Alcuni giorni fa, la IV Commissione del Consiglio regionale ha prodotto un disegno di legge contenente misure in materia di governo del territorio. Si tratta della legge annuale di semplificazione 2018, una di quelle norme che non attirano l’attenzione della gente, soprattutto se vengono proposte all’improvviso a metà luglio, ma che intervengono direttamente sulla qualità della nostra vita. Tanto che Associazioni, professionisti e cittadini hanno firmato un manifesto, pubblicato sul nostro giornale, per dire no alla legge e i consiglieri regionali dei 5Stelle si sono decisamente opposti, ottenendo il ritiro degli articoli più contestati. Sono invece ben note le polemiche sulla Sanità tra il ministro Grillo e il presidente De Luca.
Ma qual è, concretamente, la materia del contendere? Per capirlo ci siamo incontrati con i consiglieri regionali Maria Muscarà e Vincenzo Viglione, M5Stelle, e con l’architetto Cristoforoni, firmatario del manifesto DiciamoNo alla legge DimmiDiSi.
Perché la legge non va bene?
Viglione. Perché sostanzialmente consente aumenti di cubatura per le aree industriali e l’edilizia abitativa, in deroga agli strumenti urbanistici. Intervenire senza uno strumento pianificatorio adeguato è pericoloso. Siamo in ritardo con i piani urbanistici comunali, anche perché non si sa a quale norma sovraordinata vadano adeguati, i piani territoriali di coordinamento in molti casi sono scaduti o non esistono, non c’è un piano territoriale regionale né una pianificazione urbanistica aggiornata. Bisogna partire dal recupero delle aree non utilizzate piuttosto che consentire aumenti di volumetria e cambi di destinazione d’uso, quando poi sul nostro territorio ci sono migliaia di vani inutilizzati.
Cristoforoni. E’ una norma che può portare alla devastazione del nostro territorio. Nello specifico dell’area flegrea, nonostante presenti un rischio vulcanico ben più alto di quella vesuviana, sono di fatto consentite le costruzioni già previste a Bagnoli e Pozzuoli. Per evitare questo, il Movimento ha presentato a gennaio una proposta di legge per integrare la zona rossa dei Campi Flegrei con quella vesuviana, assimilandole con gli stessi vincoli, ma inutilmente. Questo è un fatto gravissimo.
Ma in Costiera il discorso è diverso.
Viglione. In costiera bisogna capire cosa si vuole fare. Se si tratta di far fare agli albergatori quello che vogliono, senza attenzione al territorio, tant’è che si rimuovono una serie di vincoli, è ovvio che si sta facendo il gioco della speculazione. Non si può venire in Consiglio regionale a parlare di salvaguardia del territorio e poi dare ulteriore possibilità di cementificare. Dobbiamo scegliere la strada della mitigazione del rischio idrogeologico e se poi ci sono interventi da fare, farli nel rispetto dei vincoli.
Ora, però, la legge è cambiata.
Viglione. L’attenzione mediatica da noi suscitata ha spinto la stessa maggioranza a ritirare queste proposte, ma è prevedibile che saranno ripresentate nel prossimo collegato alla finanziaria regionale e, in quel caso, noi interverremo.
Muscarà. Hanno presentato con tanta forza questo provvedimento, al punto di farlo arrivare in Commissione alle 11,30 del venerdì per poi discuterlo il martedì, e alla fine lo hanno modificato. Un atto vigliacco per non fare approvare i nostri emendamenti.
Qual è la vostra proposta alternativa?
Viglione. Bisogna legiferare con disciplina. La prima cosa da fare è il piano paesaggistico, come detto dallo stesso De Luca in aula quasi due anni fa. Una volta definite le reali esigenze del territorio e le relative misure di salvaguardia si potrà fare una pianificazione seria. Il caos è il regno degli speculatori. Noi siamo pronti a collaborare come abbiamo sempre fatto, purché ci venga data la possibilità di intervenire in maniera seria e con tempi ragionevoli.
Cristoforoni. Occorre un programma nazionale di rigenerazione urbana da considerare come alternativa virtuosa alle espansioni incontrollate e all’ulteriore consumo di suolo.
Le altre opposizioni come si sono comportate?
Viglione. E’ stato fatto il giro dei vari gruppi politici per capire ciascuno di loro quali interessi avesse. Il giro si è fermato quando sono arrivati a noi. Se viene meno il dibattito in Commissione è chiaro che si sta facendo un mercato tra la maggioranza e una parte dell’opposizione.
E’ rimasta in piedi la parte della legge relativa all’ambiente e ai lavori pubblici.
