intera vicenda.
Scene di un delitto politico affaristico. Ha un ritmo incalzante cinematografico da thriller il racconto del delitto Matteotti e di tutto quello che ne seguì, in Italia e all’estero.
Ne viene fuori tutto il volto del Fascismo fatto di violenza politica e dell’affarismo coltivato all’ombra del potere del Duce e dei suoi accoliti.
Quel sistema aveva bisogno di spiare, manipolare, mettere l’uno contro l’altro gli avversari e ricattare tutti quelli, camerati e complici del delitto, diventati scomodi o che era necessario abbandonare al loro destino.
Ecco perché quelle vicende sono un “intrigo all’italiana” che prende le mosse dal 10 giugno 1924, con il sequestro e l’uccisione del parlamentare dell’opposizione, ma è destinato a continuare per molti anni a seguire tra vicende giudiziarie, omicidi, sequestri, ricatti e spionaggio. Una domanda viene sollecitata: quanto è cambiata l’Italia da quei giorni?
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Buona lettura!