Il14 di Marzo si è celebrata a Pompei, nella cinta demaniale extra moenia degli Scavi, la Giornata nazionale del Paesaggio che è stata istituita per iniziativa della Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura. L’evento rappresenta il risultato della sinergia avviata con l’esperienza della selezione della candidatura italiana al Premio Europeo del Paesaggio, poi conclusasi esattamente un anno fa, il 14 marzo del 2023, con la consegna da parte del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del IV Premio Nazionale del Paesaggio al Progetto realizzato a Torino di intesa con la Comunità Europea, “Orti Generali. La campagna arriva in città”.
E la campagna è arrivata in alcune Città italiane davvero, già da qualche anno, grazie alla “riforestazione urbana” che disegna nuovi paesaggi in ambito cittadino, tipicamente segnato da fortissima antropizzazione. L’obiettivo è comunque quello di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche legate al paesaggio, promuovendo la cultura del paesaggio in tutte le sue forme, multiple, anche attraverso una attività di messa a dimora di alberature di vario tipo sull’intero territorio nazionale.
Se però si prova a sfogliare le pagine dei giornali cartacei di ogni tipo o anche a navigare nei social media, si assiste a una campagna schizofrenica di denunce di abbattimenti di alberi di alto fusto vecchi o anche secolari, seguite poi da campagne di rimboschimento. E’ un caso tipico quello del sito angioino del Quisisana, dove pochi giorni or sono si è inaugurato un bel braccio nuovo del Museo “Libero D’Orsi”. Su quelle balze pedemontane del Faito, i filari borbonici di ippocastani monumentali hanno ceduto il passo alla messa a dimora di giovani piante imberbi che sembrano minuscole nel paesaggio incombente, acclive e montuoso, del massiccio di Monte Faito, che trae il proprio stesso nome dalle sue estese faggete. I frutti evidenti di tali rimboschimenti, comunque benvenuti, li vedremo però non prima di un decennio.
A Pompei invece il Direttore Gabriel Zuchtriegel procedendo a rimboschimenti nell’area extramurale ha voluto la creazione di un percorso green di intenso coinvolgimento, inaugurato nella Giornata nazionale del Paesaggio. Egli, nel breve discorso di inaugurazione ha rivendicato per il Parco di Pompei il primato assoluto della creazione – almeno in Italia – del nuovo percorso verde extra moenia, inclusivo, ospitale e aperto a tutti. ma ha fatto ciò anche in previsione dei possibili problemi che potranno essere indotti dall’aumento esponenziale dei visitatori del Parco Archeologico di Pompei, nelle già affollate area di visita archeologica intra moenia.
Una vecchia mappa in sui si legge la trama della città sepolta
Il corredo verde del percorso è il risultato di studi e impegno di molte competenze, attivate da Zuchtriegel per pervenire a una ricostruzione paesaggistica del Verde antico, distrutto dall’eruzione pliniana e ricostituitosi poi spontaneamente, caratterizzandosi nei secoli successivi come un lembo della circostante campagna vesuviana, come si vede in antiche mappe.
Esso – partendo dall’area dell’Anfiteatro pompeiano – lambisce dapprima le tombe romane del Fondo Pacifico, ubicate lungo la via consolare da Pompei per Nuceria, attraversa poi il Bosco Sacro dell’Anfiteatro e la Passeggiata dei Mandorli, per poi percorrere lungo le mura pompeiane il perimetro esterno dell’Anfiteatro e della città antica fino alla mistica Porta Isiaca osca, detta oggi Porta di Sarno, immettendosi quindi su via dell’Abbondanza. E da qui nel cuore di Pompei antica,
Si tratta insomma di un itinerario alternativo nel verde, inclusivo e accessibile a tutti, anche a chi proviene dalla Pompei moderna, perché esso nasce nel centro urbano moderno e si snoda intorno alla Città Antica fino a penetrarla, avvicinando l’una all’altra e viceversa.
E noi siamo inclini a credere che presto un tale tipo di percorso pomeriale potrà restare aperto anche nelle ore tardo pomeridiane e serali, attraendo turismo stanziale. Con ricadute positive per l’intero comprensorio vesuviano, che Zuchtriegel non dimentica di evocare nei propri interventi da Direttore del Parco Archeologico aperto al territorio, trovando sponda aperta e convinta in queste pagine di Gente e Territorio e anche nel Sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio.
Nelle prossime settimane il percorso – che attraversa un’area verde di oltre 8.500 mq – sarà infatti anche dotato di aree di sosta, di svago e di gioco, pienamente inclusive e, forse, appena possibile sarà arricchito da una sobria e speciale illuminazione serale.
In particolare, Zuchtriegel ha tenuto a sottolineare un profilo particolare dell’iniziativa dicendo così: “Apriamo alla fruizione un polmone verde che è al confine tra la città antica e moderna di Pompei, nell’ottica di quella rigenerazione archeourbanistica che il Parco sta portando avanti e che va verso una integrazione sempre più forte con il territorio. Famiglie, adulti e bambini potranno godere di questi spazi per trascorrere la giornata immersi nella natura, nel paesaggio e nella storia. L’abbonamento My Pompeii card, le domeniche gratuite e le gratuità e riduzioni per i giovani e più piccoli consentono tra l’altro di visitare il sito ogni volta che si vuole.”
Hanno completato la breve e sobria, ma intensa, inaugurazione del percorso fatta da Zuchtriegel altri puntuali interventi di presentazione delle peculiarità di esso da pare dell’architetto Paolo Michetto, seguito da Matteo Tanteri per Arbolia e Carlo Grieco per Sa-gest, che hanno contribuito al rimboschimento dei siti del Parco archeologico di Pompei e alla valorizzazione della biodiversità, insieme con la Cooperativa Il Tulipano diretta da Giovanni Minucci.
Ha concluso la presentazione la Preside Mena Zamboli del Liceo Pascal di Pompei, la quale con lucida analisi ha voluto ricordare ai presenti che la Scuola non è solo il luogo fisico dell’insegnamento, ma ogni luogo in cui si produce cultura, quindi anche il percorso extra moenia appena inaugurato.
Concludiamo quest’articolo aggiungendo che il “Verde” del percorso è stato creato con la messa a dimora di circa quattrocento piante tra lecci, platani, tamerici, olmi, querce, mandorli, collocati – insieme ad arbusti di vario tipo – seguendo la sola regola della suggestione che il luogo ha suggerito ai “piantatori”, previo il lancio a spaglio di sassolini bianchi e neri.
Sono essi, forse, i moderni demiurghi dello spirito “Verde” della ricostruzione del paesaggio antico?