Questa Interrogazione parlamentare a risposta scritta fu depositata a maggio scorso dal Deputato Franco Mari dei Verdi e Sinistra Italiana.
Ad oggi non c’è stata alcun risposta all’interrogante.
Il Colonnello Carlo Calcagni del Ruolo d’Onore da anni tenacemente lotta contro disparate problematiche di salute, a causa del contatto con i metalli pesanti e le polveri sottili a cui lui e tutto il personale militare inviato, durante la missione internazionale di pace della NATO sotto l’egida delle Nazioni Unite, in Bosnia-Herzegovina negli anni ’90 sono stati esposti senza protezioni e senza avvertimenti dell’allora Governo e del Ministero della Difesa.
Al Ministro della Difesa – Per sapere – premesso che:
con sentenza del 4 ottobre 2018, la Corte di Cassazione ha riconosciuto la sussistenza di un nesso causale tra l’esposizione all’uranio impoverito e le gravissime patologie, anche tumorali, che numerosissimi militari italiani hanno contratto durante l’impiego nelle missioni internazionali in Bosnia, a causa dell’ambiente notoriamente contaminato dall’utilizzo di munizionamenti con uranio impoverito che ha generato un letale inquinamento “bellico” da metalli pesanti e materiali radioattivi;
la suprema Corte ha riconosciuto la responsabilità dell’Amministrazione della Difesa nell’aver ignorato i pericoli nell’esporre i nostri militari nei teatri operativi in cui vi era stato l’utilizzo di munizionamento all’uranio Impoverito;
il nesso causale, evidenziato tra il comportamento colposo dell’Amministrazione della Difesa e le patologie riscontrate nel personale militare coinvolto, impone una risposta pertinente, chiara ed esaustiva di rispetto, ancor più del dovuto risarcimento del danno, a quanti, nell’adempimento del dovere, abbiano subito la sventura di contrarre gravissime malattie, anche fatali, tanto che ormai si parla comunemente di “sindrome dei Balcani” per identificare tutta una serie di patologie degenerative ed irreversibili che vedono coinvolti militari italiani in quantità incredibilmente tragiche: i dati ufficiali riportano oltre 600 morti e più di 8.000 ammalati;
tra i tanti, a titolo di esempio, è nota la vicenda del Colonnello dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni, che nel 1996 ha preso parte alla missione di Pace in Bosnia Erzegovina, oggi sottoposto a importanti terapie quotidiane per sopravvivere;
in questi anni il Colonnello Calcagni ha avuto la forza ed il coraggio di testimoniare e lottare per la verità, sempre nascosta o negata dai vertici militari, sulla correlazione tra le patologie che hanno coinvolto i militari e l’utilizzo di munizionamenti con uranio impoverito;
sulla sua documentazione personale era stato addirittura posto il segreto di Stato, poi eliminato dopo una lunghissima battaglia durata 17 anni, grazie all’intervento del Tar Lazio, nel 2019; il Colonnello Calcagni è stato consulente per la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito ed è stato membro del Tavolo Tecnico sull’Uranio Impoverito, istituito presso l’Ispettorato della Sanità Militare nel 2019;
la relazione conclusiva dell’ultima Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito afferma che “le reiterate sentenze della magistratura ordinaria e amministrativa hanno costantemente affermato l’esistenza, sul piano giuridico, di un nesso di causalità tra l’accertata esposizione all’uranio impoverito e le patologie denunciate dai militari o, per essi, dai loro superstiti; sostenere le vittime del dovere ed i loro familiari appare un atto dovuto, non solo perché sono sempre di più le sentenze di condanna nei confronti dell’Amministrazione della Difesa, davanti alle giurisdizioni amministrative e civili e finanche innanzi alla Corte dei Conti, ma per il rispetto che si deve a chi ha adempiuto al proprio dovere e oggi ne paga il prezzo più alto per colpa della grave inadeguatezza del suo ingaggio;
ad avviso dell’interrogante occorre pianificare un adeguato risarcimento per tutti i militari che si sono ammalati a causa dell’esposizione all’uranio impoverito:
se il Ministro interrogato intenda promuovere azioni volte a costituire un apposito fondo da destinare al risarcimento di ogni militare italiano che abbia contratto patologie connesse alla esposizione all’uranio impoverito durante l’espletamento delle proprie mansioni;
quali provvedimenti intenda assumere affinché venga riconosciuto il giusto e dovuto ristoro a quanti abbiano subito la contaminazione da uranio Impoverito o da metalli pesanti, compreso l’adozione di soluzioni transattive per tutti gli operatori militari che abbiano intrapreso azioni legali nei confronti della Amministrazione della Difesa, al fine di vedersi riconosciuta una legittima pretesa risarcitoria, a seguito di patologie susseguenti la contaminazione da Uranio Impoverito o da metalli pesanti.
Presentatore
On. FRANCESCO MARI
Anna Di Vito. Free lance, conosciuta con lo pseudonimo di Ripley Free Giornalista, studi classici, comunicazione e cronaca di Inchiesta, scrittrice, addetta alla Comunicazione, esperta in giornalismo Investigativo. Autrice di opere di cronaca romanzata noir e thriller. Organizzatrice di eventi culturali. Attenta alle questioni sociali, alle minoranze, ai dimenticati delle istituzioni.