Negli ultimi anni, il concetto di sostenibilità urbana è diventato centrale nelle strategie politiche delle città, con amministrazioni che promuovono iniziative ambientali per migliorare la qualità della vita e ridurre le emissioni. Tuttavia, accanto a progetti realmente efficaci, si sta diffondendo un fenomeno sempre più evidente: il greenwashing amministrativo, ovvero l’uso della retorica ecologica per costruire un’immagine di città sostenibile senza reali cambiamenti strutturali.
Se il greenwashing aziendale è ormai noto – con imprese che esaltano la propria sostenibilità mentre continuano a inquinare – il greenwashing delle amministrazioni pubbliche è più subdolo e meno monitorato. Molte città ottengono riconoscimenti ambientali e lanciano iniziative green, ma senza un impatto concreto sulle politiche urbane. Un esempio recente è Vilnius, Capitale Verde Europea 2025, dove alcune politiche innovative, come il rinnovamento della centrale elettrica con biocarburanti, si affiancano a scelte contraddittorie che limitano la mobilità sostenibile e favoriscono l’aumento del traffico privato.
Città Sostenibili o Sostenibilità di Facciata?
Il greenwashing amministrativo non è un caso isolato. Diverse città, in Italia e nel mondo, utilizzano la sostenibilità come leva di marketing, spesso senza tradurre le dichiarazioni in interventi concreti.
- Milano si promuove come modello green con il progetto Forestami, che prevede la piantumazione di tre milioni di alberi entro il 2030, e con il Piano Aria e Clima per ridurre l’inquinamento. Tuttavia, queste iniziative coesistono con una crescita incontrollata del traffico, un trasporto pubblico costoso e inefficiente, e una gentrificazione verde che favorisce le aree di lusso a discapito delle periferie.
- Torino, nonostante il potenziamento delle piste ciclabili e dei trasporti pubblici, vede ancora ritardi cronici, disservizi e scarsa manutenzione delle infrastrutture verdi, riducendo l’efficacia delle politiche sostenibili.
- Roma, con le sue isole pedonali e autobus elettrici, presenta un’immagine di capitale attenta all’ambiente, ma l’emergenza rifiuti e il trasporto pubblico inefficiente smentiscono questa narrazione.
Anche in Europa si osservano tendenze simili.
- Parigi, con il progetto della “città a 15 minuti”, ha incentivato la mobilità sostenibile, ma la riduzione dei parcheggi e l’aumento delle restrizioni al traffico non sono stati accompagnati da un trasporto pubblico realmente accessibile, creando tensioni sociali.
- Londra ha introdotto la Congestion Charge e l’Ultra Low Emission Zone (ULEZ) per ridurre il traffico, ma queste misure penalizzano i cittadini a basso reddito senza offrire alternative efficienti.
- Amsterdam è celebrata come la città delle biciclette, ma la sostenibilità è diventata un fattore di speculazione immobiliare, rendendo il costo della vita sempre più proibitivo.
Fuori dall’Europa, il greenwashing amministrativo assume forme diverse.
- Singapore, pur vantando infrastrutture sostenibili, adotta misure di controllo digitale invasivo, con politiche green accessibili solo alle classi più abbienti.
- San Francisco, sede della Silicon Valley, promuove una transizione ecologica basata sulle energie rinnovabili e la mobilità elettrica, ma convive con una crisi sociale crescente e una carenza infrastrutturale che ne limita l’efficacia.
Il Caso di Vilnius: Capitale Verde Europea o Illusione Green?
Vilnius è un esempio emblematico di greenwashing amministrativo. La città è stata insignita del titolo di Capitale Verde Europea 2025, grazie a progetti come il rinnovamento della centrale elettrica e la riqualificazione del verde urbano. Tuttavia, nonostante questi progressi, emergono contraddizioni significative:
- Il trasporto pubblico è diventato meno accessibile, con un previsto raddoppio del prezzo dei biglietti dal 2025, colpendo le fasce di popolazione più deboli.
- Il numero di auto è aumentato del 30% negli ultimi dieci anni, segno che le politiche di mobilità sostenibile non hanno avuto un impatto significativo.
- La gestione dei rifiuti è inefficace, con la maggior parte dei rifiuti organici che finiscono negli inceneritori anziché essere riciclati, nonostante modelli funzionanti esistano già nella regione di Alytus dal 2013.
Questi esempi dimostrano che, dietro il riconoscimento ufficiale di città green, si nascondono politiche ambientali di facciata, che non affrontano le vere criticità urbane.
Come Contrastare il Greenwashing Amministrativo?
Per evitare che la sostenibilità sia solo un’operazione di marketing, le città devono adottare strategie concrete:
- Trasparenza nei dati ambientali: rendere pubblici i livelli di emissioni, il consumo di risorse e l’impatto delle politiche adottate.
- Mobilità sostenibile realmente accessibile: ridurre i costi del trasporto pubblico, potenziare le infrastrutture ciclabili e garantire alternative all’auto privata.
- Pianificazione urbana inclusiva: investire in spazi verdi accessibili a tutti i cittadini, non solo nelle aree più ricche.
- Gestione dei rifiuti efficiente: implementare modelli di riciclo e riduzione dei rifiuti, evitando il ricorso agli inceneritori come unica soluzione.
- Partecipazione dei cittadini: coinvolgere le comunità locali nelle decisioni ambientali, evitando politiche calate dall’alto senza un reale impatto sulla vita quotidiana.
Conclusione
Il greenwashing amministrativo è una sfida crescente nel dibattito sulla sostenibilità urbana. Se le città vogliono davvero ridurre il proprio impatto ambientale, devono passare dalle dichiarazioni ai fatti, investendo in politiche che migliorino la qualità della vita urbana per tutti, senza limitarsi a operazioni di marketing. Il rischio è che il riconoscimento di “città verde” diventi un semplice strumento di autocelebrazione, anziché un punto di partenza per un cambiamento reale e duraturo.