A mezzogiorno del 7 settembre, con puntualità, si è tenuta la conferenza stampa indetta dal Parco Archeologico di Pompei, in esito alla seduta del Comitato di Gestione per l’aggiornamento del Piano Strategico dello sviluppo delle aree comprese nel Piano di Gestione del Sito Unesco “Aree Archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”. L’incontro con la Stampa è stato rapido, direi quasi frettoloso, ed è servito soprattutto ad annunziare – nel pieno della campagna elettorale politica – il fatto che il Comitato di Gestione, composto anche da nove sindaci dell’area vesuviana, oltre che dagli altri organismi territoriali sovraordinati, aveva votato all’unanimità il Piano Strategico aggiornato.
L’aggiornamento del Piano Strategico, presentato a Roma negli anni scorsi alle Commissioni parlamentari, di intesa con l’allora direttore Osanna, dal generale Cipolletta, allora Direttore dell’Unità Grande Pompei, è stato annunciato dal Ministro. Esso però è stato illustrato, sia pure velocemente, dall’attuale direttore De Blasio, che è attualmente a capo dell’Unità Grande Pompei. Hanno brevemente parlato prima del generale Di Blasio gli attuali Direttori Generali dei Parchi Archeologici di Pompei e di Ercolano, rispettivamente Zuchtriegel e Sirano. In particolare Sirano ha accennato alle attività in corso per realizzare finalmente i depositi di Ercolano, mentre Zuchtriegel si è soffermato sulla istituenda Azienda Agricola pompeiana, rivendicando altresì la dieta mediterranea al patrimonio archeologico. E la cosa in verità non ci trova pacificamente d’accordo. Ma è parva materia questa.
Ritornando alla conferenza stampa possiamo quindi dire che degli attori principali dell’intera vicenda del Piano Strategico e del mutante Piano di Gestione Unesco era presente soltanto il Ministro Franceschini, che volentieri si è prestato a interviste radio tv, essendo peraltro impegnato nel tour de force di capolista del Partito Democratico in Campania. Era assente giustificato, invece, l’altro protagonista, il suo dioscuro Osanna.
Lo scenario della conferenza Stampa sprint è stato quello sempre bello della Palestra Grande degli Scavi, dove il generale Di Blasio ha illustrato gli esiti dell’aggiornamento del Piano Strategico presentato la prima volta già nel 2014 e il panorama vasto delle opere finanziate e poste in essere – tra CIS e PNRR – che hanno comportato la dilatazione del finanziamento complessivo per circa cinquecento milioni. Di Blasio però, inaspettatamente per l’uditorio variegato, si è soffermato sopratutto sull’area pompeiana e su quella contigua, trattenendosi sull’ammodernamento e riconversione della tratta ferroviaria Torre Annunziata/Castellammare/Gragnano e sul Polverificio Borbonico di Scafati, passato da qualche anno alle competenze del Parco Archeologico di Pompei. La vera novità per gli astanti è stato apprendere che una compagnia del Corpo Carabinieri ne occuperà la parte principale sul versante scafatese.
Sull’area fluviale del Sarno, contigua al polverificio, dovrebbero presto però iniziare i lavori del risanamento del fiume. E si farà presto anche la passeggiata pedonale da Villa Misteri a Villa Regina di Boscoreale. L’ultima parte del breve report di Di Blasio ha riguardato la Pompei nuova, cenerentola del comprensorio, piuttosto che quella antica. Gli argomenti riproposti infatti sono stati i medesimi in discussione localmente da ormai circa un lustro, sepolti da un mare di chiacchiere tra antagonisti e fautori di opere che oggi, ad anni di distanza dal loro annuncio, non vedono né inizio né, tantomeno, fine. In primis l’ex HUB turistico, che ci siamo stancati di definire il “desaparecido”, perché sarà sostituito da qualcosa di simile sulla tratta da Torre Annunziata a Castellammare. In secundis, il Progetto EAV, vagheggiato dai fautori ed esecrato dagli antagonisti No Tutto.
Prima di chiudere la conferenza Stampa il generale Di Blasio, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dovuto dar fondo alle proprie capacità dialettiche per dare risposta a due semplici ma “ficcanti” quesiti. Il primo era questo: non era meglio fare prima l’aggiornamento del Piano Strategico secondo il Piano di Gestione Unesco e poi l’attribuzione dei fondi ai vari progetti? Il secondo era invece questo: Perché non è stato finanziato il progetto del rafforzamento dell’asse viario del lungo fiume Sarno, Via Ripuaria/Via Bonifica/fino al nodo stradale della 268 bis del Vesuvio, di fatto parallelo alla vecchia e intasata Statale N°18? Le argomentazioni delle risposte – nonostante la buona volontà del generale Di Blasio – hanno avuto il limite impostogli dalla totale incoerenza tra Piano Strategico e Piano di Gestione Unesco, più volte richiamato da tutti gli intervenuti all’incontro Stampa, ma di fatto soltanto un convitato di pietra. E questa, in verità, non è parva materia.