Da ora in poi il 15 marzo non sarà più il giorno di commemorazione scolastica delle storiche Idi cesariane, ma diverrà la data simbolo di una nuova memoria: quella di chi vuole salvare il mondo da sé stesso.
Oggi i giovani hanno riscritto la storia, riversandosi globalmente tra le strade di centinaia di città, per mostrare il bright side di una gioventù spesso stereotipata come non curante del declino dell’ambiente che la circonda.
Il #FridayForFuture (FFF), iniziativa europea di manifestazione dell’intento di salvaguardare la Terra dall’inquinamento, è un successo clamoroso anche a Napoli.
Oltre diecimila le persone che, guidate dai movimenti “#STOP” di Gabriele Capobianco e “FridayForFuture – Napoli” di Monica Capo, hanno riempito di colori, cartelloni, bandiere e slogan le strade della nostra città, solcandole con instancabile entusiasmo.
Il futuro dell’ambiente si mostra tema sentito davvero da tutti. Dai nonni che temono per il futuro dei loro nipoti, ai bambini che mostrano una coscienza dell’urgenza di agire da far impallidire gli adulti.
“La nostra maestra ci ha mostrato il video di Greta (Thunberg), che non riusciva più a parlare e mangiare quando capì il disastro creato dai potenti e dalla società moderna. Lei ha iniziato a lottare e voglio farlo anch’io perché non c’è più tempo”, dice Emanuela, anni 11.
Partito da Piazza Garibaldi, il corteo, dopo aver attraversato il Corso Umberto I, ha colmato prima Piazza Municipio e poi si è diretto verso Piazza Plebiscito, raggiunta in ritardo rispetto alla tabella di marcia. I green teen infatti sono stati fermati prima di raggiungere il Teatro San Carlo da un blocco della polizia, schieratasi per sbarrare l’accesso alla meta. L’obiettivo? Non permettere che i manifestanti potessero arrivare dinanzi alla Prefettura dove era atteso, di lì a poco, il Ministro dell’Interno Salvini, così da evitare eventuali degenerazioni dell’evento.
Dopo un po’ di resistenza esercitata per contrastare alcuni militanti di partiti estremisti, infiltratisi nel corteo con un fine tutt’altro che ambientalista, le forze dell’ordine hanno aperto il fronte. Non consentire la conclusione dell’evento nel luogo programmato, solo per fermare dei soggetti che hanno approfittato del momento per avere una visibilità altrimenti non ottenibile, sarebbe stato ingiusto.
Così gli studenti dell’intera Campania sono riusciti a raggiungere l’agognata piazza e hanno continuato a presidiarla pieni di energia, affiancati anche da figure istituzionali.
Tra questi, il consigliere regionale Francesco Borrelli, insieme ai consiglieri comunali di Napoli Marco Gaudini e Stefano Buono, ricorda che si può combattere la battaglia globale solo attraverso la concretezza, creando una sinergia tra attività normativa e azione dei singoli nella propria quotidianità. “A livello regionale sosteniamo la tutela dell’ambiente e stiamo cercando di sollecitare i sindaci delle Province e dei Comuni campani affinché direzionino le loro ordinanze al vietare l’uso della plastica nei bar e ristoranti, oltre che ad un’incentivazione sempre maggiore della raccolta differenziata. Ma questo non basta se il singolo non partecipa dell’importanza della tutela dell’ambiente. Ad esempio, anche il semplice portare con sé un portacicche quando si fuma in pubblico può fare la differenza, se pensiamo quanti sono i fumatori e quante le sigarette che vengono gettate a terra ogni giorno.”
Anche la delegata regionale per le pari opportunità, Marilena Schiano Lo Moriello ha partecipato con sua figlia alla marcia partenopea. “A chiusura dello scorso anno sono state individuate dall’Unione Europea delle aree italiane dove creare delle strutture di superficie destinate allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività. Anche se consentito da protocolli ultra nazionali, ciò mortifica ampiamente la volontà espressa dai cittadini che, interpellati in via referendaria, avevano votato no al nucleare. Basta calpestare la nostra salute, ma soprattutto di coloro che ci saranno dopo di noi.”
Insomma, sembra che il 15 marzo 2019 segni l’inizio dell’anno domini della storia vista attraverso gli occhi di chi ha reso visibile quello che si è sempre voluto fosse invisibile. Sembra che l’essere umano di ogni età si sia finalmente accorto di dov’è e di cosa lo aspetta se non si converte alla mentalità del “prevenire è meglio che curare”. Speriamo non sia un trend passeggero.