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I dati dell’Arpac sulla balneabilità a settembre

by Redazione
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L’Arpac, l’Agenzia regionale per l’ambiente. ha completato i controlli sulle acque di balneazione programmati per il 2020. Stagione finita. Causa Covid, il monitoraggio è iniziato solo a fine maggio per un totale di 1.955 campioni. 402 i prelievi di settembre. E vediamo appunto a settembre com’è andata.

Non benissimo, con un maggior numero di esiti sfavorevoli rispetto ai mesi precedenti per contaminazione fecale (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali). Le cause, a detta dell’Arpac, sarebbero da ricercarsi in malfunzionamenti degli impianti che collettano gli scarichi a mare e/o in occasionali sversamenti non individuati. Le piogge, che in passato hanno evidenziato le criticità del sistema fognario e depurativo, non c’entrano. Semplicemente perché non ci sono state.

Forio (Ischia). Superamenti dei limiti di legge, poi rientrati, agli “Scogli degli innamorati” e “Chiaia”. Forse per un malfunzionamento della condotta sottomarina.

Ercolano. A “Punta Quattro venti” sforamento dei limiti per Escherichia coli. A fine mese allarme rientrato.

Battipaglia. Sforamenti a “Spineta Nuova”, come già ad agosto. Si tratta di un’area storicamente vietata alla balneazione, poi riaperta nel 2019. Evidentemente il risanamento della zona non ha funzionato.

Salerno. Superamenti alla “Spiaggia libera tra il Fuorni e il Picentino”, poi rientrato.

Sapri. Stessa cosa nell’area “Cammerelle”. Qui i reflui urbani sono convogliati in un impianto di depurazione con recapito in condotta sottomarina che pare non abbia sofferto anomalie di funzionamento. La causa resta quindi indefinita.

Sessa Aurunca. A Baia Azzurra sono stati cercati tensioattivi, nutrienti e idrocarburi a seguito di segnalazioni di schiume a mare. Niente.

Cellole e Mondragone. Guardia Costiera e Polizia municipale di Cellole hanno ripetutamente segnalato colorazione anomala dell’acqua, tendente al giallo/bruno. Sono state riscontrate tracce di tensioattivi e una significativa proliferazione di microalghe non tossiche per l’uomo (Raphydophyceae). Tutto entro i limiti.

Idem a Capaccio e San Giovanni a Piro.