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Fiducia per ripartire. Le proposte del C.I.E.V.

by Alberto Drezza
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ripartenza

L’Autore è Direttore del Collegio Imprenditori Edili del Veneto e Vicepresidente di UCSI – Unione dei Consorzi Stabili Italiani.

II Collegio Imprenditori Edili del Veneto è nato nel 2018 per volontà di un imprenditore veronese, Giancarlo Bertelli, che ha deciso di “metterci la faccia” nel tentativo di contribuire in maniera diretta al miglioramento della normativa nel settore dell’edilizia.

Oggi il Collegio vanta una sessantina di aziende iscritte del territorio regionale, tutte accomunate dalla specificità di rivolgersi al mercato degli appalti pubblici.

Mai come in questo momento di difficoltà, dovuto all’emergenza Covid-19, abbiamo bisogno di fare rete nel tentativo di rilanciare l’economia del nostro settore, composto essenzialmente da piccole e medie imprese.

Come fare questo.

Chi decide di fare impresa oggi può essere tranquillamente definito un “eroe” o un “pazzo”, che mette a repentaglio la propria professionalità, il proprio impegno e la propria dedizione per creare occupazione, sviluppo e ammodernamento dell’intera società.

Con il difficile compito di districarsi nel labirinto di leggi, balzelli, regolamenti, linee guida, DPCM, protocolli di sicurezza, specie in materia di appalti pubblici, nel tentativo di far sopravvivere la propria azienda, costretto ad eseguire lavori che le Amministrazioni pubbliche appaltano con progetti inadeguati e lacunosi.

Bisogna uscire dal luogo comune di paragonare l’imprenditore ad un “delinquente”, socialmente pericoloso, pronto a corrompere ed agire in modo scorretto, quindi da sorvegliare costantemente e da punire in modo esemplare.

Solo con la logica della fiducia abbiamo speranza di ripartire. Queste dunque le nostre proposte:

  • LIQUIDITA’:
  • – provvedere, a seguito di sospensione dei cantieri, a redigere il SAL a tale data, indipendentemente dall’importo raggiunto, e disporre il pagamento degli importi maturati a quella data;
  • – liquidare, alle imprese, un ulteriore acconto del 20% sui lavori ancora da eseguire, da accumulare all’acconto che già percepiscono da contratto come previsto dal codice, garantito da apposita fideiussione;
  • – autorizzare la presentazione di fatture su SAL mensili, da approvare e liquidare entro i successivi 30 giorni;
  • – riconoscere e liquidare i maggiori oneri della sicurezza scaturiti dall’adeguamento “sanitario” dei cantieri previsti dai protocolli in essere;
  • – sospendere lo split payment fino al prossimo 30.06.2021 per consentire alle imprese che lavorano con gli enti pubblici un normale e fisiologico ciclo finanziario, soprattutto in questa particolare fase di difficolta;
  • NUOVI LAVORI:
  • Finanziamento e avvio immediato di un massiccio programma di manutenzione e nuove costruzioni a servizio delle nuove esigenze del Paese e della collettività, da attuare attraverso gli Enti Locali, in particolare sui settori:
  • – Scuole ed edifici socio-sanitari;
  • – Prevenzione dissesto idrogeologico e ambientale; Strade, ciclabili e verde pubblico;
  • – Reti acquedotto e smaltimento acque reflue;
  • – Progetti di rigenerazione urbana con il principio della “demolizione e ricostruzione”;
  • DEROGHE CODICE APPALTI:
  • al tal fine è necessario che quanto detto sia accompagnato da alcune deroghe/modifiche all’attuale codice appalti per avere norme chiare e di semplice attuazione che consentano di affidare i lavori ad imprese serie e performanti, restituendo serenità agli operatori del settore, in particolare:
  • – estendere il campo di applicazione delle procedure negoziate fino alla soglia comunitaria, con l’obiettivo di velocizzare “la realizzazione degli investimenti”, attraverso una più forte semplificazione delle procedure d’appalto, lasciando massima autonomia alle stazioni appaltanti nell’individuazione delle imprese da invitare, dimostrando ex post (ogni 6/12 mesi) l’applicazione complessiva dei principi di rotazione e della libera concorrenza;
  • – definire norme che, da un lato, non consentano di mascherare come OEPV procedure di fatto al massimo ribasso e, dall’altro, limitino al minimo l’utilizzo di procedure che si riducono a grandi (e pericolose) lotterie pubbliche (come le gare aperte al massimo ribasso);
  • – allineare il quadro normativo italiano a quanto previsto dalla Comunità Europea, soprattutto in tema di subappalto, elevando il limite dal 40% al 50% per la categoria prevalente e al 100% per le categorie scorporabili, così da permettere alle piccole medie imprese la possibilità di inserirsi maggiormente sulle quote del mercato, consentendo altresì lo stesso subappalto alle imprese partecipanti la medesima procedura di gara;
  • – limitare la responsabilità erariale e RIVEDERE il reato di “abuso d’ufficio”, per dare serenità alle stazioni appaltanti (RUP, DL, ecc.), oggi più preoccupati di “difendersi” in una giungla normativa che potrebbe ritorcersi contro di loro a causa degli atti adottati, piuttosto che impegnati ad individuare soluzioni  che consentano di ottenere opere pubbliche di qualità e durabilità, che vengono ultimate, e ultimate in tempi certi, richiesti dalle esigenze delle nostre comunità;
  • PROGETTI E PREZZI
  • Occorre garantire alle imprese prezzi remunerativi, condizione necessaria per la sostenibilità e la serietà dell’offerta e presupposto essenziale per la libera concorrenza. La rincorsa ad un risparmio economico fine a se stesso ha contribuito a mettere in ginocchio il settore, oltre ad annullare quegli effetti durevoli che la spesa pubblica deve garantire. Occorre condividere e aggiornare continuamente, territorio per territorio, un prezzario di riferimento vincolante per le stazioni appaltanti, che dovranno altresì mettere a disposizioni progetti veramente esecutivi e ben fatti, con le quantità necessarie a realizzare opere di quanta, sostanziale condizione di efficacia e di efficienza dell’azione amministrativa volta a tutelare interessi pubblici generali.
  • Questo elemento servirà altresì a gestire gli inevitabili imprevisti di questa fase, nonché preservare un patrimonio imprenditoriale strategico per il futuro del Paese.