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I sangui

by Piera De Prosperis
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Faccia gialluta fa’ ‘o miracolo, è il grido delle parenti di San Gennaro che invocano una certa rapidità d’azione, segnale di buon auspicio per la città tutta. Siamo assuefatti alla liquefazione del 19 settembre e le altre due, le aspettiamo, fingiamo di essere scettici però se i tempi non sono quelli attesi, in cuor nostro temiamo terremoti, eruzioni, cataclismi di ogni genere.

Eppure, Napoli è la città dei “sangui”: non c’è solo San Gennaro, si scioglie quello di Santa Patrizia, quello di San Luigi Gonzaga, San Giovanni Battista, San Lorenzo. Ognuno di essi ha la sua teca, il suo luogo di culto, i suoi fedeli, ma nessuno, neanche Santa Patrizia, protettrice delle partorienti che pure realizza il suo miracolo ogni settimana, il martedì mattina, ha la fama ed il successo del Santo Vescovo. Le donne devono fare le cose due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà, come diceva la femminista canadese Charlotte Whitton.

Come ce lo spieghiamo? Una donna, come Santa Patrizia, per quanto per la tradizione, principessa, appartiene al mondo della Luna, a quello delle divinità femminili di antica ascendenza che, pur fortemente presenti nell’ambito domestico, non hanno la forza di salire agli onori del maschile mondo del potere.

Gli altri, poi, sono santi stranieri, nessuno di essi ha la potenza delle radici campane che si possono attribuire a Gennaro.

Dice Marino Niola: crediamo poco nelle nostre capacità e aspettiamo che qualcuno faccia il miracolo. Noi orfani del miracolo economico e del suo slancio vitale, non confidiamo più nella provvidenza dell’uomo, ma ci affidiamo all’ uomo della provvidenza. Ecco San Gennaro è l’uomo della Provvidenza, quello che ci soccorre senza chiederci niente se non le nostre preghiere.

La storia attuale è piena di uomini della provvidenza, italiani e stranieri, cui affidare i nostri destini. Ma mentre le figure politiche incontrano, per fortuna, ancora qualche residua ma forte resistenza da parte dell’opinione pubblica, non così per il nostro Santo che mette d’accordo laici e credenti. Che bisogno c’è di sapere se nelle ampolle c’è veramente liquido ematico. La forza del sacro va ben oltre. Del resto, la recente fiction Il Miracolo di Niccolò Ammanniti ben ha evidenziato come tutto, politica, sentimenti, entri in crisi di fronte ad una palese distrazione dai principi razionali.

C’è poi il fattore turismo che richiama frotte di visitatori in occasione dell’evento. In particolare a Forcella Jorit Agoch ha rappresentato nel suo murale il santo con il volto bruno segnato dalle due strisce rosse sulla guancia che rimandano al rito iniziatico del passaggio dall’infanzia all’età adulta, con l’ingresso nella tribù umana. Anche San Gennaro appartiene alla nostra tribù, è uno di noi, un po’ speciale, con un sangue un po’ diverso dal nostro, ma è lui che ci conosce e che sa quando, attraverso la sua presenza, far conoscere ai fedeli il loro destino.

Aspettiamo con ansia: Accrisce la nostra santa fede, a dà fede a chi nun crede, Santu belle: ca nuie credimme, speramme, e ‘o vulimme ca tu nce’haie aiutà, Santu belle, dicono le beghine, a cui noi ci aggreghiamo: San Genna’ aiutac tu!

di Piera De Prosperis