Home In evidenza I nuovi scenari globali: attenti a non farci pecore

I nuovi scenari globali: attenti a non farci pecore

Osservazioni sintetiche su quanto, sotto traccia, sta avvenendo nello scenario geopolitico planetario

by Luigi Gravagnuolo
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1. La Russia di Putin non ha alcuna intenzione – non l’ha mai avuta – di attaccare l’Italia, o la Francia, o altre nazioni dell’Occidente. Ha però ferma determinazione ad annettersi, quando e come si vedrà, i Paesi Baltici, la Moldavia e gli Stati ex membri dello spazio già sovietico e, prima ancora, zarista. Ciò non vuol dire che sono fatti loro, in Italia stiamo al sicuro. Nessuno può escludere che, magari per un atto ritorsivo per il nostro aiuto ad un Paese membro dell’UE o della NATO, a qualcuno del Cremlino non salti in mente di lanciare un qualche ordigno sul nostro suolo. D’altra parte, tra un bicchierozzo di vodka e un altro, di tanto in tanto i vari Medvedev, Peskov e Zakharova lanciano truculenti minacce nei nostri confronti. Se stiamo relativamente al sicuro lo dobbiamo per un verso allo scudo atomico e, per altro verso, alla nostra appartenenza alla NATO. Il primo ci è garantito al 90% dagli USA, la seconda ha forza deterrente grazie al loro ruolo egemonico in essa. Se gli USA riducono il loro impegno in Europa, i rischi per noi aumentano.

2. Che Trump sia una personalità autoritaria è di lampante evidenza. E, come tutti i governanti autoritari, detesta la burocrazia. La detesta perché detiene un potere autonomo, col quale si infastidisce a confrontarsi e perché, in uno stato di diritto, ogni burocrazia che si rispetti tutela i cittadini in modo imparziale rispetto alla politica. Autoritario dunque e con una strategia ben leggibile. Lui si ritiene vincolato in modo pressoché esclusivo a difendere l’interesse dell’America. All’Europa guarda come a una minaccia commerciale e a una seccatura che lo distoglie dall’Indopacifico. Il suo principale problema è la Cina, intraprendente competitore sul piano militare e su quello commerciale. Subito dopo guarda al Medio Oriente. È disposto a tutto per difendere Israele, che considera alla stregua di uno stato satellite degli USA. Quindi il secondo pericolo è l’IRAN. Poi vengono le Americhe, laddove a suo avviso vale ancora la dottrina di Monroe. La libertà dei popoli europei e Putin sono la sua preoccupazione minore. A meno che lo zar non faccia fronte unico con la Cina e l’IRAN. Perciò il suo obiettivo primario oggi è staccare la Russia dalla Cina e dall’IRAN. Per questo è disposto ad accondiscendere alle pretese di Mosca sull’Ucraina. Obiettivo per il quale ‘ha le carte’ in mano. Ucraina e Russia sono entrambe sfinite da tre anni di guerra. La Russia anche dalle sanzioni, per far fronte alle quali si è messa sotto il giogo di Pechino e addirittura della Corea del Nord. Trump le offre ora la possibilità di liberarsene e la rassicura che lascerà la pratica ucraina alle cure dell’Europa. E l’Europa senza gli USA non costituisce una minaccia reale alle mire di Putin. Gradualmente, man mano che il Cremlino si staccherà dall’asse sino-iraniano, Trump farà nuove concessioni. Nella già celebre telefonata dal 18 marzo scorso con Putin, ha concordato una tregua fittizia, che di fatto lascia lo zar libero di continuare a bombardare l’Ucraina, come sta facendo ancora in queste ore, mentre ha insistito a che il Cremlino si impegni a contenere l’aggressività degli ayatollah di Teheran.

3. La formazione di un esercito europeo ad oggi è fuori della realtà. L’UE non è uno Stato federale, ma una unione commerciale e sociale di Stati sovrani, ciascuno col suo esercito, il suo Stato Maggiore e il suo Ministro della difesa. Volete che l’UE, che non riesce a imporre agli Stati membri banali misure – a solo titolo di esempio, la liberalizzazione delle concessioni balneari – imponga ad essi di rinunciare alle proprie forze armate nazionali e a delegare la difesa a Bruxelles? Non vi sembri un paradosso ma, se si volesse davvero formare un esercito europeo, gli unici che oggi sono quasi pronti sono i militari. Mezzo secolo di appartenenza alla NATO, di esercitazioni e di missioni comuni fanno sì che i vari Stati Maggiori siano in qualche modo già addestrati a rispondere ad un comando unico. Ma sì, se si volesse andare in questa direzione, in una quindicina di anni ce la si farebbe. Ma si vuole formare un esercito europeo? Con tutta evidenza il problema è politico.

