L’anno scorso, a febbraio, ci lasciò Giuseppe Galasso. Storico e uomo politico di valore assoluto. La Napoli migliore.
I figli ne hanno appena ripubblicato uno scritto autobiografico, uno dei pochissimi, del 2013: “La mia vita fra i libri”, e me ne hanno fatto graditissimo omaggio. Leggerlo e raccontarvelo mi è sembrato un modo, discreto e utile, per ricordarne la figura.
Sono bastate le prime due pagine a catturarmi. “Aveva fatto la prima guerra mondiale, era stato ferito … e per noi ragazzi, ancora bambini, era una grande emozione quando egli ci mostrava la ferita…” scrive a proposito del suo maestro delle elementari. “Ricordo che ci lesse fra gli altri il libro Cuore, Pinocchio, più di uno dei romanzi di Salgari.” Anche noi avevamo un maestro che ci mostrava la sua ferita di guerra, la Seconda però. Anche noi leggevamo in classe il libro Cuore e Salgari. Le cose cambiano lentamente e non sempre in meglio.
“E’ cambiato il contesto, e sarebbe addirittura sciocco istituire confronti a metro e a senso unico. Tuttavia, se si potesse spezzare una lancia in favore della lettura, bisognerebbe farlo.” E Galasso lo fa, senza alcuna autoreferenzialità, senza supponenza, con un racconto dolce e coinvolgente che ci sembra scritto da un amico.
Era l’obiettivo del testo, prolusione inaugurale per la prima edizione del Festival Salerno Letteratura, e la scelta di procedere attraverso la narrazione di un percorso così personale, starei per dire intimo, risulta felice sia sotto il profilo letterario che del raggiungimento del fine.
Dalle letture delle elementari a quelle della Biblioteca circolante di via Latilla. Da Salgari e Leblanc ai grandi narratori dell’Otto e del Novecento. I primi libri di storia. Ancora una volta “fu la scuola la maggiore fucina della mia formazione anche in materia di libri.” E si arriva ai classici, antichi e moderni, ai filosofi, alla politica, alla storia, alla biblioteca Nazionale. Disordinatamente.
Si sente il respiro dell’Autore in queste brevi pagine, si avverte il ritmo delle sue letture, il piacere che prova nel farle non esente, forse, da un tocco di compiacimento.
Ma come la mettiamo con internet? “…vi sarà una nuova maniera di compilare e leggere libri, mentre leggere, e sempre di più, si dovrà per forza…” Nel frattempo, “lasciate coltivare l’amore per questo vecchio arnese, che ha sempre un qualche suo pregio, anche quando fa perdere soltanto tempo…”