Apione chi era costui? Se noi, poveri don Abbondio, ci tormentiamo non sapendo rispondere a questo quesito, Maria Caputi conosce bene il personaggio. E’ lei l’autrice di Il viaggio di Apione, Una missione per l’Impero Romano (ed. Homo Scrivens), leggendo il quale potrete soddisfare tutte le vostre curiosità. Egiziano, vissuto al tempo dell’imperatore Adriano, II sec. d.C. proveniente dall’oasi del Fayyum, Apione decide di arruolarsi come marinaio e, dopo un viaggio avventuroso, giunge a Miseno dove è di stanza la flotta romana. Affascinato dalle bellezze del luogo, Apione vi resterà per la vita, trovandovi anche l’amore. La storia di questo soldato si ricava da due papiri riemersi dalla sabbia del Fayyum ed attualmente conservati a Berlino. Forse la sua storia sarebbe rimasta ignota ai più se l’architetto Caputi non si fosse innamorata di Apione. Anzi, per meglio dire, della possibilità di coniugare una vicenda privata, una microstoria, con la conoscenza dei Campi Flegrei e le vicende dell’Impero.
Proprio in questa sintesi di letterarietà, bellezza del panorama, fascino storico dei luoghi che consiste la straordinarietà del percorso minicrocieristico che si è svolto l’8 giugno al tramonto, sull’imbarcazione di La terra dei miti, impresa culturale volta a promuovere il valore storico e ambientale dei Campi Flegrei. Accompagnati dal racconto dell’incontro di Maria Caputi con le due lettere di Apione, dalla lettura di alcuni passi del libro, dalla visione di un elaborato multimediale che illustrava la vicenda, gli ospiti sono stati portati magicamente in un altro tempo ed in un’altra realtà, certo non più facile della nostra ma certamente più rispettosa di quel litorale flegreo, amato ed ambito dagli imperatori e dai nobili che lì vi costruivano le loro ville di delizia.
Eppure, nonostante l’evidente scempio edilizio che ha deturpato la zona, il fascino del passato, la presenza tangibile, attraverso i reperti, della storia multistratificata, lasciano sorpresi e commossi i visitatori, che entrano nel porto di Miseno con la stessa curiosità e meraviglia del giovane marinaio egiziano. In questo percorso a ritroso nel tempo molto ha contato la passione dell’autrice che ancora si commuove e si entusiasma, ripercorrendo i modi e i tempi della sua scoperta e del suo studio che l’hanno messa in contatto con studiosi come il dott. Marius, curatore della collezione papiri del Museo egizio di Berlino o la prof.ssa Davoli, associato di Egittologia presso il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento.
Molto meritevole è anche l’impegno nei confronti degli studenti. Il percorso che noi, adulti, abbiamo compiuto, è offerto anche alle scuole. Sappiamo quanto bisogno di storia abbiano le giovani generazioni, specialmente per chi abita in aree a vocazione turistica e non solo. Conoscere il territorio significa anche saper affrontare le emergenze del territorio con una consapevolezza e una lucidità ben diverse. Del resto anche la forma letteraria scelta dall’autrice va incontro a questa esigenza didattica. Il romanzo di formazione di Apione si focalizza sullo sviluppo psicologico e morale del giovane egiziano, arrivato sprovveduto nei Campi flegrei ma che, nel suo percorso di autoconsapevolezza impara ad adattarsi ad un mondo apparentemente estraneo. Cercando la propria identità. Apione fa, in età adrianea, quello che tutti i ragazzi, in ogni epoca, hanno dovuto affrontare mostrando, in particolare alle ultimissime generazioni, come sia necessario crescere mantenendo i valori dell’affetto per la famiglia pur distaccandosi definitivamente da essa. Le due lettere ce lo dimostrano. Un altro insegnamento importante per gli studenti di oggi è il rispetto della storia. L’autrice nella parte finale, significativamente intitolata La stanza dello scrittore, ci spiega cosa è vero e cosa no della vicenda, aggiunge foto del documento originale e del luogo in cui fu trovato, una dettagliata bibliografia, un glossario ed un elenco di personaggi storici: solo la precisa conoscenza della storia può consentire ad un romanziere di inventare, dando voce e sentimenti ai personaggi che si muovono sullo sfondo di realtà così remote.
Una bella esperienza, dunque, arricchita dalle spiegazioni della sub Andrea che ha completato il percorso con notizie riguardanti l’archeologia subacquea, tanto importante nell’area, dato lo sprofondamento dei siti. Apione: Fa’ buon viaggio, amico mio. Che gli dei siano con te. Li pregherò affinché il mare possa condurti in porto sano e salvo.