Si sa, è da sempre che gli vogliono soffiare il posto. Un tecnico senza velleità elettorali che gestisce trasporti, infrastrutture, lavori pubblici, grandi progetti, metropolitana, porto, mobilità, ANM? E i portatori politici di interessi e di voti come lavorano? Non è tanto per le opere pubbliche, che sono una rogna, ma trasporti e mobilità significano consenso.
Abbiamo già assistito a rimpasti in giunta e valzer di nomine. Di recente, Panini nuovo vicesindaco, la Marmorale e Buonanno assessori, Rinaldi alla città metropolitana, Donatella Chiodo dimessasi dalla Mostra d’Oltremare e via dicendo. Ma ora le mire della piccola politica locale si sono concentrate sulle deleghe dell’assessore Calabrese, notoriamente poco incline a farsi condizionare.
Vediamo chi sono gli altri protagonisti della contesa.
Carmine Sgambati, del gruppo Agorà, fedelissimo del sindaco. Ciro Langella, additato dalla stampa come capo dei tassisti napoletani, già presidente di Consortaxi, una cooperativa importante. Nino Simeone, storicamente legato ad ANM, che a suo tempo polemizzò con la scelta di individuare un advisor esterno (scelta rivelatasi poi azzeccata) per il piano industriale dell’Azienda strumentale al concordato.
De Magistris, tirato per la giacchetta, cerca di soddisfare tutti senza cambiare sostanzialmente niente. La delega sulla mobilità tornerebbe a lui e Langella avrebbe la facoltà di avanzare proposte sulla tematica interloquendo direttamente con il sindaco. Non abbiamo trovato il testo del decreto sindacale, pare però che parli di attività collaborativa, propulsiva e propositiva. Aria fritta. Calabrese, al posto della mobilità, acquisirebbe la delega alla pianificazione strategica. Ma allora nella mobilità cosa resterebbe, i dispositivi di traffico?
L’idea non piace a chi, in realtà, puntava alla gestione delle aziende comunali. Calabrese, dal canto suo, non si fascia la testa e fa gioco di squadra, anche perché la sostanza delle cose resterebbe immutata. Inoltre, il sindaco si occuperebbe direttamente di mobilità probabilmente continuando, nei fatti, ad avvalersi di lui.
Si è molto parlato di deleghe ai consiglieri, di mini assessori, di potenziali conflitti d’interesse. Ma non sembra trattarsi di deleghe vere e proprie, che sarebbero forse davvero in contrasto con la normativa sulle differenti competenze e poteri tra Consiglio e Giunta. Piuttosto del riconoscimento di un ruolo di interfaccia diretto con il sindaco, propositivo e di approfondimento. Il che può significare molto o niente del tutto, a seconda di come viene gestito.
Quanto ai conflitti d’interesse è argomento scivoloso. Sotto il profilo della legittimità, in mancanza di conferimento di poteri, potrebbero non esserci. Dal punto di vista dell’opportunità il discorso è diverso, ma è tutto politico e i politici sono appunto chiamati a fare scelte in base alle quali vengono poi elettoralmente giudicati.