Riceviamo e pubblichiamo.
Dopo il varo del decreto cosiddetto “Campi flegrei”, a Pozzuoli all’Accademia Aeronautica, arrivano i ministri Nello Musumeci, Protezione Civile, e Gennaro Sangiuliano, Cultura, per un primo incontro con tecnici e sindaci dell’area flegrea. Vie di fuga e verifiche sugli immobili le priorità da affrontare. Tecnici di Protezione Civile e Osservatorio Vesuviano, i sindaci dei sette Comuni flegrei che sarebbero interessati da una eventuale evacuazione della popolazione – mezzo milione di persone – per un faccia a faccia sui contenuti del decreto che stanzia 52 milioni di euro per la prevenzione e l’informazione dei cittadini.
Il Ministro ha spiegato cosa prevede il decreto per i Campi Flegrei:
“Il provvedimento si articola essenzialmente in quattro obiettivi:
1) Un Piano straordinario di analisi della vulnerabilità del territorio;
2) Un Piano di comunicazione alla popolazione, con il coinvolgimento delle scuole e delle aziende, e con il periodico ricorso ad esercitazioni di protezione civile;
3) Una Pianificazione speditiva di emergenza per l’area interessata dal bradisismo; la verifica della funzionalità delle infrastrutture di trasporto e di altri servizi essenziali;
4) Il potenziamento delle strutture operative di protezione civile dei Comuni interessati.”
Proprio alla luce del decreto e delle affermazioni dei ministri in quella sede, destano particolari e forti preoccupazioni le risposte dell’Assessore Cosenza e del Sindaco Manfredi.
In merito alla riqualificazione di Bagnoli, che prevede la costruzione di nuove case, alberghi, centri commerciali e uffici, in piena zona rossa e in piena crisi bradisismica, l’assessore del Comune di Napoli Edoardo Cosenza ha affermato: “Non cambia nulla, perché abbiamo ritenuto che costruzioni con determinate caratteristiche e una maggiore informazione possano ridurre il rischio.”. Testualmente: “I Campi Flegrei non hanno una legge così vincolante come il Vesuvio, è una scelta e quindi diciamo, perché se si prendono misure, ne discutemmo a lungo, se si pigliano misure di prevenzione, una costruzione può far diminuire il rischio invece di farlo aumentare, contemporaneamente faccio nuove infrastrutture, nuove vie di fuga eh beh, anche perché come dire noi aspettando l’eruzione che forse verrà tra 10.000 anni, teniamo le persone che devono continuare a vivere!” (fonte: napolitoday).
Serve un minimo di informazione sulla storia dei luoghi, è d’obbligo, caro Assessore Cosenza, basterebbe poco per sapere che i dati la smentiscono, nessuno può dire quando ci sarà un’eruzione. “Il vulcanismo dei Campi Flegrei più recente in15 mila anni; tra 15 mila e 9.5 mila anni fa: 34 eruzioni, una ogni 161 anni; tra 8.6 mila e 8.2 mila anni fa: 6 eruzioni, una ogni 66 anni; tra 4.8 mila e 3.8 mila anni fa: 20 eruzioni, una ogni 50 anni; negli ultimi 2000 anni: nel 1198 l’eruzione di fango della Solfatara; nel 1538 l’eruzione del Monte Nuovo; Senza dimenticare che: l’eruzione del Monte Nuovo è stata preceduta da un’intensa deformazione del suolo che ha riguardato prima l’area di Pozzuoli, poi si è localizzata nell’area della futura bocca eruttiva, raggiungendo 20 metri di sollevamento. Dopo l’eruzione, dal 1538 al 1540, la caldera interessata da fenomeni di subsidenza mentre dal 1540 al 1582, per più di 40 anni, è avvenuto un sollevamento del suolo prima di entrare in una nuova fase di subsidenza che reputiamo sia durata fino a metà del XX secolo”. (fonte: ansa).
Potrei incalzarla dicendole che probabilmente Bagnoli, dopo aver vissuto lo splendore delle terme in epoca Romana è stata forse sommersa fino alla nascita del Monte Nuovo!
C’è veramente da preoccuparsi per le risposte del Sindaco Manfredi e dell’Assessore Cosenza, sembra non abbiano capito di cosa si stia parlando; solo per puntualizzare, Bagnoli già esiste ed è all’esterno del recinto ex Italsider, chiuso ed intrappolato fra due linee ferroviarie, senza vie di fuga con circa 24.000 abitanti, a cui si aggiungono in caso di fuga anche parte di quelli di Pozzuoli da Via Napoli e da via S. Gennaro, raggiungendo circa i 35.000 abitanti, in uno scenario da sempre di blocco stradale totale nelle ore di punta, figuriamoci come quest’area può affrontare un’emergenza.
Dalle Vostre risposte e dai Vostri pensieri tutto ciò non traspare, nessuna proposta nessun disegno per gli affollatissimi quartieri di Bagnoli, di Cavalleggeri e di Fuorigrotta, per un totale di circa 100.000 abitanti, il Vostro pensiero di prevenzione si traduce in uno scellerato progetto ricadente nel recinto ex Italsider ancora in via di bonifica, totalmente disabitato, che anche in caso di eruzione non subirebbe alcun danno a cose e persone, men che mai in caso di scosse per quanto forti.