4. È stato emblematico il voto dell’Assemblea Generale dell’ONU sull’Ucraina dello scorso 24 febbraio, terzo anniversario dell’invasione russa. I Paesi europei e il Canada hanno votato a favore della risoluzione che condannava l’invasione, USA e Russia insieme hanno votato contro, l’Iran e la Cina si sono astenuti. Il segnale è chiaro, se Putin stringe con Trump e si mostra disposto a distanziarsi dall’abbraccio di Pechino e Teheran, loro sono pronti a mollarlo. Il che sarebbe un problema enorme per lo zar.

5. Il ReArm Europe in questo contesto è non solo opportuno, ma una via obbligata. Finora gli Stati europei hanno contribuito poco e niente alle spese NATO e non solo per furbizia sparagnina. Sconfitte la Germania e Italia con i loro alleati, gli USA e l’ UK – i vincitori che pagarono un prezzo immane in vite umane – imposero agli Stati europei di non riarmarsi se non per il minimo sindacale e comunque sottostando alle decisioni strategiche dei vincitori. La NATO serviva a questo, per un verso a difendere l’Europa, per l’altro a controllare che nessuno nel vecchio continente ripartisse con gli armamenti in modo autonomo. Non a caso il Trattato NATO interdice qualsiasi atto di aggressione, l’alleanza è solo difensiva. Ora Trump, in ossequio ai suoi orientamenti strategici, dice: ‘noi progressivamente ridurremo il nostro impegno in questa area, se voi europei volete difendervi metteteci i soldi vostri’. A noi non resta che prenderne atto e regolarci di conseguenza. O man mano che gli USA si ritraggono ci mettiamo i soldi per far fronte alle necessità , oppure saremo in balia dei venti tempestosi di questa fase. E attenzione, la palese violazione del diritto internazionale praticata da Putin – e da molti altri in diverse aree del mondo – restata senza una risposta reale da parte della comunità internazionale, incoraggerà certamente nuovi lupi famelici ad azzannare le pecore senza pastori e cani maremmani.

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Luigi 20 Marzo 2025 - 14:28

Purtroppo questo vento di destra colpisce tutte le nazioni. Credo per due motivi, il primo e che nessun soddisfa in maniera sufficiente le esigenze del popolo. Il problema della salute comune a tutti i cittadini di qualsiasi nazione crea nei confronti delle classi politiche di sinistra, un astio, in quanto a ragione o a torto, ritengono che non hanno fatto quello che essi si aspettavano. Per certi versi le sinistre, non solo quelle europee ma anche americane hanno abbandonato le grandi battaglie per il sociale anzi, vedi in Italia perfino Renzi con il PD sono stati i primi nemici dei lavoratori, abolendo anche l’Art 18 che era l’unica difesa di un operaio quando veniva licenziato. Per non parlare della sanità che a partire dai governi di sinistra a guida PD hanno tagliato più delle destre. Regalando alle strutture private centinaia di miloni di euro. Esempio lampante in campania e non solo. Per finire alla scuola pubblica sempre più bistrattata a favore di quella privata. Le destre hanno afferrato a volo ed hanno avuto la capacità di far pensare che solo loro potevano essere i loro difensori. Altro aspetto da non sottovalutare, sono i giovani, ormai nelle loro menti per loro non c’è futuro. Infine e non meno importante , quando vengono interpellati, a causa dell’ indrottinamento che le destre hanno saputo diffondere in merito ai migranti dicono che bisogna cacciarli via. E se la presidente del consiglio italiano riesce a dimostrare che il manifesto di Ventotene non ha valore e che non è la sua democrazia il gioco è fatto. Purtroppo questo non avviene solo in Italia ma in tutto il mondo, e ricordando la frase di uno scrittore ” La democrazia si apprezza quando non la si ha più. Speriamo di non esserci quando avverrà

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