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Il Fiume Sarno e le eruzioni del Somma-Vesuvio

by Federico L.I. Federico
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Nel precedente articolo abbiamo tracciato per sommi capi la Storia del fiume Sarno e la sua funzione millenaria di frontiera di acqua e di culture nel territorio attraversato dal suo corso, che fu sconvolto in varie epoche dalle eruzioni del Somma-Vesuvio. Anche da quelle più “vicine” a noi, perché non verificatesi in lontane epoche preistoriche, ma piuttosto sulle soglie del formarsi della Storia della Campania. Citiamo infatti la eruzione detta delle pomici di Avellino. Essa fu un’eruzione di straordinaria potenza generatasi dal Monte Somma, quindi dal sistema vulcanico arcaico del Somma/Vesuvio, “appena” nel Secondo Millennio a.C.

Questa eruzione fu più potente di quella del 79 d.C., famosa come eruzione pliniana, perché vi trovò la morte per asfissia Plinio il Vecchio, approdato sul litorale tra Pompei e Stabia. La storia, infatti, ci narra che Plinio il Vecchio, comandante in capo della flotta romana, era salpato con un battello da capo Miseno per portare in salvo l’amico Pomponiano durante lo svolgersi dell’eruzione, in quel giorno apocalittico descritto con vivida testimonianza di cronista dal nipote Plinio il Giovane. Proprio in questi giorni però il giovane Plinio, reporter e testimone dell’evento eruttivo, è messo sul banco degli imputati per il fatto che le ultimissime, più recenti e oggettive ricerche – svolte contemporaneamente tra più Università e Istituti di Ricerca scientifica in Italia e negli Stati Uniti – hanno stabilito nel giorno 25 di Ottobre dell’anno 79 d.C. la data dell’eruzione pliniana. Diversamente da quanto asserito da Plinio il Giovane, che la colloca nel giorno 24 di Agosto, cioè circa due mesi prima.

A questo punto, per completezza di cronaca, vale la pena di ricordare anche l’episodio della “scritta a carboncino”. Esso risale a circa due anni fa. Fu l’allora Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Osanna, a sostenere che la data era collocabile in ottobre, ma intorno al giorno 17, cioè circa una settimana prima di quella oggi acclarata, quindi. Egli annunciava la propria scoperta rifacendosi alla scritta rinvenuta su una parete durante uno scavo nell’area dell’antica Pompei. La “scoperta” – sostenuta da una labile scritta a carboncino – suscitò un vespaio di polemiche, che si stavano appena placando, dopo essere state rinfocolate dall’uscita del libro: “Pompei. La Catastrofe (2014-2020 d.C.)” di Elga Di Giuseppe, qualche mese fa. La studiosa argomenta le proprie osservazioni proponendo anche tesi interessanti sullo spostamento delle stagioni – anche quelle climatiche e meteorologiche, in antico, rispetto a oggi – con riferimento alla frutta secca rinvenuta nelle case Pompeiane durante gli Scavi.

Chi scrive preferisce fermarsi qui, anche perché annichilito da tanto sapere impiegato per la datazione della eruzione, sia pure le più famosa della Storia. Da oggi sarà dunque sepolta l’ascia di guerra tra le diverse scuole di pensiero circa Agosto oppure Ottobre del 79 d.C.? Esse si alimentano niente popò di meno che dal sec. XIII dell’Era Moderna. E’ permesso dubitare, nonostante la oggettiva e da noi ovviamente riconosciuta autorevolezza dei nuovi “scopritori” della data della eruzione pliniana del 79 d.C., i quali si sono avvalsi di raffinate tecnologie di ultima generazione. Chi vivrà vedrà. E’ il caso di dire proprio così.

Ma, ritornando alla eruzione delle Pomici di Avellino, si deve annotare che in quella occasione il fiume Sarno fu costretto a riversarsi – con tutte le acque delle sue numerose sorgenti poste ai piedi dei monti della città di Sarno – completamente nella Valle che poi fu chiamata appunto Valle del Sarno. Ciò avvenne, perché la enorme ricaduta del materiale vulcanico eruttato – composto soprattutto di ceneri e pomici, che arrivarono significativamente fino ad Avellino – formò un rilevato tra il versante nord-Orientale del Vesuvio e i monti di Sarno, che costrinse le acque del fiume Sarno ad avviarsi esclusivamente verso il mare di Pompei e Stabiae, a formare la “dulcis Pompeja palus”.

Il fatto però cambiò la storia e la geografia del Sarno e della sua Valle. Ma un paio di millenni dopo, nel 79 d.C. inesorabile il Vesuvio si svegliò di nuovo con la eruzione pliniana.

E il Sarno fu … tra le vittime, sia pure tra quelle sopravvissute. Ma stravolte, come vedremo in seguito.