Natale a New York… meglio allungare il periodo e parlare di Natale e Capodanno a New York. Città stracolma di turisti, ristoranti di grida strapieni per settimane. Gli acquisti on line per i residenti fanno registrare picchi di vendita e fattorini che consegnano pacchi regalo ad ogni ora del giorno. Store flags delle grandi griffe pieni, ma non stracolmi. Vola invece l’industria dello spettacolo. I teatri di Broadway registrano il tutto esaurito da mesi. Per passeggiare nell’area dell’albero di Natale innalzato al Rockefeller Center sulla centralissima Fifth Avenue, bisogna avere un autocontrollo emotivo da pilota di formula 1. Migliaia di persone si accalcano, spingono per vedere l’Albero ed i negozi della Fifth Avenue. E’ la folla – direi oceanica – a muovere i turisti. I locali se ne stanno alla larga o preferiscono le aree tranquille dei sobborghi o la Florida. Questa è la New York dei turisti, inclusi migliaia di stranieri.
C’è poi la New York dei locali, di coloro che la vivono tutti i giorni che usano i mezzi pubblici, fanno gli acquisti on line o nei negozi di quartiere. Questa è un’altra New York. Spesso indolente. Non senza ragione. Traffico allucinante. Può capitare di impiegare anche due ore per andare da un estremo all’altro dell’isola di Manhattan. Non parliamo poi delle colonne chilometriche di auto in uscita da Manhattan. Scene da viaggio apocalittico. Microcriminalità alle stelle (ma tratterò questo tema in un prossimo intervento). New York nell’ultimo anno ha perso oltre centomila residenti. E si tratta di persone della classe media o benestanti. Direzione Florida o Texas. I super ricchi ci stanno sempre di meno. Appena possono viaggiano: Parigi, Berlino, i Caraibi, la Florida.
La leadership politica di New York è debole. Il sindaco Adams (ex poliziotto) è alle prese non solo con un consiglio comunale ultra-politicizzato a sinistra, ma anche con problemi legati alla sua ascesa politica (campagna elettorale in parte finanziata da donors turchi in odore di corruzione). E’ in corso un’inchiesta dell’FBI. Ad oggi nessuno è stato incriminato. Tutto ruota intorno alla crisi dei migranti. In centinaia di migliaia continuano ad arrivare a New York: dal Venezuela, Centro America, persino dall’Africa via Centro America. Sono ospitati in alberghi e strutture da campo messe in atto velocemente. Sono tanti e non si va dove collocarli una volta sbrigate tutte le pratiche di residenza. Tanti i richiedenti asilo politico, garantito dal diritto internazionale, tanti altri migranti economici (illegali). Qui si apre uno scontro politico che durerà tutto il 2024, anno delle elezioni presidenziali. Chiudere all’emigrazione illegale o ammettere solo chi ha diritto d’asilo? Lo stesso Presidente Biden ha operato una stretta sull’emigrazione per assicurarsi il consenso dei voti al Congresso per gli aiuti militari all’Ucraina.
Last but not least, le proteste, i cortei pro-Israele o pro-Palestina dopo l’eccidio del 7 Ottobre e la risposta militare israeliana a Gaza. New York (Manhattan) per anni è stata una città equamente divisa tra ebrei ed italiani. Gli Italiani sono quasi tutti andati via. Vivono nei sobborghi dove godono di abitazioni più grandi e spazi verdi. Sono rimasti gli ebrei americani. Ma sono arrivati negli ultimi 40 anni tanti nuovi immigrati: ispanici, africani, tanti tanti mediorientali soprattutto dopo la Primavera Araba, tanti russi, ucraini. I fuoriusciti dal crollo dell’Unione Sovietica. Sono tutti politicamente attivi con radici culturali e politiche spesso nel mondo di provenienza. A volte un’avversione all’American Life Style. In molti sostengono la causa palestinese. Frequenti i confronti anche violenti con la controparte israeliana. I crimini di antisemitismo sono in crescita esponenziale. Il tessuto sociale sembra sfibrarsi. Quanto meno messo a dura prova. Intanto tutti, credenti e non, attendono il Natale e la nascita di una leadership politica cittadina e nazionale che sappia condurre la Città di New York e la Nazione attraverso questi turbolenti anni.
A tutti Buon Natale da una New York che vuole rinascere anch’essa.