Viviamo purtroppo tempi nei quali gli spazi del dialogo si stanno assottigliando. Venti di guerra soffiano nuovamente sul Mediterraneo e sull’Europa. Questi conflitti non riguardano solo le terribili vicende belliche, con le popolazioni civili coinvolte tragicamente nelle operazioni militari, ma anche il dialogo tra le comunità scientifiche, che diventa più difficile e rarefatto.
I luoghi che riescono ancora a tenere aperto il canale della comunicazione e dell’incontro costituiscono un patrimonio prezioso per dare una prospettiva alla coesistenza pacifica e al progresso.
Duecentocinquanta specialisti di diciotto Paesi che si affacciano sul “mare nostrum”, con una rappresentanza significativa dal Medio-Oriente, si sono riuniti dal 18 al 20 gennaio presso il centro Congressi dell’Università Federico II di Napoli in via Partenope per dare vita ad un Convegno scientifico di estrema rilevanza.
Il Congresso è organizzato dalla Società mediterranea SeNaMe (South Europe, North Africa and Middle East implantology and modern dentistry association).
Il programma è ricco di relatori di altissimo livello, nazionale ed internazionale, con un approccio multidisciplinare che, partendo dalla Parodontologia, si estende poi all’Implantologia avanzata e alle tecnologie digitali con l’ottimizzazione dei trattamenti.
Il programma è completato dal Simposio di Odontoiatria Forense, che focalizzerà le problematiche medico-legali nell’implantologia moderna.
La cerimonia di apertura si è svolta giovedì 18 gennaio. Hanno aperto i lavori le autorità politiche ed accademiche della Regione Campania. Si tratta di un appuntamento che ormai ha posto radici solide. Nel 2018 questa iniziativa ha ricevuto il Premio L’Origano, promosso dalla giornalista e divulgatrice scientifica Olga Fernandes, con la motivazione che questa organizzazione promuove i temi della cultura, della pace e della solidarietà.
“Al di là della rilevanza internazionale e scientifica dell’evento, questa iniziativa pone Napoli, come città della pace e del dialogo grazie alla sua centralità nel Mediterraneo, non solo geografica, ma anche culturale e storica, con attenzione all’inclusione e al multi-etnismo”, dice Olga Fernandes.
I terribili fatti di guerra che si svolgono da ottobre scorso in Medio Oriente rilanciano la necessità di costruire ponti di pace nel Mediterraneo. Una comunità scientifica che ha accolto sin dall’inizio specialisti palestinesi ed israeliani, assieme a rappresentanti di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, è un segnale concreto di speranza.