È la prima volta che un’elezione europea ha un effetto nazionale dirompente, anche se le istituzioni non lo prevedono. È quanto è avvenuto in Francia dopo il voto Ue di domenica. La netta vittoria del Rassemblement National dell’antica rivale, Marine Le Pen, e del suo delfino Jordan Bardella, per quanto nei pronostici, è arrivata con una percentuale del 32%, oltre il doppio rispetto al 14,5% raccolto dal partito Renaissance di Macron.
Quel 32% di voti, che s’unisce al 5,3% di Reconquete, è stato uno schiaffo in faccia all’Eliseo. Il presidente Emmanuel Macron ha reagito come spesso ama fare: con un vero e proprio colpo di teatro. S’è presentato in video all’ora di cena e ha annunciato ai francesi lo scioglimento anticipato del Parlamento. Si tornerà al voto per il Parlamento nazionale, dunque, e in tempi strettissimi: il 30 giugno il primo turno, il 7 luglio il secondo.
Inutile dire che il “colpo” ha sorpreso tutte le forze politiche. Macron ha deciso di passare la parola agli elettori perché “La Francia ha bisogno di una maggioranza chiara, serena e concorde”. Il presidente ha parlato di «decisione grave, pesante», ma che è «un atto di fiducia democratica, di fiducia nei francesi», che «vale di più che tutte le soluzioni arrangiate». Ha di fatto anticipato la resa dei conti, che sarebbe comunque arrivata in autunno, piuttosto che una paralisi politica visto che il presidente non ha la maggioranza e ci sono minacce di voti di censura sulla prossima finanziaria.
Ovvio che Macron si accolla un rischio vertiginoso e un azzardo secondo quanto scrivono i giornali francesi: perché quella «maggioranza chiara» che Macron ora chiede ai francesi di esprimere dovrebbe essere diversa da quella che hanno appena indicato di volere? Il partito storico della destra francese sta infatti vivendo una nuova era grazie alla presidenza del ventottenne Bardella che lo guida dal 2022. La scelta di Bardella ha rinnovato l’immagine della guida nel partito facendolo uscire dal nepotismo fra il padre Jean-Marie e la figlia Marine e mettendo in avanti un candidato giovane in grado di scalfire il quarantenne Macron. Inoltre, la famiglia Le Pen ha sempre faticato a fare scordare la sua appartenenza alla grande borghesia, un problema che non ha Bardella nato nella banlieue parigina.
Intanto, lo scioglimento anticipato del Parlamento apre una fase di incertezza per la Francia che ora mette in gioco – si legge su Le Monde nell’editoriale del giorno dopo – «niente meno che il futuro della nostra democrazia, così come il volto che vorremo presentare ai nostri alleati e partner europei, con un continente colpito dalla guerra e un mondo in stato di catastrofe climatica». Che il confronto con l’estrema destra dovesse arrivare lo si sapeva da tempo. Quel che è cambiato nello spazio di una notte è l’arco temporale: «Il peggio andrà evitato in tre settimane, non più in tre anni. Venti giorni per impedire all’estrema destra di arrivare al potere in Francia». Parole chiarissime con cui il primo quotidiano francese non nasconde la sua preoccupazione.