Due notizie geo politiche da analizzare. In questa giornata del 25 Aprile. Sulla tragica guerra in Ucraina. Eccole. Atomiche in Polonia e dollari a Kiev 61 miliardi. Scongiurate le prime. Volute dal presidente polacco Duda e bloccate dal britannico indiano Suniak. Su certe cose gli inglesi sono lavoce militare e strategica americana. Bene il diniego quindi. Immaginate se la Polonia avesse messo testate nucleari contro Mosca, che contraccolpo vi sarebbe stato? Tragica escalation e precipitare ancor più grave della crisi mondiale. Con pericolo di incidenti e first strike alle porte di Mosca, a sua volta armata di megatoni fino ai denti. Visto che i russi si sentono assediati da 30 basi di cui 15 nuove dopo il 1989 in frode a Gorbaciov, a suo tempo cooperatore coesistente e ignorato via via da Occidente, con cui voleva cooperare alla Sacharov.
Ma il pericolo non è solo la minaccia sotto casa della Russia. Bensì lo squilibrio strategico che deriverebbe da armi nucleari in Polonia. Poiché ciò che gli atlantisti più ferrigni non capiscono è che l’Europa atomica e missilistica già forma una barriera contro la Russia. Una vers antemurale. Che da un lato può colpire, ma dall’altro intercettare a metà strada ogni risposta russa verso USA! Con le conseguenze che ne già ne derivano sul piano del dominio geo globale degli spazi. E così con le atomiche in Polonia basterebbe una inezia. Un errore, a innescare l’apocalisse a catena. Ma tutto questo gli atlantisti sugli spalti non lo intendono. Per fortuna lo capiscono almeno Stoltenberg e Suniak: niente atomiche in Polonia. Non senza che il secondo dichiari: “porteremo la spesa militare al 2, 7 dal 2, 3”. E sia. La Gran Bretagna è già una potenza nucleare. Integrabile e di supporto, dentro un eventuale esercito Europeo. Purché a guida autonoma e su proprie linee geo politiche. Ma al momento almeno al confine russo il Dominus Usa ha detto saggiamente no.
E veniamo a Biden e Trump. Il primo strappa i miliardi ai repubblicani grazie al loro speaker Johnson. Son 61, tra magazzino, acquisti e aiuti per pagare gli stipendi ucraini. Come mai? Semplice. C’è un accordo bipartisan tra i due fronti. Viceversa, lo speaker repubblicano non sarebbe andato dal gran capo Donald a Mar a Lago a farsi benedire! E a strapparne l’assenso. Certo, concessioni reciproche! E però c’è un punto comune cementato da establishment militare e industriale. Che conta ed è bipartisan. E il punto è questo: dal pantano ucraino si uscirà. Whatever it takes. O con Biden o con Trump. Consolidando la trincea ad est sulla faglia di una nuova guerra fredda e con spartizione. Eccone i termini. Pace per territori e sicurezza di Ucraina a nord di Donbass e senza Crimea. E sicurezza russa sul mar Nero e ad est del Dnjepr. Con NATO fuori o dentro si vedrà, ma con ragioni e regioni russe nero su bianco. Provvisorio che sia l’accordo coreano. E che la Russia firmerà. Trump con questo placet a Biden guadagna credito in alto e in basso. E Joe Biden guadagna tempo e chance. L’America vuol chiudere con Russia, incalzata da inflazione, malumore populista e sfida cinese. Mentre la Russia avanza a nord di Advjika e verso Kharkiv e Kramatosk. E in più si prospetta l’offensiva di maggio che entro il 9 riecheggerà propagandisticamente la vittoria sul nazismo del 1945. Potrà forse Putin rallentare l’avanzata. Per scelta o per via di nuovi aiuti a Kiev, ma mai e poi mai la Russia uscirà da ciò che occupa ormai in forze. In questo senso la sua guerra è vinta. Perciò contro ordine per chi puntava a guerra di liberazione senza fine. E a roll back russo. Ve lo dice sul Corriere anche il ben informato Rampini, molto addentro alle cose dei gruppi dirigenti trasversali americani. Perciò si tratterà e si chiuderà al più tardi in autunno. Resteranno indietro sulla pace solo i social & dem europei? Scavalcati magari da una svolta “pacifista” di destra sovranista dopo le elezioni nella Ue? Sarebbero il danno e la beffa supreme! Eppure quanto a noi italiani, proprio il 25 Aprile potrebbe essere una splendida occasione per far valere un efficace ed attuale binomio valoriale, nel segno della pace giusta e necessaria. Oggi e sempre. Resistenza e Coesistenza tra sistemi e popoli. Da Ucraina ai due Stati in Palestina.