Le misure anti COVID, lo sappiamo, da un lato sortiscono effetti positivi nel contenimento dell’espansione dei contagi, ma dall’altro hanno e avranno effetti problematici per il settore economico e produttivo nazionale. A proposito dell’immagine del Made in Italy, a inizio marzo il ministro degli affari esteri, Luigi Di Maio, ha detto: “I blocchi alle merci sono inaccettabili. E avere Paesi che in queste ore stanno chiedendo dei bollini di garanzia sulle merci italiane è un fatto inaccettabile”.
Proprio alla Farnesina, sempre ad inizio marzo, è stato presentato il Piano straordinario per il Made in Italy 2020 dalla ministra delle politiche agricole, Teresa Bellanova, al fine di supportare le imprese. Iniziativa rinfrancata anche dal titolare del MEF, Roberto Gualtieri. Il piano prevede lo stanziamento di fondi, la partecipazione gratuita ad eventi internazionali, una campagna di comunicazione al fine di rafforzare la filiera alimentare all’estero puntando sulle catene di distribuzione, nonché start-up innovative.
Le conseguenze derivanti dal lock down hanno coinvolto, indirettamente, anche le imprese della filiera agroalimentare. Indirettamente perché sappiamo che il Governo non ha disposto la chiusura delle attività produttive essenziali, sicché, aziende come quelle conserviere dell’agro Nocerino-Sarnese portano avanti la produzione, ma in che modo? È stato registrato un incremento delle vendite on line, per tutta la filiera gli acquisti on line sono aumentate del 20%. La chiusura e il blocco delle attività del comparto HORECA (hotel, ristoranti, pizzerie, agriturismo) hanno indotto un dislivello della distribuzione dei prodotti. Infatti, la distribuzione dei prodotti da 3kg, destinati a ristoranti, pizzerie e altri è ferma, mentre la grande distribuzione (GDO), ossia la distribuzione dei prodotti formato piccolo da 1kg, è costante. Si tratta di un formato destinato ad uso privato e famigliare, quindi deve esserne garantita la fornitura a supermercati e al piccolo commercio alimentare.
Con l’avvicinarsi della stagione estiva, periodo dell’anno in cui la produzione nel settore conserviero è maggiore, abbiamo chiesto come ci si prepara ad affrontarla. I timori non sono pochi. La raccolta dei prodotti è un’incognita ancora non risolta, c’è assenza di mano d’opera. Per le aziende conserviere il raccolto deve essere pronto per la fine di luglio (quando ha inizio la produzione). Si spera di essere pronti e poter procedere. Il pomodoro è uno degli alimenti principali della cucina nazionale e non, e questo permette di avere fiducia.