Il 1° Gennaio del 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione, venne eletto Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, dopo essere stato Capo provvisorio dello Stato in un difficilissimo periodo del secondo dopoguerra mondiale. A lui successe dal 1948 al 1955 Luigi Einaudi, giornalista ed ex Senatore del Regno prima dell’avvento del fascismo, nonché governatore della Banca d’Italia dal 1945 al 1948.
Successivamente, hanno ricoperto la carica di Presidente della Repubblica: Giovanni Gronchi (1955-1962), cresciuto nel partito di Don Sturzo e partecipe ai lavori della costituente; Antonio Segni (1962-1964), tra i componenti del Partito popolare italiano; Giuseppe Saragat (1964-1971), partigiano durante la Resistenza ed Ambasciatore italiano in Francia; Giovanni Leone (1971-1978), parlamentare e professore di Diritto e procedura penale; Sandro Pertini (1978-1985), partigiano durante la Resistenza e direttore dell’Avanti; Francesco Cossiga (1985-1992), professore di Diritto Costituzionale; Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), membro dell’Assemblea Costituente, promotore della moneta unica europea; Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006), governatore della Banca d’Italia; Giorgio Napolitano(2006-2013 e 2013-2015), Presidente della Camera, scrittore e saggista.
Attualmente ricopre la carica di Presidente Sergio Mattarella (2015), già Ministro e deputato della Democrazia cristiana, fratello di una vittima illustre della mafia, Pier Santi Mattarella, uomo di notevole spessore culturale, politico di grande umanità.
Nella serata alla Scala di Milano del 7 Dicembre, dove si rappresentava l’opera lirica “Macbeth” di Giuseppe Verdi, al suo arrivo nel palco d’onore del teatro c’è stata un standing ovation ed un applauso di sette minuti, grande tributo di stima e affetto ad un uomo che ha saputo conquistare gli italiani con il suo garbo e la sua autorevolezza. Il Presidente, nonostante le pressioni a ripetere il settennato, più volte ha ribadito che non gradisce essere rieletto.
Tra i nomi di possibili candidati oggi si fa insistentemente quello di Draghi, figura altrettanto autorevole e altamente accreditato in Europa.
Il ruolo e i compiti di un Presidente sono importantissimi e definiti dalla Carta costituzionale: è il Capo dello Stato, garante della Costituzione e rappresentante dell’unità nazionale. Il Presidente è eletto a scrutinio segreto dalle Camere e da tre delegati per ogni Regione votati dal Consiglio regionale, in modo da assicurare anche la rappresentanza delle minoranze.
Nella storia dell’attuale Costituzione italiana alcune elezioni sono state celerissime, come per Francesco Cossiga eletto al primo scrutinio, altre faticose, come per Giovanni Leone dopo 23 scrutini. Fu la più lunga e l’epilogo di questa presidenza fu molto triste.
Il Presidente della Repubblica in Italia non determina i tre poteri dello Stato, legislativo, esecutivo e giudiziario, come teorizzava Montesquieu nel saggio “Lo spirito delle leggi”, ma partecipa nell’unità della nazione alle scelte del Parlamento, del Governo, della Magistratura e promulga le leggi approvate dal Parlamento e controfirmate dai rappresentanti del Governo. Presiede il Consiglio superiore della Difesa e delle Forze armate, funzione delicatissima nei momenti di tentativi eversivi terroristici con pericolo per la sicurezza dello Stato.
Il Presidente della Repubblica al di fuori delle sue funzioni può essere accusato di alto tradimento ed attentato alla Costituzione. Il Presidente può concedere la grazia e commutare le pene esercitando con umanità il ruolo di garante della giustizia.
E’ evidente quanto il ruolo sia di grandissima responsabilità per la tenuta del Paese e per il senso di appartenenza alla Comunità Italia.
Il Presidente si rivolge alla Nazione in particolari e difficili momenti facendo appello alla coesione, alla solidarietà e alla sensibilità patria, come nel caso della Pandemia. Ma anche nei momenti di festa, come ad inizio di ogni anno nuovo e in particolari occasioni sportive per omaggiare i nostri atleti. Memorabile l’esultanza di Pertini, in tribuna con Bearzot per la vittoria dei mondiali di calcio, e dello Stesso Mattarella, quarant’anni dopo, per l’Italia campione d’Europa.
La Costituzione italiana assegna al Presidente della Repubblica il ruolo centrale di garante della Costituzione, “la più bella del mondo” come ha recitato in più occasioni Roberto Benigni.
Tra il 18 e il 22 Gennaio 2022, i grandi elettori composti dai parlamentari di Camera e Senato e dai rappresentati delle Regioni saranno convocati dal Presidente della Camera Roberto Fico per eleggere il Presidente della Repubblica, in piena quarta ondata della pandemia da Covid-19, periodo ancora più complicato dell’avvio della nascita dello Stato italiano dopo un disastroso regime, una guerra mondiale e una feroce lotta civile.
Allora, però, vi erano i capi, i dirigenti di quasi tutti i partiti appena usciti dalla clandestinità, gli esponenti delle organizzazioni operaie, i giuristi, il fiore dei costituzionalisti italiani, gli economisti, personalità di grande spessore culturale, sociale e passione politica.
Oggi, di fronte al nanismo politico e ai partiti leaderisti, privi di classe dirigente, senza conoscenza e capacità di costruzione di una visione generale, vi sono due personalità convergenti e parallele di grande spessore europeo e mondiale, Sergio Mattarella e Mario Draghi, mentre il Parlamento appare svuotato e ridotto alle ratifiche, i Partiti senza la partecipazione democratica, i Congressi basati sulla fedeltà ed i tesseramenti degli assemblati.
La rincorsa ai sondaggi e agli umori del momento hanno ridotto il Paese ad un deserto privo di idea della politica nella sua essenza più nobile di visione protesa al bene comune e non agli interessi di pochi. La stessa scarsa partecipazione al voto è la risposta di un popolo ormai allo stremo, senza speranza.
Negli ultimi decenni, di fatto, i Presidenti della Repubblica hanno esercitato una “persuasion” per dare alla Nazione un Governo capace di affrontare criticità sanitarie, economiche e sociali.
Oggi spetta ancora una volta a Mattarella e Draghi trovare una soluzione per la lotta alla pandemia, ai piani per utilizzare i finanziamenti europei e ai gravi problemi sociali ed economici.
Sono “costretti” con il loro alto magistero a garantire unità ad un Paese che rischia di cedere e perdere la sua coesione e stabilità sociale, a dare speranza alle nuove generazioni e a quanti hanno dedicato la propria vita alla crescita dell’Italia con progetti innovativi per la salvaguardia dell’Ambiente, la centralità della Scuola e della Cultura, lo sviluppo sostenibile e soprattutto a promuovere l’effettivo diritto di ogni cittadino al Lavoro.