Si è tenuto oggi a Roma l’incontro-dibattito organizzato dall’UCSI, l’Unione dei Consorzi Stabili Italiani, sugli interrogativi che i recenti decreti governativi sembrano suscitare nel mondo delle costruzioni.
In particolare il decreto cosiddetto “Semplificazione”, approvato ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, detta una nuova procedura di affidamento dei lavori pubblici. Affidamenti diretti fino ad un importo di 150.000 euro e procedure negoziate addirittura fino alla soglia comunitaria dei 5,3 milioni. Un meccanismo che fa nascere anche dei dubbi sulla sua compatibilità con i regolamenti di spesa dei fondi europei.
Come ha ben sottolineato il Presidente dell’UCSI Franco Vorro nel suo intervento introduttivo, la soluzione adottata potrebbe avere conseguenze sull’efficacia del sistema concorrenziale. Soprattutto in relazione ai Consorzi Stabili che, agendo per conto di un grande numero di imprese, potrebbero essere ingiustamente penalizzati dalla rotazione obbligatoria degli inviti.
Il dibattito, trasmesso in diretta streaming e moderato dal direttore del nostro giornale, ha visto in prima battuta gli interventi del prof. avv. Angelo Clarizia, ordinario di diritto amministrativo alla Sapienza di Roma, e dell’avv. Francesco Zaccone dello Studio MMZ.
Il professore Clarizia si è detto molto preoccupato per la concreta applicazione del Decreto, che potrebbe determinare possibili spinte anticoncorrenziali.
L’avvocato Zaccone ha svolto una disamina dettagliata della nuova normativa. Una normativa provvisoria che sacrifica fortemente i principi della concorrenza. La stazione appaltante finisce per avere un enorme potere di deroga, lasciando aperti molti dubbi interpretativi e applicativi. Tra gli altri, il principio di rotazione va assolutamente meglio definito e contestualizzato. Procedendo magari per soglie omogenee o in base alla natura del consorzio.
L’incontro è proseguito con gli interessanti contributi dei rappresentanti dei consorzi e degli operatori presenti. In particolare Giuseppe Luciani, Mario Salvatore Caputo e Fabio Ferillo. Tutti, nell’evidenziare le proprie forti perplessità sull’efficacia del testo normativo, hanno sottolineato la necessità che l’UCSI porti avanti proposte concrete per emendare il Decreto.