Nelson Mandela, narrando le persecuzioni razziste da lui subite in Sud Africa per la lotta tenace condotta contro l’apartheid una volta ha scritto, riferendosi a se stesso: io ho imparato che il coraggio non è l’assenza di paura, ma il trionfo sulla paura stessa. Se si approccia il tema laicamente non si può che condividere le affermazioni di Mandela, un Titano dei tempi contemporanei, capace di affrontare il Potere costituito, le folle inferocite e il carcere senza paura. E si badi bene che per lo stesso Mandela si trattava di una condanna all’ergastolo nel 1964.
Noi intanto possiamo però concludere, pensando alle sue parole, che l’impavido non è colui che non prova paura, ma colui che diviene padrone della propria paura e la gestisce. Quindi possiamo argomentare laicamente affermando così: La Paura è la capacità di gestione del Coraggio, senza altri fronzoli retorici. Oppure anche così, provocatoriamente: Siamo tutti coraggiosi, quando non c’è bisogno di coraggio. D’altra parte la paura, essendo un istinto animale, appartiene a tutte le specie animali e ha una funzione importante per la salvaguardia delle specie. L’uomo non si sottrae a questa legge naturale. Ma nell’uomo, che è un animale raziocinante al di là degli istinti, la paura può essere un elemento fatale. Nell’uomo, animale evoluto ma pur sempre animale, la paura può determinare comportamenti che arrivano ad eccessi di paralisi fisiologica ma, anche, ad eccessi di attivismo psicofisico, forieri di azioni spesso auto distruttive.
Nel mondo animale ut sic invece essa è sempre collegata a una reazione che prepara l’organismo alla fuga o all’attacco. Ma c’è una terza via comportamentale, quella della scelta della immobilità assoluta, come scelta salvifica: cioè la scelta della “morte apparente” come difesa intelligente per ingannare l’avversario. Si chiama “Tanatosi”, dal greco Thanatos, ma più comunemente la chiamiamo “fare il morto”.
E’ straordinario, ma non rarissimo, questo comportamento.
Addirittura la Volpe comune dei nostri boschi lo pratica. Essa adotta la tattica di fare “il morto” per attirare gli uccelli che non disdegnano i cadaveri, come i Corvi. L’esempio più clamoroso tra i mammiferi è quello di un roditore americano, un Opossum che cade (però, sarebbe meglio dire “si getta”) in uno stato comatoso che può durare ore!! Anche alcuni rettili fanno il morto, addirittura emettendo liquido maleodorante dalla bocca. Ma anche gli anfibi lo fanno: la Rana africana nonché, tra le rane europee, quella Dalmata. E alcuni uccelli, tra cui il Martin Pescatore e una specie di Quaglia. Tra i pesci poi sono numerosi quelli che sfuggono agli squali così. E anche tanti insetti fanno il morto.
Ma ci fermiamo qua per ritornare alla Paura. E all’Uomo. Ebbene, se il coraggio è la capacità di gestione della paura, possiamo ben dire che l’isolamento sociale che abbiamo adottato come forma di difesa è la vittoria sulla paura che ci fa il Corona Virus Covid-19.
In questo periodo intere nazioni, sia pure in varia misura e modalità, hanno fatto o stanno facendo il morto per ingannarlo. Chi più, chi meno, ci stiamo sacrificando tutti. Ma il premio della Vittoria è la Vita.
Anzi, semplicemente la riconquista di una vita normale. Ce la faremo perché ne vale la pena.