L’aggravarsi della già drammatica situazione in Ucraina a causa dell’inasprirsi della ferocia del conflitto armato sviluppatosi tra Esercito Russo e Popolo Ucraino, non ha fermato la mano degli imbecilli tifosi veronesi. Essi, durante l’ultima partita giocata (e vinta) dal Napoli a Verona, hanno esposto uno striscione davanti allo stadio “Bentegodi”, che dovrebbe fare scattare misure esemplari per gli idioti autori della scritta, peraltro abbastanza difficile da decrittare. Ma auspichiamo anche un severo intervento a carico della Società dell’Hellas Verona Football, che rappresenta la squadra veronese nel Campionato di calcio di Serie A in Italia ma non ha provveduto a farlo ritirare con immediatezza.
Lo striscione in questione proponeva all’osservatore/lettore occasionale le coordinate geografiche della Città di Napoli, “ad usum” – auspicato dagli autori, ignoti e idioti – del bombardiere che la volesse bombardare. Una scritta cinica e di cattivo gusto, perché esibita durante bombardamenti veri, su città vere, causa di morti vere, a centinaia, ogni giorno. In precedenza, gli stessi miserabili facevano il tifo per il Vesuvio, affinché lavasse con il fuoco della lava Napoli e i Napoletani. Tanto per gradire, insomma.
Ma, soprattutto per le considerazioni di carattere morale da noi proposte, ci diciamo curiosi di constatare la serietà delle sanzioni – anche da Codice penale se previste – da affibbiare senza risparmio se vogliamo che il Calcio, come sport, non debba diventare definitivamente la sentina di malaffare, odi e rancori, anche classisti e razzisti, che sta diventando, sempre di più e sempre peggio.
Confidiamo quindi nel nuovo Presidente della Lega calcio di Serie A Lorenzo Casini che, anche grazie all’azione forte del Presidente del Napoli De Laurentiis e del Presidente della Lazio Lotito, per la prima volta non è espressione esclusiva dei potentati calcistici Lombardo-Piemontesi. Consentiteci per una volta una frase a ruota libera: ci aspettiamo che Casini faccia il dovuto casino, perché alla fine non avrà fatto altro che il proprio dovere nell’interesse del Calcio con la C maiuscola.
Agli idioti veronesi invece segnaliamo – se non lo sanno già – che i tifosi napoletani hanno già provveduto ad aggiornare la sarcastica, ma innocua, scritta che dedicarono – in risposta ad altre gravi offese veronesi di sapore razzista – a Giulietta Capuleti, la veronese più famosa al mondo. Sì, proprio quella di Romeo Montecchi, del loro rapporto contrastato e del balcone “galeotto”, su cui si issava Romeo per amore, secondo William Shakespeare.
A giudizio inappellabile dei tifosi napoletani, infatti, se prima Giulietta era “zoccola” da sola, stavolta invece sono “zoccole” anche le sue cugine sia quelle di primo, che quelle di secondo grado. Un modo non elegante forse, ma certamente ilare, di controbattere sia pure ad alzo zero e a tutto gas nel WEB. Insomma: prendi, pesa, incarta e porta a casa.
Forse ai tifosi veronesi si può perdonare il fatto che essi ignorano certamente i corsi e i ricorsi storici. E cioè che fino al 1861 Napoli era la capitale di un vasto e ricco Regno, detto delle due Sicilie – aggredito senza dichiarazione di guerra, come oggi l’Ucraina, da uno Stato straniero, armato fino ai denti, ma con le finanze in dissesto,
E, da perfetti ignoranti, i tifosi veronesi coerentemente ignorano che Napoli svolgeva un ruolo di importanza notevole anche a livello internazionale, contrariamente a quanto ci hanno tramandato gli storici savoiardi del tempo, trasparenti come i surreali Comunicati stampa del Governo Russo, che ci informano che è in corso una semplice operazione militare, osteggiata dalla popolazione locale non russofona.
Se i tifosi veronesi poi avranno tempo di rileggere la storia conosceranno il ruolo del Sud borbonico e dei Re Borbone nella cura dei rapporti tra il Regno di Napoli, la Russia e la Turchia nel Mediterraneo. E sapranno forse finalmente degli antichi legami del Regno di Napoli con gli Zar di Russia e dei vantaggiosi accordi commerciali riservati alla flotta navale napoletana da Caterina II, l’imperatrice di tutte le Russie.
E già allora i Russi volevano la Crimea, che ottennero poi grazie anche all’azione mediatrice strategica illuminata di un Napoletano – anzi un Sorrentino doc – l’ambasciatore Duca Maresca di Serracapriola, fidato collaboratore diretto di Ferdinando IV di Borbone, che lo aveva nominato come rappresentante della Corte reale napoletana presso la Corte imperiale Russa. Corsi e ricorsi storici di livello internazionale, altro che il balcone condominiale di Giulietta.