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E’ un po’ di tempo che mi ritrovo a scrivere compianti per illustri nomi scomparsi. Epicedi, si direbbe alla greca, compianti funebri che servono più a chi resta che a chi è andato via.
Piero Angela ha tracciato un solco importante nella nostra formazione, ha divulgato, informato, letto fenomeni ed eventi, riconducendo ogni interpretazione alla chiave strettamente razionale. Ha preso posizioni lucide, fuori da qualunque battage politico, come recentemente, in un’intervista a Fabio Fazio, ha fatto schierandosi a favore delle unioni omosessuali affermando che l’omosessualità non è contro natura.
Ancora una volta vorrei proporvi una esperienza personale dei libri di Angela. Era il 1997 e con Repubblica cominciarono ad uscire i fascicoli di Viaggio nella scienza, uno dei suoi testi più noti. Erano gli anni in cui la divulgazione scientifica stava diventando realtà attraverso trasmissioni quali La macchina meravigliosa, Quark, Superquark. Far conoscere ai figli e ai nipoti, attraverso un linguaggio semplice ma estremamente preciso il mondo della natura, sembrava a noi mamme (e non solo) la via più corretta per avvicinarsi alla realtà naturale.
Io penso che la serietà debba essere nei contenuti, non nella forma (…) da un lato comprendere nel modo giusto le cose, interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio, dall’altro essere non solo chiari ma anche non-noiosi, pur mantenendo integro il messaggio (anzi, non aver paura di esser divertenti: l’umorismo è uno dei compagni di strada dell’intelligenza). Per queste ragioni, paradossalmente, si può dire che è più difficile… essere facili. Tutti, infatti, sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso.
Per tali motivi ai più giovani piaceva leggere o vedere in tv questo signore elegante e riservato che, con serietà e semplicità, presentava argomenti affascinanti e apparentemente semplici, in realtà di grande complessità.
Forse ancor più che un epicedio abbiamo provato a comporre un peana, un canto di celebrazione di un eroe vittorioso. Se volessimo trovare un neo in tanta bellezza razionalistica, si potrebbe dire che la sua fu forse una vera e propria crociata ideologica che mirava all’assoluta supremazia del positivismo, rifiutando qualsiasi dubbio metodologico. Proprio lui – il grande Piero Angela – ha avuto però bisogno della musica, della sua potenza catartica e curativa, oltre ogni razionalità.
La musica, dice Schopenhauer, offre la possibilità di intuire immediatamente l’idea del mondo nella sua particolarità e totalità allo stesso istante dell’esecuzione e dell’ascolto. La musica ci dà l’intimo nocciolo che precede ogni informazione, ossia il cuore delle cose. Un atto intuitivo, dunque, che completa e dà senso all’immagine dell’uomo di scienza.
Buon viaggio, papà