I progetti, denominati PRARU e PUA, formeranno un nuovo Quartiere (progetti che tra l’altro debbono ancora ripassare al Ministero per il definitivo parere VIA, avendo avuto sino ad oggi solo un parere “favorevole” per un progetto di massima senza volumi). Un nuovo Quartiere fra i Quartieri, inserito nei “Vuoti Urbani, luoghi che hanno terminato la loro fase fordista”. Il nuovo Quartiere con le sue tante abitazioni, alberghi, attrezzature commerciali, uffici, centri commerciali ed altro, si snoderà lungo via Nuova Bagnoli fino alla Porta del Parco; continuando fino a raggiungere via Leonardo Cattolica; rientrando verso la Collina di S. Teresa, per proseguire fino a Piazza Leopardi, lungo il fasciame di binari ferroviari non più utilizzati. Con nuove strade interne e fermate del nuovo metrò, con una viabilità direttamente connessa ad un tunnel per la tangenziale, anzi due! Antropizzando così ancor più un territorio già estremamente antropizzato e congestionato, aumentando ancora un Carico Urbanistico già al collasso.
Eppure il Ministro Musumeci è stato chiarissimo nel porsi semplici domande: “è stato normale costruire su un’area vulcanica così vasta e che si sa da sempre essere esposta a qualche rischio?” E ancora: “la situazione dei Campi Flegrei è un problema complesso, se si fosse intervenuto in passato forse avremmo evitato un processo di antropizzazione in quell’area estremamente vulnerabile. È chiaro che un piano di evacuazione deve mettere la popolazione nelle condizioni di poter raggiungere in un tempo X, il luogo Y. Per poterlo fare servono le arterie necessarie. L’unica certezza è che nessuna legge potrà mai fermare lo sciame sismico ed il bradisismo nei Campi Flegrei.” Ma ciò il Sindaco Manfredi e l’Assessore Cosenza non lo hanno sentito o non l’hanno capito?
La risposta del Sindaco di Napoli Manfredi: “Servono strumenti per mitigare i rischi. Vie di fuga, sì al tunnel di via Diocleziano”. Per Manfredi è adesso fondamentale aprire cantieri, costruire, ingessare la città già bloccata nella tenaglia del traffico. Manfredi sottolinea poi: “Abbiamo un piano di emergenza basato su vie di fuga previste 40 anni fa, in parte mai realizzate, aggiornato recentemente e che stiamo facendo adesso ulteriormente aggiornare per tener conto anche dell’impatto del traffico in eventuali situazioni di ipotetica evacuazione. Oltre all’analisi degli edifici abbiamo un grande piano per un intervento su Bagnoli che è una delle zone interessate: la legge prevedeva la costruzione di una bretella che era una via di fuga ma non è stata mai fatta, quella che attraverserebbe via Diocleziano con un tunnel arrivando alla Tangenziale. È un progetto degli anni ’80 che va ripreso e realizzato. In questo momento non ci sono rischi e va detto con chiarezza. All’interno di questo fenomeno, che c’è da duemila anni il grande rischio non è solamente quello dell’incolumità delle persone, che ovviamente esiste, ma c’è un rischio economico enorme se passa l’idea falsa che c’è un rischio concreto dal punto di vista dei danni alle cose e alle persone.” (fonte: napoli.corriere.it).
Parlate di costruire nuovi edifici sicuri ma avulsi dal contesto attuale, fuori dai piani di prevenzione degli insediamenti attuali; parlate di costruire un tunnel come via di fuga in un contesto attualmente esistente solo sulla carta, senza prevedere nulla, nessuna nuova strada, via di fuga per i contesti esistenti! Bagnoli, la nostra Bagnoli, resterebbe così, senza scampo, senza vie di fuga!
Nello specifico cerchiamo di capire che vantaggio avrebbero Bagnoli, Cavalleggeri o Fuorigrotta dai nuovi tunnel proposti.
Nel cerchio blu Il percorso del primo tunnel, in rosso il secondo, con la poligonale gialla i contorni del nuovo quartiere dato dal PRARU + PUA.
Il percorso del primo tunnel: un sottopasso che parte dalla Porta del Parco per arrivare sostanzialmente in viale Giochi del Mediterraneo, sottopassando via Nuova Agnano e parte di viale Giochi del Mediterraneo sottopassando via Beccadelli, affiorando poi su Viale Giochi del Mediterraneo con una rotonda che includerà l’innesto di via Girolamo Cerbone; rotonda con immissione in un ulteriore tunnel sul fianco della ex scuola di Equitazione, che dopo aver sottopassato via S. Gennaro e parte di via Beccadelli lato Agnano affiorerà più o meno all’altezza del sottostante ingresso delle Terme di Agnano riversandosi su via Beccadelli un po’ prima dell’incrocio con via Agnano agli Astroni, via Scarfoglio, incrocio da sempre molto trafficato ed ingorgato, per poi giungere su via Agnano agli Astroni alla bretella della Tangenziale Italia 90.
Secondo tunnel.
Il percorso del secondo tunnel: un sottopasso che parte da una delle nuove strade in progetto per il “nuovo Quartiere” ubicato approssimativamente davanti ai vecchi depositi ferroviari oggi dismessi, sottopasserà via Diocleziano per affiorare su viale Kennedy fra l’ex Cinodromo e l’Edenlandia.
In sintesi estrema, i nuovi tunnel sottopassano e by-passano letteralmente gli attuali quartieri. Beneficio per i vecchi e già edificati insediamenti di Bagnoli, Cavalleggeri e Fuorigrotta? NESSUNO!
Egregi Ministri Musumeci e Sangiuliano, penso che chi amministri una Città debba conoscere l’attualità e le criticità della stessa, conoscerne i bisogni, ed in particolar modo la Storia!
Con osservanza
Architetto Giuseppe Cristoforoni