“Il risanamento della natura è fondamentale per il nostro benessere fisico e mentale e può contribuire a combattere i cambiamenti climatici e l’insorgere di malattie. Si inserisce al centro della nostra strategia di crescita, il Green Deal Europeo, e fa parte di un modello di ripresa europea che restituisce al pianeta più di quanto prende” così ha dichiarato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, tra l’altro appena rieletta, ribadendo che l’Unione Europea ha posto in cima alla propria agenda, mediante l’ausilio di politiche orientate, la protezione dell’ambiente e della biodiversità, la salvaguardia della salute umana e la promozione della transizione verso un’economia circolare.
Nel 2019, infatti, la Commissione Europea ha approvato il Green Deal Europeo, un piano che annovera tra i suoi obiettivi principali il raggiungimento, attorno al 2050, di un impatto climatico prossimo allo zero e una crescita economica non connessa all’uso di risorse. È tra i suoi elementi chiave che si inserisce la Strategia Europea sulla Biodiversità, un piano a lungo termine per proteggere e ripristinare l’ambiente naturale e gli ecosistemi che l’Unione europea e i suoi Stati Membri si sono impegnati ad attuare. Nella Strategia si legge che: “l’Unione già dispone di quadri giuridici, strategie e piani d’azione per proteggere la natura e ripristinare habitat e specie ma, nonostante ciò, la protezione è incompleta, il ripristino è stato effettuato su piccola scala e l’attuazione e il rispetto della legislazione sono ancora insufficienti”.
Gli strumenti principali di conservazione della biodiversità sono la Direttiva Uccelli (2009/147/CE) relativa alla conservazione degli uccelli selvatici; la Direttiva Habitat (92/43/CEE) relativa alla conservazione degli habitat e della flora e della fauna selvatiche di interesse comunitario; la Direttiva Acque (2000/60/CE) per la tutela di alcuni degli ambienti maggiormente minacciati; la Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino (MSFD- 2008/56/CE), strumento di governance per la salvaguardia dell’ambiente marino. Insieme alle Direttive la legislazione riguardante settori quali l’inquinamento, le specie esotiche invasive e i cambiamenti climatici contribuisce a conservare la biodiversità, affrontando i fattori che ne determinano la perdita, come ad esempio, il Regolamento (UE) Specie Invasive n. 1143/2014 che assicura una maggiore gestione contro questa grave minaccia.
A livello nazionale costituiscono riferimenti normativi base per la conservazione della biodiversità la Legge Quadro sulle aree protette e una serie di provvedimenti volti alla tutela della fauna e della flora, alla regolamentazione del prelievo venatorio, alla tutela del patrimonio forestale, alla protezione delle specie marine e alla disciplina della pesca marittima.
L’Italia è tra gli Stati Membri con il patrimonio di biodiversità tra i più ricchi in Europa, sia per numero totale di specie animali e vegetali, oltre 70.000 entità tra flora e fauna, sia per gli endemismi. Per garantire un’adeguata tutela ad una tale biodiversità è necessario un notevole impegno ed una grande responsabilità in termini di protezione e conservazione. L’ attuazione di tutte queste norme richiede un approccio multidisciplinare e una collaborazione sinergica tra i decisori politici e le Amministrazioni Centrali dello Stato e delle Regioni, con il supporto del mondo accademico, tecnico-scientifico e la partecipazione della cittadinanza.
In quest’ ottica, il Sistema Nazionale per la Protezione dell’ Ambiente (SNPA), costituito dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) e le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e le Agenzie delle Province autonome per la Protezione dell’Ambiente (APPA), in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), coordina le attività necessarie all’applicazione delle norme, svolgendo attività di ricerca a sostegno delle proprie funzioni, le attività ispettive e di monitoraggio e controllo, assicurando le valutazioni sullo stato di conservazione e sui livelli di minaccia e le rendicontazioni imposte da questi strumenti.
Ma l’impegno, forse più importante, riguarda il compito di informare, divulgando tutti i dati raccolti che si rendono disponibili con numerose pubblicazioni tecniche e scientifiche quali rapporti, manuali e linee guida, articoli su riviste nazionali e internazionali oppure rendendoli agevolmente accessibili mediante l’ausilio di pagine web dedicate, come il sito Carta della Natura, il Network Nazionale della Biodiversità, il sito reporting Direttiva Habitat e il database globale delle specie aliene.
Il ruolo delle Arpa e dell’SNPA è fondamentale non soltanto per il presidio sul territorio, ma soprattutto per l’impegno sul fronte dell’informazione tecnico-scientifica e della comunicazione rivolta al pubblico, allo scopo di incentivare la consapevolezza sulla necessità di salvaguardare la biodiversità e fornire ai decisori politici gli strumenti utili per idonee politiche ambientali.
Per ulteriori approfondimenti alcune risorse sul tema:
https://www.consilium.europa.eu/en/policies/green-deal/
https://environment.ec.europa.eu/strategy/biodiversity-strategy-2030_en
https://www.mase.gov.it/pagina/strategia-nazionale-la-biodiversita-al-2030
https://www.snpambiente.it/dati/biodiversita/