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Il Forum degli allevatori bufalini rilancia la lotta

by Pietro Spirito
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Nella sede della NCO, Nuova Cucina Organizzata, a Casal di Principe, si è tenuto, il 30 giugno ed il 1° luglio, il Forum sugli “Stati generali in difesa del patrimonio bufalino e del territorio”. L’incontro si è svolto nello stesso luogo che ha ospitato, un mese fa, la visita del Presidente della Repubblica, in una sede simbolica perché confiscata alla camorra.

Il movimento degli allevatori, con questa iniziativa, ha posto le premesse per non limitarsi alla rivendicazione di una lotta sindacale, che comunque continua, ma per concentrarsi anche, da ora in avanti, sulla costruzione di un piano partecipato per la salvaguardia del settore e di un programma per lo sviluppo del territorio.

Ormai, il fallimento del piano di eradicazione della brucellosi bufalina è evidente in modo palmare. Lo dimostra l’evidenza dei numeri, la persistenza di una emergenza sanitaria che protrae da più di un decennio, la drammatica distanza tra obiettivi del piano e risultati.

La mancata rendicontazione sulle conseguenze delle scelte che sono state determinate dal piano sanitario regionale, o anche un domani nazionale, costituisce una delle criticità che conducono il movimento degli agricoltori a richiedere un intervento legislativo che introduca l’obbligo della misurazione dei risultati rispetto alle ipotesi di progressiva riduzione della epidemia.

 

 

E’ per questa ragione che cresce il consenso verso l’ipotesi del commissariamento nazionale, ormai richiesto dall’intero arco delle forze politiche presenti in Parlamento, con una sintonia che vale la pena di sottolineare perché poco comune rispetto ad una battaglia istituzionale che nel nostro Paese si svolge troppo spesso per contrapposizioni ideologiche, più che per soluzione delle questioni che interessano i cittadini.

C’è certamente da continuare una battaglia che vedrà innanzitutto la raccolta delle firme alla petizione indirizzata alle istituzioni comunitarie: dal 3 luglio sarà avviata la campagna per dare gambe alle richieste che il movimento degli allevatori ha indirizzato anche agli organismi della Unione Europea.

Ma, contemporaneamente, occorre dare le gambe agli altri due grandi temi strategici, che riguardano da un lato la costruzione di un piano partecipato per affrontare l’emergenza sanitaria e dall’altro il percorso per un rilancio ed uno sviluppo dell’economia territoriale secondo un disegno di filiera complessiva che coinvolga tutti gli attori, individuando un sentiero di programmazione integrata di medio e lungo termine.

La mozzarella di bufala Dop genera un fatturato di circa 550 milioni di euro all’anno, ma lo leggiamo solo attraverso i dati del prodotto finale di un processo che coinvolge un insieme di operatori economici, dagli allevatori ai trasportatori ed alla logistica, dai trasformatori alla catena della distribuzione finale.

La riorganizzazione economica della filiera nel suo insieme, e la conoscenza degli elementi economici che ne sono alla base per progettare uno sviluppo duraturo e sostenibile, costituiscono uno degli elementi strategici per il rilancio del territorio meridionale.

Il Forum intende diventare, anche per questa ragione, uno strumento permanente per costruire questi due obiettivi, mentre la lotta per superare i disastrosi assetti del piano sanitario regionale deve continuare sino al raggiungimento del risultato di ottenere un diverso assetto dei poteri e delle responsabilità. Questi sono i traguardi che ha tracciato Gianni Fabbris, leader del movimento degli allevatori al termine della prima giornata dei lavori.

Esiste però – dentro questa vertenza – anche un più generale problema di democrazia. Gli spazi per la discussione e per la legittima protesta si sono progressivamente assottigliati sino a giungere a due paradossali fatti. Da un lato sono stati emessi 16 avvisi di garanzia per un blocco stradale che aveva visto, contrariamente a quanto normalmente accade, una partecipazione popolare dei cittadini potenzialmente danneggiati.

 

 

Dall’altro lato, una grande organizzazione agricola nazionale, Confagricoltura, ha commissariato la sezione di Caserta solo perché erano state espresse opinioni contrarie all’operato della Regione Campania, con il paradosso di non commissariare chi sta generando un problema, ma solo chi lo rileva, criticandolo, con un modus operandi paragonabile allo stile di un regime del socialismo reale.

Nella tavola rotonda conclusiva della due giorni la parola è passata ai rappresentanti parlamentari delle principali forze politiche. Sono intervenuti la Senatrice Susanna Camusso, del Partito Democratico, l’Onorevole Marco Cerreto, di Fratelli d’Italia, ed il Senatore Luigi Nave, del Movimento 5 Stelle.

La sintonia sull’analisi e sulle conseguenze necessarie è stata piena. Nessuno considera il commissariamento nazionale la migliore delle scelte possibile, ma ormai si tratta di una conclusione necessaria, considerato l’atteggiamento di ostracismo della Regione Campania, e la pervicace assenza ai tavoli della discussione e del confronto.

Certo, si tratta di un passaggio inevitabile, ma non conclusivo. Dovranno essere poste in campo azioni strutturali per il rilancio del territorio casertano, campano, e meridionale. Lo ha sottolineato il Sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, che ha preso l’impegno di indirizzare un appello al Presidente della Repubblica per sostenere un percorso di sviluppo della filiera bufalina, in quanto costituisce una delle leve attivabili per proseguire su un sentiero di legalità e di crescita economico-sociale.