Home In Italia e nel mondo Il “domestic terrorism” e la mistificazione del Cristo. La Convention CPAC

Il “domestic terrorism” e la mistificazione del Cristo. La Convention CPAC

 Fight, fight, fight!

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Benvenuti alla fine della democrazia. Siamo qui per rovesciarla definitivamente. Non ce l’abbiamo fatta il 6 gennaio, ma metteremo ogni sforzo per liberarcene e rimpiazzarla con questo – declamò mostrando una catenina con un piccolo crocefisso – perché la gloria non è per il governo ma va tutta a Dio”.

Maryland, 21 febbraio 2024, messaggio inaugurale di Jack Posobiec al CPAC. Chi sia costui non molti lo sanno, ma ci ritorneremo. Invece, immaginiamo che la sigla CPAC sia più familiare, se non altro perché se ne è parlato sui media la settimana scorsa: è l’acronimo di Conferenza dell’Azione Politica Conservatrice. Un congresso politico come un altro e per giunta americano, direte voi, uno di quelli come ce ne sono tanti in giro per il globo. Vero. Tuttavia, soprattutto in questo 2025 che si annuncia come un anno spartiacque per la geopolitica, tale conferenza ci riguarda direttamente.

Nata nel 1974 come una “convention” qualunque, dal 2017 con l’avvento di Donald Trump il CPAC ha cominciato a cambiar pelle, spostandosi su posizioni via via più estremiste fino a trasformarsi, dopo la vittoria di Biden nel 2021, in una vera e propria “macchina da guerra”. A partire dal fatidico 6 gennaio, il CPAC è divenuto il tempio dell’estremismo di destra nel quale hanno trovato rifugio e megafono teorie complottiste, come quella delle “elezioni rubate”, idee negazioniste e attivisti no-vax, il suprematismo bianco, le crescenti spinte antimmigrazione e solidi teoremi contro qualsiasi principio liberal-progressista, sia esso l’aborto, la politica dell’inclusione e diversità delle minoranze, le comunità LGBTQ+ e via dicendo.

Così, nel 2022 il CPAC si svolse sotto l’egida di un motto assai esplicito, come si vede nella foto qui sopra: “Siamo tutti terroristi domestici”.

Biden forse chiuse gli occhi, chi lo sa, e i media lasciarono passare il funesto monito senza alzare la loro bandierina rossa. La cosa è ancor più stupefacente se si considera che negli ultimi anni a questa conferenza – che nel frattempo da nazionale era diventata intercontinentale, con ritorni mediatici mondiali – hanno partecipato e parlato politici come Orban (Ungheria), Farage e Liz Truss (Gran Bretagna), Milei (Argentina), Bukele Ortez (Salvador), Abascal (Vox Spagna), Giorgia Meloni (Italia) e perfino un vescovo destituito da Papa Francesco: Joseph Strickland, noto per le sue posizioni cattolico-integraliste, che lo hanno spinto a definire Francesco “portatore di innovazioni antievangeliche in materia di matrimonio, eucaristia e sessualità.”  

L’apoteosi arriva nel 2024. Jack Posobiec – blogger e pseudogiornalista TV, attivista politico, diffusore di teorie cospirazioniste (come quella secondo cui i democratici erano coinvolti in traffici di pedofilia, oppure che esiste una trama volta al genocidio dei bianchi), antisemita e suprematista dichiarato – accolse il pubblico con la frase illustrata in apertura di questo articolo. Dunque, un’esplicita ammissione sul tentato golpe del 6 gennaio 2021 e un annuncio inequivocabile sull’intento rivoluzionario-reazionario. Nonostante qualche articolo qui e là negli USA e in Inghilterra, nonostante la presenza di tutti i personaggi che oggi nell’amministrazione Trump sono a capo di CIA, FBI, Sicurezza Nazionale, Esteri, Difesa e quella più lugubre di ideologi dichiaratamente sovversivi come Bannon, nonché di gruppi neonazi accreditati con tanto di badge, il tutto passò nuovamente sotto il radar. Pochi ne parlarono ma, soprattutto, nessuno portò il fischietto alle labbra: neppure il Procuratore Jack Smith.

CPAC 2025 – 20 febbraio scorso: sempre al Gaylor Convention Center nel Maryland, Jack Posobiec dà fiato al suo linguaggio incendiario. Tralasciando retorica e invettive contro il “deep state” e il sistema giudiziario, o le esplicite minacce di perseguire anche membri del Congresso di Washington nel quale, secondo lui, si annidano spie del nemico straniero, Posobiec lancia tre messaggi. Il primo è un noto ritornello trumpiano: gli USA sono un paese costruito da americani per gli americani e quindi “immigrati preparate i bagagli, you are going home!”, convenientemente dimenticando che gli USA sono esclusivamente fatti d’immigrazione; che egli stesso è un immigrato polacco di seconda generazione, così come lo sono Melania Trump ed Elon Musk, il sommo giustiziere sud-africano. Il secondo messaggio è quello pericolosissimo per cui “un uomo che salva il proprio Paese non viola alcuna legge”, cavallo di battaglia di Trump per mettersi al di sopra delle leggi, confortato dall’immunità a lui riconosciuta dalla Corte Suprema il primo luglio del 2024 (ancorché tale definizione di “immunità” va decorticata in quanto non assoluta come Trump vuol far intendere).

Il terzo messaggio è messianico: “Donald J. Trump è un miracolo. Quando gli spararono a Butler, Pennsylvania, lui alzò il pugno al cielo ma prima di far ciò aveva le mani giunte perché Dio in quel momento gli aveva parlato, infondendo in lui la missione di salvare l’America. Noi tutti – continua Posobiec – dobbiamo indossare le armature contro il male, per combattere per la Patria, Dio e per Gesù nostro Re. Fight, fight, fight! (combattere, combattere, combattere)”. Concetto reiterato qualche ora dopo da Steve Bannon: “Trump è un regalo della Divina Provvidenza”.

1/continua

2 comments

Brown 28 Febbraio 2025 - 22:11

E la sceneggiata di oggi? Mamma mia in che brutto mondo viviamo….

Mario Della Monica 1 Marzo 2025 - 18:03

Ho letto l’art su CPAC DI GIGI Gravagnuolo. Sono rimasto sconcertato. C’è ne sarebbe da commentare a voce. Questa sede non lo consente se non nella meditazione.

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