“Chi comanda sul mare? No alla ‘delega’ ai Beni culturali”. A dirlo lo scorso primo dicembre è il presidente di Federlogistica, preoccupato perché il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, avrebbe annunciato di voler chiedere alle Soprintendenze di porre più vincoli possibile sugli impianti eolici. Si teme il ruolo invasivo dei Beni culturali, attesa l’importanza dell’energia eolica in mare per la elettrificazione delle banchine portuali. Il rischio sarebbe addirittura quello di “bloccare lo sviluppo della Blue Economy” in Italia.
“Appoggio a Sgarbi sulle rinnovabili” è invece la posizione di Italia Nostra. Il sottosegretario avrebbe ragione a dire che non si può distruggere il paesaggio per assicurare l’autonomia energetica. Attualmente sarebbero giacenti presso la Commissione VIA nazionale ben 517 progetti eolici ma non si sarebbe ancora approfondito il rapporto costi/benefici delle FER, laddove l’elemento determinante è la capacità produttiva rispetto alla potenza installata. “A causa della scarsità e della variabilità del vento, le pale eoliche in Italia producono la metà dell’energia prodotta da quelle collocate sulla costa atlantica dell’Europa”. E allora perché si vogliono installare 10 GW di eolico in Italia?
Chi ha ragione? Forse entrambi, forse sarebbe necessaria una sintesi.