fbpx
Home Letture “Il giovane Enrico”, intervista a Tonino Scala

“Il giovane Enrico”, intervista a Tonino Scala

Le presentazioni di Roma e Salerno

by Anna Di Vito
0 comments

Martedì 21 gennaio e lunedì 3 febbraio due date importanti, durante le quali a Roma e a Salerno sarà presentata l’ultima fatica di Tonino Scala e di Andrea De Simone.

Il 21 gennaio a Roma dalle 13 alle 14 alla Sala Stampa della Camera dei Deputati.

Il 3 febbraio a Salerno alla Libreria Feltrinelli dalle 18 in poi.

 

 

Dalla postfazione di Gianfranco Nappi all’opera si evince che è nell’Italia del dopoguerra, tra la miseria e l’ideologia del fascismo ancora viva, che il giovane Enrico Berlinguer compie le sue scelte di militanza politica col PCI ed affianco alle classi subalterne.

Tonino Scala e Andrea De Simone ci raccontano il 1944 a Sassari con l’adesione al PCI e i Moti del Pane che lo videro incarcerato.

Poi a Salerno l’incontro con Palmiro Togliatti da cui derivarono la militanza con la Figc.

Tonino Scala, giornalista, scrittore, Coordinatore Campania AVS, è uno degli autori.

Quanto è stato complessa la ricostruzione storica dei fatti in una realtà che ha obliato alcune dinamiche scomode della povertà post-fascista e del dopoguerra?

La ricostruzione storica è stata complessa, soprattutto perché molte dinamiche della povertà e delle tensioni sociali del dopoguerra sono state volutamente dimenticate o minimizzate. Come autori, abbiamo lavorato con fonti frammentarie e narrazioni incomplete, analizzando documenti, testimonianze e archivi storici. Questo ci ha permesso di riportare alla luce episodi fondamentali, come la scelta di Enrico Berlinguer, proveniente da una famiglia benestante, di abbandonare un percorso sicuro per dedicarsi alla politica rivoluzionaria, ispirata da ideali collettivi. La complessità della ricostruzione, pur rappresentando una sfida, è diventata uno dei punti di forza del nostro lavoro, che affronta temi delicati con rigore e sensibilità.

È un lavoro che potrà impattare positivamente nella narrazione storica reale che restituisca dignità anche cinematograficamente a certe vicende che non sono state enfatizzate col dovuto indugio e approfondimento?

Sì, assolutamente. Questo lavoro ha il potenziale per restituire dignità a figure e vicende che sono state trascurate o marginalizzate. Raccontare episodi come i Moti del Pane o l’incontro di Berlinguer con Togliatti, che segnò l’inizio di una vita dedicata alla politica, offre un punto di vista unico e profondo. L’immagine di un giovane Berlinguer, figlio di una famiglia agiata, che sceglie di abbracciare un percorso rivoluzionario fatto di sacrifici e incertezze, è straordinariamente potente e potrebbe ispirare non solo i lettori, ma anche registi e sceneggiatori. La narrazione ha tutte le caratteristiche per diventare un’opera cinematografica in grado di colmare lacune nella memoria collettiva e restituire autenticità alla storia italiana.

Come pensa potrà avere rilevanza nel mondo giovanile contemporaneo, afflitto da altre problematiche che spesso portano a comportamenti violenti, distorti, autolesionisti e, soprattutto, quanto può essere illuminante la ricostruzione storica di quegli anni nell’attualità giovanile scomposta dal bisogno di apparire che contrasta con la fatica estenuante di affermarsi professionalmente o semplicemente di trovare un posto al sole a livello occupazionale?

La storia di Enrico Berlinguer, che rinunciò a una vita comoda per inseguire un sogno collettivo, rappresenta un modello importante per i giovani di oggi. In un mondo dominato dal bisogno di apparire e dalle difficoltà di affermarsi, il suo esempio dimostra che la passione, la coerenza e il sacrificio per un ideale possono dare senso alla vita.

Il racconto di quegli anni, segnati da miseria e ingiustizie, mostra come sia possibile costruire un futuro migliore attraverso l’impegno collettivo e la solidarietà, anche in condizioni difficili. Questo messaggio può offrire una prospettiva nuova ai giovani, spesso disorientati da problemi come la precarietà, il disagio psicologico e la competizione esasperata.

Comprendere il coraggio e le scelte di chi, come Berlinguer, ha lottato per i propri ideali può aiutare i giovani a trovare motivazione e speranza. È un invito a guardare oltre le difficoltà personali, riscoprendo il valore del lavoro condiviso e dell’impegno sociale per un obiettivo comune.

Il volume Il Giovane Enrico scritto a 4 mani da Tonino Scala e Andrea De Simone è un’ opera editata dalla Rivista Infiniti Mondi.

 

 

Anna Di Vito. Free lance, conosciuta con lo pseudonimo di Ripley Free Giornalista, studi classici, comunicazione e cronaca di Inchiesta, scrittrice, addetta alla Comunicazione, esperta in giornalismo Investigativo. Autrice di opere di cronaca romanzata noir e thriller. Organizzatrice di eventi culturali. Attenta alle questioni sociali, alle minoranze, ai dimenticati delle istituzioni.

Leave a Comment