Anche domenica giornata elettorale. Si sono tenuti infatti i ballottaggi delle sfide per l’elezione dei sindaci. In provincia di Napoli, affluenza molto bassa, attorno al 50%. Il caldo e la voglia di mare hanno prevalso.
Dai risultati si evince, e c’era da aspettarselo, che l’effetto dirompente della Lega come alle europee non c’è stato. Anzi la volata tirata dal comandante Salvini ad alcuni candidati, non ha sortito gli effetti sperati.
Per elettori coinvolti, la sfida di Casoria è stata quella più significativa. Bene 57,55%; Russo 42,45%.
Entrambi i candidati hanno qualche precedente politico alle spalle, seppur non di primissimo piano. Entrambi avvocati, entrambi rampolli di buone famiglie storiche casoriane. Raffaele Bene ed Angela Russo si sono sfidati alacremente nel corso di una campagna elettorale che, negli ultimi giorni, ha visto accendersi i toni in maniera anche velenosa. Giocata più sullo scontro personale che sui contenuti politici. Sono volate offese, accuse di verginità politica solo apparente e addirittura una querela. Lasceranno pochi strascichi, i casoriani se ne dimenticheranno e tra un po’ vorranno vedere i primi risultati.
L’avvocato Raffaele Bene è stato sostenuto da un’ampia compagine di centro sinistra, sebbene mascherato da liste civiche, ma soprattutto è stato il candidato di Campania Libera, quella lista satellite del governatore Vincenzo De Luca che fa riferimento al vicepresidente del consiglio regionale Tommaso Casillo, deluchiano di ferro. Pare che anche il consigliere Nicola Marrazzo abbia sponsorizzato la candidatura di Bene, in virtù di una precedente militanza politica comune nell’Italia dei Valori.
Pesante la sconfitta del sindaco PD uscente, Pasquale Fuccio (anche lui avvocato) che non arriva neanche al ballottaggio e che viene superato finanche da Elena Vignati, candidato sindaco dei cinquestelle. I quali ancora una volta, nonostante alle europee abbiano sfiorato il 50% dei consensi, confermandosi primo partito in città, non riescono a scrollarsi di dosso una preoccupante impalpabilità politica alle amministrative.
Importante vittoria dell’elettorato di centro sinistra quindi, ma imbarazzante sconfitta del Partito Democratico cittadino coordinato dal consigliere regionale Antonella Ciaramella.
Il metodo De Luca in provincia di Napoli, dopo Afragola, vince anche a Casoria. Approfittando della debolezza e della disorganizzazione ormai endemica nel PD in Campania, che da anni propone figure dirigenziali di scarsissimo rilievo e capacità politica, il Governatore, consapevole di non avere, dopo la breve parentesi renziana, alcuna sponda a livello nazionale, ingolfa il centro sinistra di liste civiche, molto forti dal punto di vista elettorale, ma che non fanno guadagnare voti allo schieramento, drenandoli, come risaputo, dal PD. Divide et impera, funziona sempre. Almeno sul breve periodo.
Ovvero il risultato elettorale magari arriva pure (Campania Libera governa ad Afragola col centro destra e a Casoria si accinge a farlo col centro sinistra), ma in termini politici e di chiarezza programmatica si aprono voragini impressionanti. Come ci saranno inevitabili imbarazzi alle prossime elezioni regionali (o forse politiche se l’attuale maggioranza governativa giallo verde dovesse implodere sotto i colpi di Salvini).
Casoria, con i suoi oltre ottantamila abitanti, con un passato industriale ormai morto e sepolto e che però ha lasciato ferite ancora lungi dall’essere rimarginate, con la sua identità ancora incerta e da costruire (città di servizi, città di commerci, polo industriale ipertecnologico e a basso impatto, città dormitorio per tanti napoletani che hanno trovato abitazioni più a buon mercato rispetto alla vicina metropoli?), necessita sicuramente di una governance solida e autorevole.
Come ben sa il nuovo sindaco Raffale Bene, persona sicuramente capace e per bene (scusate lo stucchevole gioco di parole peraltro già usato ed abusato in campagna elettorale) e a cui facciamo i nostri migliori auguri.
Sindaco a cui chiediamo di scegliere una squadra all’altezza del difficile compito (professionisti di solida preparazione però ne abbiamo conosciuti in quel di Casoria, giovani, capaci e con la voglia di dedicare tempo ed energia alla propria città).
Compito difficile certamente non solo per la complessità oggettiva di amministrare una grande città nell’area metropolitana di Napoli, ma anche per il contesto storico attuale che vede ridursi i trasferimenti agli enti locali di anno in anno. Compito gravoso a cui certamente non si potrà rispondere con le sole logiche dei piccoli satrapi locali, attenti esclusivamente alle proprie convenienze politico/elettorali, che, seppure legittime, generano inevitabilmente un’ipoteca pesante, una specie di cappa, una palude amministrativa, che mal si accordano con le sfide di cui necessita Casoria.