Muscarà. Gli impianti di trattamento dei rifiuti che De Luca sta tentando di fare, che lui chiama di compostaggio, sono in realtà impianti per la produzione di biogas. I Sindaci, dopo essere stati interpellati, si sono ritrovati con impianti molto ravvicinati tra loro, di potenza molto più elevata rispetto a quella richiesta, per una quantità di rifiuti assai superiore, proveniente magari da grandi città. Quindi, per come sono previsti, non li hanno più voluti. E’ stata la conseguenza di una cattiva programmazione. Anche le Associazioni non si fidano. Vedi l’impianto di Salerno, tanto magnificato, e poi fermato dall’ANAC perché non faceva nulla di quello che era previsto facesse. La diffidenza nasce quando le scelte non sono condivise. Dopo tre anni durante i quali non ha realizzato niente, ora De Luca prova quest’ultima carta: una legge che impone le sue scelte ai Comuni e impedisce loro qualunque possibilità di intervento e di opposizione.
Viglione. Quando fu presentata la legge sui rifiuti, che doveva essere rivoluzionaria e risolutiva, De Luca e Bonavitacola dissero che restituiva la possibilità di scelta ai comuni. Oggi si approva una norma contraria che consente alla Giunta di individuare un impianto come strategico e forzare il processo di approvazione. Il problema è politico. Il modello di governance è sbagliato. Bisogna intervenire dal basso interpellando i Comuni.
Cristoforoni. Con questa legge si vogliono approvare opere definite di pubblico interesse strategico regionale, anche con la scusa delle multe europee, per esautorare la volontà dei Comuni e delle comunità locali. Non è altro che uno Sblocca Italia in salsa deluchiana.
Ora che si fa?
Muscarà. Ci vuole tempo. Prima di tutto va ridotta la produzione di rifiuti. Bisogna aiutare i cittadini a cambiare i propri comportamenti, altrimenti nessuna filiera potrà essere miracolosa, premiandoli con una gestione attenta che faccia pagare solo il rifiuto che si produce. Nel 2013 regalammo al Comune di Napoli un piano per la gestione dell’umido che gli avrebbe consentito di dotarsi di piccoli impianti di quartiere. Il Comune lo mise nel cassetto per promuovere subito dopo due grossi impianti di biogas, a Scampia e a San Pietro a Paterno, mai realizzati perché troppo impattanti, e adesso vogliono fare il grande impianto a Napoli Est.
Cristoforoni. Ci stiamo organizzando, come consiglieri regionali e come associazioni, per fare ricorso avverso un provvedimento normativo punitivo nei confronti degli Enti locali, ai quali vengono falsamente imputati i ritardi che sono invece della Giunta regionale.
Il ministro Grillo, affiancata dalla consigliera Ciarambino, ha detto che se De Luca vuole fare il Commissario alla Sanità dovrà passare sul suo cadavere. Parole forti.
Viglione. Esiste prima di tutto una incompatibilità di ruoli. Se lo Stato esercita i suoi poteri sostitutivi attraverso la nomina di un commissario è assurdo che questo sia il Presidente della Regione, perché il rischio più banale è che faccia scelte politiche, per esempio, sulle nomine.
Ma le nomine vanno comunque fatte, volete farle voi che avete il Ministero della Salute?
Viglione. Il Commissario opera in sede tecnica e non politica. Invece il Presidente/Commissario sarebbe un organo politico, con il rischio che difenda un ospedale o un presidio piuttosto che un altro, mettendo in secondo piano le vere esigenze. Non possiamo fare un piano ospedaliero svuotando il centro di Napoli e lasciandolo senza presidi validi. Pensare di spostare tutto all’Ospedale del Mare, come se fosse la soluzione di tutti i mali, è sbagliato. La gestione deve essere completamente sganciata dalla politica o il sistema va in tilt. Sovrapporre le due figure di Commissario e Presidente potrebbe innescare questo meccanismo.
Muscarà. Nessuno di noi crede ai supereroi. Come può un Presidente di Regione, che ha già tanti problemi da risolvere, farsi carico anche di un ambito così specialistico e complicato come quello della Sanità. Vedremo quale sarà la scelta del Ministro, ma quello che succede nella Sanità campana è sotto gli occhi di tutti e non sono solo i recenti festeggiamenti ad evidenziarlo.
Un voto all’operato della Giunta.
Muscarà. Non c’è voto, è inqualificabile.
Un voto all’operato del Consiglio.
Viglione. Il giudizio è decisamente negativo. Leggi che hanno pochissimi anni non solo non hanno prodotto effetti, ma necessitano di interventi correttivi. A causa di una maggioranza sorda, stiamo lavorando male.
di Flavio Cioffi