L’Autore è Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale.
Scegliere l’angolo visuale dei porti e della logistica per comprendere gli effetti congiunturali e strutturali della pandemia può rappresentare un utile punto di osservazione, perché le crisi si colgono in particolare nei luoghi di intersezione tra sistemi e processi. E’ opportuno tentare questo esercizio anche perché la logistica e l’economia marittima rappresentano sempre un termometro sensibile circa l’andamento complessivo, da un lato del tessuto produttivo e dall’altro delle movimentazioni dei passeggeri, non solo per il pendolarismo di corto raggio ma anche per l’attività turistica. Cercheremo di leggere questi fenomeni calandoli in un contesto specifico, vale a dire descrivendo quanto sta succedendo nei porti dell’Adsp Mar Tirreno Centrale (Napoli, Salerno e Castellammare). Tutti i dati di seguito indicati riguardano i principali porti della Campania.
Gli effetti di breve periodo
Nell’immediato si è registrato un drastico calo nei volumi e nei servizi di trasporto, particolarmente sensibile nel segmento del trasporto passeggeri. Le crociere si sono bloccate completamente. A marzo e ad aprile del 2020 la riduzione è risultata pari al 100% rispetto all’anno precedente, nei porti di Napoli e Salerno così come nei porti di tutto il mondo: il trend continuerà nei prossimi mesi, almeno sino alla fine di luglio 2020, ma con ogni probabilità per tutto l’anno.
Nel traffico passeggeri di corto raggio, il drastico rallentamento dei volumi è correlato con l’emergenza e con la stretta decisa sulla mobilità dei cittadini per generare il distanziamento sociale. La contrazione di passeggeri, nel confronto tra aprile 2020 ed il corrispondente mese dell’anno procedente, è stata pari al 96,4%. Cessata questa fase, è molto probabile che – in un tempo relativamente breve – si possa tornare ad un volume maggiormente fisiologico di spostamenti.
Più difficile è il ragionamento che si può condurre oggi sul traffico commerciale. Quello che accadrà nel settore del trasporto merci dipenderà molto da ciò che si determinerà nella riorganizzazione del settore industriale, non solo nei singoli Paesi ma su scala internazionale. Intanto, in marzo, primo mese in cui ha cominciato parzialmente a determinarsi l’effetto del lock down, si è registrata una riduzione del 14,7% in termini di tonnellate trasportate rispetto all’omologo periodo dell’anno precedente. Ad aprile, mese completamente in lock down, la riduzione del traffico commerciale nei porti di Napoli e Salerno è stata pari al 28,2% rispetto al corrispondente mese del 2019, con una punta del -54,1% nel segmento di traffico delle rinfuse liquide.
L’impatto di riduzione del traffico commerciale è stato, nei porti di Napoli e di Salerno, molto meno sensibile rispetto a quanto è accaduto per il traffico passeggeri di corto raggio e per il segmento delle crociere. Dovremo osservare con attenzione cosa accadrà nei mesi prossimi, per comprendere la capacità di ripresa del traffico passeggeri una volta che verranno progressivamente ridotte le regole di distanziamento, e la capacità del settore industriale di tornare ai volumi trasportati pre-Covid.
Gli effetti di medio e di lungo periodo
Dopo la pandemia dobbiamo cominciare ad immaginare un futuro diverso, pur se non è scontato prevedere la direzione di marcia dei cambiamenti che si determineranno. E’ possibile che alcune produzioni troveranno una loro ricollocazione nei paesi di più matura industrializzazione, riducendo i gradi di dipendenza che inevitabilmente sono connessi alle scelte determinate dalla globalizzazione spinta dei decenni passati.
Probabilmente affronteremo adattamenti alla divisione internazionale del lavoro, che non saranno però destinati a modificare lo scenario complessivo dell’economia nel suo insieme: vivremo una fase di aggiustamento della globalizzazione, del resto già iniziata con le spinte protezionistiche degli anni più recenti.
Nella logistica, si assisterà alla crescita più accelerata del commercio on line, che spiazzerà soprattutto la grande distribuzione organizzata, mentre probabilmente i negozi di vicinato potranno trovare formule per un rilancio, magari connesso proprio allo stoccaggio ed alla consegna di ultimo miglio.
Anche i consumi turistici, almeno per qualche tempo, sono destinati a mutare. Il distanziamento sociale indurrà a non consentire subito la ripresa dei grandi appuntamenti di massa, anche come effetto di una memoria psicologica che durerà almeno per qualche tempo.
Quello che è certo è che siamo entrati in una crisi globale dell’economia determinata dal brusco rallentamento della produzione industriale. Nell’economia dei servizi, che pesa in modo incidente sull’insieme dei lavori e dei consumi, l’impatto della pandemia è stato ancor più significativo. Secondo la maggior parte degli osservatori siamo in presenza di una profonda discontinuità e difficoltà strutturale, peggiore delle crisi che abbiamo vissuto dal 1987 in avanti.
Le crisi precedenti sono state di natura finanziaria, mentre ora siamo in presenza di un forzato blocco della macchina produttiva, che implica un impatto diretto sulla economia reale. La pandemia è penetrata nella vita delle persone, nei comportamenti di consumo, nella organizzazione dei sistemi industriali. I Paesi che sapranno offrire risposte efficaci e tempestive, coglieranno opportunità. Gli altri saranno ancor di più in difficoltà. Il sistema delle connessioni marittime, per i passeggeri e per le merci, costituirà una delle reti di fondamentale importanza per giocare la partita della competitività.