E’ un G7 di anatre zoppe quello che si sta svolgendo in Puglia a Borgo Ignazia. I due principali leader europei di Francia e Germania, Macron e Scholz, sono stati appena delegittimati dalle elezioni europee. Il premier inglese Sunak sta per affrontare il voto in patria da sfavorito. Biden sta per sottoporsi al giudizio popolare delle elezioni americane del prossimo novembre da una posizione di svantaggio rispetto all’antagonista Trump.
Giorgia Meloni parte invece da una oggettiva posizione di vantaggio, perché è saldamente alla guida del governo italiano. Però le immagini dei vergognosi tafferugli alla Camera dei deputati hanno fatto il giro del mondo e sono presenti sui siti delle principali testate giornalistiche internazionali.
Nel primo giorno del vertice sono state due le questioni principali affrontate: il prestito di 50 miliardi di dollari all’Ucraina e il richiamo al tema del diritto all’aborto nella bozza della dichiarazione finale del G7.
Nella bozza finale la seconda questione è stata eliminata, sostanzialmente per le insistenze del premier italiano, con il rammarico dei francesi e dei canadesi. La parola aborto probabilmente sarà eliminata e il riferimento sarà molto più velato. Si tratta di questione che non rientra nelle competenze di questo vertice, ma è comunque indice di una profonda diversità di vedute tra i leader occidentali.
Sul prestito all’Ucraina, si tratta di un impegno finanziario rilevante ma con un meccanismo molto complesso per la sua attivazione. Vedremo successivamente quale sarà l’effetto pratico di una riaffermazione del sostegno occidentale all’Ucraina nella resistenza alla invasione russa.