C’è una figura classica che è tornata in grande spolvero nel mondo delle serie Tv: il “gentleman”. Non il nobiluomo dei drammi in costume, ma una figura dinamica, capace di adattarsi a generi differenti, incarnando eleganza, forza morale e un sottile senso di sfida alle convenzioni sociali. Che si tratti dall’aristocrazia russa o delle strade di Londra, fino all’Inghilterra rurale del XIX secolo il gentleman si riprende la scena televisiva, rappresentando un nuovo modello di forza e stile.
Una delle rappresentazioni più avvincenti e raffinate del gentleman si trova in Un gentiluomo a Mosca. Ambientata nella Russia post-rivoluzionaria, la serie segue il Conte Alexander Rostov, membro della vecchia aristocrazia russa che è diventata una specie in via di estinzione, che viene confinato in un hotel di lusso a Mosca, mentre la sua nazione affronta un tumultuoso cambiamento politico. Intrappolato tra le mura del Metropol, Rostov incarna il gentleman nell’accezione più classica: un dandy spensierato che non ha mai dovuto lavorare un solo giorno in vita sua, elegante, sofisticato e fedele ai suoi principi, anche quando il mondo intorno a lui crolla.
Rostov è “gentleman” di tradizione che trova la sua forza interiore nella calma e nella riflessione. La sua resistenza è una educata ribellione contro la rivoluzione che minaccia di annullare la sua stessa identità. È una figura di solidità morale, che si adatta a una nuova realtà senza mai tradire i suoi valori.
Una serie scritta e interpreta benissimo, vedere Ewan McGregor recitare nei panni del conte Rostov è un piacere per gli occhi. Nulla è lasciato al caso: non un gesto, non uno sguardo, non una battuta. Nonostante sia girata e ambientata in un unico luogo non è mai claustrofobica. Anzi, c’è un mondo dentro il Metropol di Mosca, con un animo molto più caldo e affascinante di quanto ci si aspetterebbe dall’ambiente sovietico.
In un contesto completamente diverso, The Gentleman, basato sul film di Guy Ritchie, rappresenta un approccio più cinico e spietato alla figura del gentleman. Eddie Horniman eredita inaspettatamente il titolo di duca e i vasti terreni di campagna del padre per poi scoprire che fanno parte di un impero della cannabis. Una brigata di personaggi spiacevoli del mondo della mala britannica entra quindi in gioco per conquistarsi una fetta del giro d’affari. Deciso a liberare la sua famiglia da questa morsa, Eddie cerca di battere i gangster al loro stesso gioco, ma finisce per scoprire che il mondo della criminalità non gli dispiace più di tanto. Qui, il gentleman non è più solo un uomo di buone maniere e principi, ma un individuo che sa navigare nelle zone d’ombra del crimine organizzato, usando il suo charme e la sua intelligenza come armi.
Eddie è l’evoluzione contemporanea del “gentleman gangster”, un uomo che combina il codice d’onore con la durezza del mondo criminale. Un soldato con uno spiccato senso del dovere, ma anche un boss spregiudicato. Un fratello responsabile, ma anche un criminale che prova gusto a gestire i propri loschi affari. Le due anime, quella aristocratica e quella truffaldina, convivono all’interno dello stesso personaggio, coesistendo tra conflitti e compromessi. La serie affascina per la sua energia, le sequenze d’azione eleganti e i personaggi memorabili, non mancano i colpi di scena e l’umorismo nero. Lo stile è veloce, irriverente, con personaggi eccentrici e dialoghi brillanti.
Tra questi due estremi si colloca Gentleman Jack, serie che racconta la vera storia di Anne Lister, un’imprenditrice e proprietaria terriera nell’Inghilterra del XIX secolo. Lister, interpretata da Suranne Jones, sfida le norme di genere e sessualità della sua epoca, incarnando una versione femminile e ribelle del gentleman. Il suo appellativo “Jack” deriva dal soprannome che le veniva dato per il suo atteggiamento deciso e anticonformista, nonché per il suo modo di vestire tipicamente maschile.
Anne Lister rompe ogni schema classico, portando in primo piano il concetto di gentleman come figura che non segue necessariamente i canoni di genere. La sua determinazione a vivere apertamente come lesbica in un’epoca ostile la rende un’icona di emancipazione. Lister incarna i tratti del gentleman: onore, coraggio e integrità, ma li utilizza per affermare la sua individualità e il suo diritto all’autodeterminazione. La serie trasforma il concetto di gentleman in un simbolo di libertà personale, sfidando le norme sociali e offrendo una rappresentazione più inclusiva e progressista.
Ogni serie porta con sé un’interpretazione unica della figura del “gentiluomo” o della “gentildonna”, con stili narrativi diversi ma ugualmente avvincenti. Un gentiluomo a Mosca è perfetto per chi cerca profondità e riflessioni filosofiche, The Gentleman è adatto a chi ama l’azione e l’umorismo pungente, mentre Gentleman Jack è l’ideale per chi desidera un dramma storico con un tocco moderno e temi di inclusione sociale.