Sintesi dell’intervento del prof. Alessandro Bianchi, Direttore della Scuola “La FeniceUrbana” al convegno tenutosi lo scorso 10 maggio a Zagarolo.
La rigenerazione urbana nella pratica urbanistica
Una pratica urbanistica non definita.
- Malgrado la grande diffusione, ancora oggi la “Rigenerazione urbana” è un campo indefinito dentro il quale viene compreso di tutto: riuso edilizio, contenimento dell’uso del suolo, sostenibilità ecologica, tutela dei centri storici, housing sociale, conversione energetica, decoro urbano, e altro ancora.
- Questo fatto ingenera grande confusione e impedisce alla Rigenerazione urbana di dispiegare tutto il suo potenziale nella pratica urbanistica.
Occorre una definizione univoca.
- La “Rigenerazione urbana” è un processo finalizzato a conferire ad un oggetto urbano un genere diverso da quello originario che è stato dismesso.
- Genere è l’insieme dei caratteri peculiari e distintivi che definiscono un oggetto urbano
- Oggetto urbano: uno dei manufatti, spazi e ambienti abbandonati nel territorio, che nel complesso costituiscono un patrimonio di dimensione enorme.
Un patrimonio edilizio abbandonato.
- Aree industriali: 9.000 Kmq -130.000 Opifici
- Edifici e complessi edilizi: 750.000
- Chiese e complessi religiosi: 20.000
- Impianti sportivi: 25.000
- Siti e immobili militari: 1.800
- Ferrovie: 1.600 Km di reti; 1.700 stazioni
- Miniere: 3.000
- Cave: 14.000
Casi esemplari
- Fabbrica Pirelli a Milano
- Quartiere Vauban a Freiburg
- Miniera Serbariu a Carbonia
- Centrale Montemartini a Roma
Ferite aperte
- Italsider di Bagnoli a Napoli
- Liquichimica a Saline Joniche-RC
- Caserma Guido Reni a Roma
- Colonia Novarese a Rimini
Da Fabbrica a Università
Fabbrica Pirelli: 1908-1985 Università Bicocca: 1985-2008
Da Miniera a Museo del carbone
Miniera Serbariu: 1937-1964 Museo del carbone: 1991-2006
Da Centrale a Museo archeologico
La Centrale: 1912-1963 Il Museo: 1997-2005
Italsider di Bagnoli-Napoli (1905 – 1990)
Liquichimica di Saline Joniche (1974 – 1974)
Elettrochimica di Papigno-Terni (1901-1973)
La caserma Guido Reni-Roma (1906-2013)
La Colonia Novarese-Rimini (1930-1970)
I Borghi, questi sconosciuti
- La nozione di Borgo è quanto mai indefinita, così come quella di Centri storici minori
- La Legge 158/2017 finanzia genericamente i “Piccoli Comuni”, intendendo quelli con meno di 5000 abitanti (circa il 70% del totale)
- Il Touring Club ha in corso fin dal 1998 l’iniziativa “Bandiera Arancione” con cui classifica 285 Borghi
- Su impulso dell’ANCI nel 2001 si è costituita l’Associazione dei “Borghi più belli d’Italia” da salvaguardare (307 per 1.3 milioni di abitanti)
I Borghi abbandonati
- L’ISTAT stima che i centri abbandonati siano circa 1.000, che diventano 6000 se si contano i piccoli nuclei
- Il “Piano Borghi” di cui qui parliamo fa riferimento a quelli che sono stati colpiti da eventi sismici o idrogeologici estremi
- Non se ne conosce il numero esatto, ma probabilmente è dell’ordine di centinaia, di varie tipologie
Craco in Basilicata (Frana-1963)
Roghudi in Calabria (Alluvione-1971)
Castelsantangelo sul Nera-Marche (Sisma-2016)
Apice Vecchia -Campania (Sisma-1962/1980)
Stazzano Vecchia – Lazio (Sisma-1901)
Come rigenerare i Borghi?
- Esiste l’aspetto della riabilitazione che si realizza tramite interventi di consolidamento, adeguamento sismico, ristrutturazione, restauro e similari
- Esiste un secondo aspetto, molto più difficile da affrontare, quello del genere-fisionomia-funzionalità che il Borgo deve assumere una volta riabilitato
Dal turismo al reinsediamento
- I casi considerati di successo sono tutti legati alla trasformazione del Borgo in attrattore turistico (tradizionale o delle radici)
- Ma vi è tutto un filone di studi e di proposte che mirano al ripopolamento dei Borghi tramite la creazione di condizioni di accessibilità-dotazione di servizi-occasioni di lavoro
Il “Bando Borghi” del PNRR
- E’ un bando che entro il 2026 finanzia con 1 miliardo di euro progetti in 250 comuni con al massimo cinquemila abitanti senza distinzione di condizioni, quindi comprensivi dei Borghi abbandonati.
- Sono previsti interventi di rigenerazione culturale, sociale ed economica che vanno sostanzialmente nella linea della ricostruzione materiale finalizzata alla riabilitazione del Borgo interessato.
L’esperienza francese
- Diversa la politica praticata in Francia per le “Città-Borgo” (meno di 10.000 ab.) finanziando con 1.0 miliardo i “contratti di ruralità” finalizzati a renderli nuovamente attrattivi per la residenza.
- Finanziano: Mobilità, Scuole, Cinema, Wi-Fi, Servizi sanitari, Case dei servizi pubblici, Pompe di benzina, Prodotti locali, Esercizi commerciali, oltre a prestiti a tasso zero per la ristrutturazione della prima casa.