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Hammamet: l’occasione sprecata di Gianni Amelio

by Vincenzo Pepe
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Solitamente la storia non va mai riscritta, semmai va analizzata. Tassello per tassello. Senza lasciar spazio a dubbi, nonostante qualche fatto romanzato. In fondo quando si realizza una pellicola su un personaggio storico il rischio, seppur calcolato, è sempre quello ed unico: di sbagliare. Vedendo ‘Hammamet’ di Gianni Amelio, sulla controversa figura di Bettino Craxi, questa convinzione è stata purtroppo confermata. Il valore del regista non si discute, capace da trenta lunghi anni di regalare al nostro cinema ed allo stesso pubblico italiano diversi film importanti ed impegnati. Quindi storie coraggiose, che hanno sempre portato lo spettatore verso la riflessione.

Con ‘Hammamet’ si presupponeva che il regista seguisse questa linea tracciata tanto tempo fa, invece il lungometraggio dedicato a Craxi appare sterile di una qualsiasi voglia di accendere la miccia, non proprio della polemica, ma della memoria collettiva. In parte questo è avvenuto attraverso lo strascico di polemiche che hanno accompagnato l’uscita della pellicola.

D’altro canto, però, lascia l’amaro in bocca non solo per chi ha vissuto quel periodo storico, tutti gli anni ’80 e l’inizio dei famigerati anni ’90, ma anche, chi un po’ più giovane è incuriosito dalla mera vicenda storica, non solo dal personaggio in sé.

Il motivo è semplice: va bene parlare degli ultimi sei mesi dello statista italiano fuggito in Tunisia, va anche bene aver romanzato qualche personaggio e qualche fatto realmente accaduto, in fondo si tratta di cinema, ma forse, non per denigrare del tutto il lavoro di Gianni Amelio, sarebbe stato meglio impreziosire la trama con qualche flashback non solo per ravvivare una sceneggiatura sterile, priva di momenti rilevanti, ma anche per rendere ancor più interessante un film che, già dall’annuncio, lo era già di suo.

L’unica nota lieta è la prestazione indescrivibile di Pierfrancesco Favino. L’attore romano non lo ha interpretato. Si è semplicemente reincarnato il lui. Non solo grazie al make-up da oscar, ma soprattutto con la mimica, la gestualità, la voce, il modo di parlare. La sua completa trasformazione meritava, se non proprio la statuetta d’oro, almeno la nomination come miglior attore protagonista. Di sicuro non avrebbe sfigurato davanti ai miti di Hollywood.

Anche per quest’altro motivo ‘Hammamet’ è un’occasione sprecata. Come detto all’inizio la storia non va riscritta, ma analizzata. Va di sicuro ricostruita, decostruendo il personaggio principale nella sua essenza. Forse questa operazione è stata effettuata ma in maniera incompleta. Di sicuro ha il merito di proporre un ‘ritratto’ intimo di Craxi: un uomo solo, senza potere, con una irrimediabile decadenza fisica e forse anche con la flebile speranza di poter rientrare in Italia.