La ragion d’essere dell’Arpac, l’Agenzia regionale per l’ambiente della Campania, risiede sostanzialmente nella sua funzione di controllo ambientale del territorio. Per controllare bisogna sapere, è necessario cioè acquisire i dati ed elaborarli. Stiamo parlando quindi di laboratori di analisi. L’Arpac ne ha diversi, tra questi quello di Agnano che è considerato un’eccellenza a livello nazionale. Siamo allora andati a visitarlo per darvene conto. Ci ha ricevuti il direttore Salvatore Di Rosa.
Direttore, di cosa si occupa il suo laboratorio?
Essenzialmente di analisi di siti contaminati, in particolare della matrice suolo, per la caratterizzazione dei rifiuti ai fini della loro classificazione, smaltimento ed eventuale recupero.
Quindi il problema Terra dei Fuochi è vostro?
Certo. Tutte le relative analisi, sia sui suoli che sulle acque, vengono svolte in questo laboratorio che rappresenta una struttura unica in tutta Italia. Noi facciamo la mappatura e la caratterizzazione ambientale e poi la direzione tecnica esegue una rielaborazione sia cartografica che dei dati prodotti qui. Meno dell’1% dei terreni agricoli analizzati sono risultati contaminati e sono localizzati in zone ben specifiche, in un certo qual modo già note, come la zona di Calabricito di Acerra. Io ho anche collaborato, quale referente scientifico dell’Arpac, al progetto Ecoremed per il risanamento di alcuni suoli agricoli. Un progetto di bonifica attraverso nuove piantumazioni che fa parte dei primi 10 progetti ambientali europei ed è stato premiato come il migliore in assoluto.
Seguite anche la bonifica di Bagnoli?
Si. Abbiamo già eseguito i controlli delle caratterizzazioni e quando sarà il momento eseguiremo quelli per la bonifica.
E i dragaggi nei porti di Napoli e Salerno?
Dei dragaggi in senso stretto si occupa l’Unità Operativa Mare. Noi ci occupiamo della caratterizzazione dei fondali. Il materiale analizzato a Napoli non ha le caratteristiche per essere riutilizzato e deve obbligatoriamente andare in cassa di colmata. A Salerno invece i fondali sono molto più puliti e i sedimenti possono tranquillamente essere riutilizzati.
Perché il laboratorio di Agnano è un’eccellenza?
Perché è una struttura unica nel suo genere. Utilizza metodiche accreditate a livello nazionale ed internazionale e si avvale di una strumentazione di altissima tecnologia, inserita in un contesto disegnato ex novo per soddisfare le esigenze. Qui un campione viene analizzato dalla A alla Z secondo tutti i parametri previsti dalla normativa, fatta eccezione per l’amianto che viene portato al laboratorio regionale di Salerno. In tal modo si ha una risposta uniforme in tutta la regione. Siamo organizzati come una catena di montaggio: tutti i campioni vengono aperti, essiccati, preparati e setacciati e poi le varie aliquote vengono simultaneamente analizzate. Tutte le altre Arpa hanno invece laboratori specialistici tra i quali viene suddiviso il campione.
Quanti addetti avete?
18 chimici e biologi. 9 addetti all’accettazione, conservazione e smaltimento dei campioni. 9 alle unità operative di ingegneria ambientale e analisi di rischio. 5 dirigenti. 4 operatori tecnici dell’Arpac Multiservizi.
E sono sufficienti?
Riusciamo a smaltire le richieste correnti, anche perché il processo è in buona parte automatizzato. Però avremmo bisogno di giovani laureati da formare, l’università non basta, per sviluppare un’attività ulteriore necessaria per una più precisa conoscenza del territorio. Ovviamente occorrerebbero ben altre risorse economiche rispetto a quelle di cui attualmente dispone l’Agenzia.
Concretamente, qual è il ritorno per il cittadino che paga le tasse?
Una struttura pubblica che lavora per la tutela della loro salute. L’Agenzia fornisce dati attendibili che consentono a chi di dovere di assumere le conseguenti decisioni e tiene informata la cittadinanza sullo stato dell’ambiente: se il terreno è inquinato, se l’acqua si può bere, se il bagno a mare si può fare e molto altro ancora. Non siamo burocrazia. Siamo un presidio ambientale del territorio.