Alcuni giorni fa l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha fornito le linee di indirizzo per la raccolta dei rifiuti extraospedalieri da abitazioni di pazienti positivi al Covid19, in isolamento domiciliare, e dalla popolazione in generale.
Ferme restando le disposizioni emanate dalle singole Regioni, e alla luce delle cautele individuate dall’ISS, lo scorso 23 marzo il Consiglio SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) ha ribadito che deve essere garantita sia la raccolta differenziata che indifferenziata.
In particolare, i rifiuti indifferenziati (inclusi fazzoletti, rotoli di carta, teli monouso, mascherine e guanti) provenienti da abitazioni in cui ci sono soggetti positivi al tampone, in quarantena obbligatoria, sono prioritariamente avviati a incenerimento senza alcun trattamento preliminare. Laddove ciò non fosse possibile, detta una serie di regole specifiche (bioessicazione o biostabilizzazione, protezione degli addetti, appositi bigbags, confinamento dei rifiuti in discarica, copertura degli stessi con materiale protettivo, ecc.).
Per ovviare, poi, alle problematiche che l’emergenza sanitaria sta determinando nel ciclo di gestione dei rifiuti urbani, dei fanghi generati dal trattamento delle acque reflue, nonché dei rifiuti prodotti dagli impianti produttivi, appare necessario aumentare la capacità di deposito temporaneo.
Ovviamente, a certe condizioni: garanzia di spazi adeguati a scongiurare incendi; sistemi di copertura; sistemi di confinamento e contenimento; ecc.
Sarebbe, infine, opportuno garantire l’avvio prioritario ad incenerimento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo e di quelli provenienti dalle abitazioni con soggetti positivi in quarantena obbligatoria.