I cambiamenti climatici influenzano le migrazioni degli uccelli e sarebbero molti gli studi che avvalorano questa tesi, ma mancherebbero ancora dati complessivi. A dirlo il delegato Lipu sezione di Venezia, Gianpaolo Pamio. “Non solo gli uccelli non riescono a tenere il passo, ma anche gli ornitologi”.
I cambiamenti climatici sono sempre avvenuti ed hanno sempre influenzato le migrazioni degli uccelli che vi si sono adattati. Ma ora i cambiamenti sarebbero troppo rapidi, creando disorientamento in tante specie.
Nel Veneziano sono giunte diverse segnalazioni alla Lipu.
Metà gennaio, Marcon: “uno stormo di 50 Gru Grus gru che si portava verso Nord – Est probabilmente proveniente dalla penisola Iberica o dalla Grecia, troppo presto, in Siberia e Finlandia ad ora le temperature sono rigide ed il terreno ghiacciato, probabile andranno incontro alla morte”.
Sempre a metà gennaio, Favaro Veneto: “un Falco cuculo femmina Falco vespertinus, qui si è trattenuto oltre una settimana in un’area ben precisa, predando soprattutto Storni Sturnus vulgaris, presenti in abbondanza. Questa specie avrebbe già dovuto raggiungere i quartieri di svernamento quali l’area Africana Subsahariana e Bacino del Fiume Congo: il rischio rimane che l’esemplare probabilmente proveniente dall’area Russo – Siberiana – Penisola Scandinava, risenta di un calo delle temperature o possibili tempeste di neve nel continuare nel percorso nella dorsale Appenninica”.
Quattro segnalazioni di esemplari di Regolo. “Regolus regolus, passeriforme insettivoro tra i più piccoli presenti nel continente Europeo, tutte le richieste vertevano a seguito collisioni su vetrate, significa che erano molti gli esemplari presenti nel territorio. Questo piccolo uccello doveva già essere nel Sud Italia, od in altri Paesi del Sud del Mediterraneo nei luoghi di svernamento”.