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Decarbonizzare il settore marittimo, lo studio di RINA, Assarmatori e Confitarma

by Redazione
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RINA, Assarmatori e Confitarma hanno presentato recentemente alla Camera il documento “Da oggi al 2050: tra sfide e opportunità per l’industria marittima”. Lo studio contiene le considerazioni del Comitato italiano di RINA per la decarbonizzazione dell’industria marittima.

In primo luogo sulla necessità di norme internazionali chiare e uniformemente applicate. Quindi: investire in ricerca e sviluppo, in adeguate infrastrutture per rendere disponibili carburanti puliti e nuove tecnologie, nella formazione per gestire i nuovi combustibili in sicurezza.

Tra le soluzioni tecnologiche esaminate applicabili: i biofuel (miscelabili con combustibili convenzionali o utilizzati puri), la carbon capture and storage – CCS (attualmente l’unica tecnologia in grado di rendere i carburanti fossili compatibili con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica a breve termine), il gas naturale liquefatto (che permette una riduzione intorno al 20% di CO2), gli small modular reactor (SMR), il cold ironing e gli interventi operativi per la riduzione dei consumi.

Ovviamente si chiedono investimenti: la maggior parte dei proventi derivanti dall’applicazione della ETS al settore marittimo, dalla FuelEU Maritime e dalle future misure.

Mariella Amoretti, Presidente di Confitarma: “Il settore dello shipping sta affrontando la sfida di bilanciare la sua funzione vitale nel commercio globale con la necessità di adottare pratiche più sostenibili per contribuire concretamente alla decarbonizzazione (…) Dallo studio che presentiamo oggi emerge che una soluzione tecnologica univoca per rendere lo shipping a zero emissioni ancora non esiste e che dobbiamo orientarci realisticamente su un mix energetico che risponda alle esigenze differenti a seconda della tipologia di nave”.

Stefano Messina, Presidente di Assarmatori: “Le navi più recenti sono dotate della migliore tecnologia disponibile per abbattere le emissioni, quelle più datate sono state sottoposte a refitting che hanno ridotto di gran lunga l’impronta carbonica. Accanto a questo, studi approfonditi ed autorevoli come quello che abbiamo presentato oggi dimostrano la volontà di proseguire su questa strada, minimo comun denominatore per l’armamento italiano”.

Ugo Salerno, Presidente Esecutivo di RINA: “Lo shipping è il settore industriale tra i più hard to abate che esistano ed è interesse nazionale, europeo e internazionale che le sue emissioni siano ridotte. Le tecnologie a disposizione del comparto sono molteplici, così come le tipologie di nave e le esigenze armatoriali. Tuttavia, il cambiamento potrà avvenire in modo efficace e sostenibile solo se guidato dall’uniformità normativa”.