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Com’è andato il Premio Napoli 2023

by Piera De Prosperis
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Premio Napoli 2023, 69^ edizione, vincono per la narrativa Silvia Ballestra con La Sibilla, Vita di Joyce Lussu (Laterza), per la saggistica Ivetic con Il grande racconto del Mediterraneo (Il Mulino) e per la poesia Brancale con Dovunque acqua sia voce (Edizioni degli animali). La premiazione, che si è tenuta il 19 dicembre al teatro Mercadante, è stata segnata dalla drammaticità del presente. Silvia Ballestra, in diretta, ha chiesto il cessate il fuoco, ma un po’ tutta la manifestazione sembrava pervasa dalla sensazione di dover contribuire, ognuno per la propria parte, ad un cambiamento sempre più necessario.

Quasi come una premonizione il tema di quest’anno è stato Il Mediterraneo, «un luogo dello spazio e dello spirito, scenario delle grandi sfide del presente, dall’ambiente alle migrazioni» come lo ha definito Maurizio De Giovanni, presidente di Campania legge – Fondazione Premio Napoli. Non sapeva De Giovanni quanto di vero c’era nella sua proposta editoriale, alla luce delle tremende sfide che stiamo vivendo nel mare nostrum. A vincere per la narrativa è stato un racconto centrato su una donna straordinaria, Joyce Lussu, che ha saputo incarnare nel secolo breve un paradigma femminile. Donna libera, attiva, propositiva, forte e gentile, protagonista della sua vita e dei suoi tempi. Anche in questo l’edizione 2023 del Premio Napoli ha dato voce ad istanze mai sopite nella nostra coscienza ma soprattutto, alla luce dei fatti accaduti, ha dato voce ad un tema particolarmente attuale. Insomma un premio che sta cercando una connotazione più vicina ai tempi che cambiano ed alla diversa funzione che la letteratura, in tutte le sue forme, anche quelle più recenti, deve assumere per incidere sulle coscienze.

Nel 2024 il più antico premio letterario d’Italia compirà 70 anni e vuole svecchiarsi. de Giovanni, sempre aperto a nuovi stimoli ed attento a come cambia il mondo della lettura, ha annunciato significative novità per la prossima edizione. Le categorie di narrativa e saggistica si fonderanno in un’unica sezione denominata Il racconto del Mediterraneo (tema del premio resta quindi il Mare nostrum), che assegnerà non più uno ma tre riconoscimenti. La categoria poesia accoglierà anche testi di canzoni ufficialmente pubblicati nell’edizione musicale, novità del resto già accolta dal premio Nobel quando nel 2016, tra mille polemiche, il premio fu assegnato a Bob Dylan. Nasce poi una nuova sezione dedicata a graphic novel e fumetto, in collaborazione con esperti del settore che faranno parte della giuria.

Anche le giurie saranno riformate nella loro composizione. “Intendiamo così dare una veste nuova al premio, in linea con la direzione di Campania legge: seguire le novità che l’editoria offre, adeguare la manifestazione ai linguaggi moderni. Le novità sono un regalo per i 70 anni del premio letterario più antico d’Italia: nel 2024, per festeggiare questo compleanno speciale, organizzeremo un evento ad hoc in estate, così gli appuntamenti ufficiali saranno due”.

Ho ripensato ad una frase di Carlo Levi, scrittore potente, solitamente collegato al suo capolavoro Cristo si è fermato ad Eboli ma in realtà autore di tanto altro: Le lacrime non sono più lacrime ma parole, e le parole sono pietre. Ecco credo che questo debba essere lo scopo futuro del Premio, far sì che le parole possano essere non solo pietre di attacco ma anche pietre di costruzione.