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Il bavaglio di De Luca alla stampa

by Flavio Cioffi
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“Si segnala che la scrivente Unità di Crisi, in raccordo con la presidenza della Regione, è l’unico organismo abilitato a fornire indicazioni e riscontri agli organi di stampa e a quelli radiotelevisivi e ai social media. È pertanto inibito a tutti gli organi aziendali rilasciare informazioni e interviste o intrattenere collaborazioni con i predetti organi senza espressa autorizzazione di questa Unità di Crisi.”

Questa è la nota regionale diffusa ieri. In buona sostanza il padrone intima ai dipendenti di tacere. Niente informazioni, niente commenti. Questo “per evitare la diffusione di notizie distorte e spesso non rispondenti alla realtà”. Pare che ci si riferisca in particolare all’allarme, ritenuto ingiustificato, lanciato dai medici del Cotugno sull’emergenza posti letto in ospedale. Quindi d’ora in poi le notizie saranno solo “ufficiali”. In base a questa decisione i direttori e i medici campani non potranno parlare alla stampa che riceverà informazioni solo dalla Regione. Se vi fa venire in mente la censura avete ragione.

E infatti il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, ha invitato “il rieletto governatore a ritirare questo atto ingiustificato e ingiustificabile”. Di più: “Il provvedimento della Regione che impedisce a medici e dirigenti della sanità pubblica di parlare con la stampa è inaccettabile così come la decisione di allontanare il Tgr Campania e altre testate dall’area da mesi riservata nei pressi dell’ospedale Cotugno”.

Dalla Regione si replica così. “…non vi è alcun bavaglio e nessuna limitazione del diritto di cronaca. In questa fase delicata, vi è solo la necessità di garantire, nella massima trasparenza, notizie oggettive, non distorte e tali da produrre ingiustificati allarmismi, e sempre rispondenti alla realtà”.

Non funziona così. Non sono le Istituzioni a dover garantire l’oggettività delle notizie, ma la pluralità delle fonti e degli organi di informazione. Questo è l’abc della libertà di stampa.

Giustissimo quindi l’invito del presidente Lucarelli e sarebbe magari anche il caso che i sindacati dei lavoratori della sanità si chiedessero se l’inibizione da parte della Regione sia legittima sotto il profilo del rispetto dei contratti collettivi.

“Dalla mascherina al bavaglio”, è stato detto. “Adesso che le cose si stanno mettendo male ci tappa la bocca”, ha aggiunto qualcuno. Ma non è così. Si è trattato certamente di un errore da stress. Vedrete che ora De Luca correggerà il tiro. Vero Presidente?