Il Metropolitan Museum, noto anche con il nome di MET, è una grande istituzione culturale non solo di New York, ma globale. Non a caso il Presidente Biden, durante i lavori della Assemblea Generale dell’ONU di quest’anno, ha organizzato un galà riservato ai diplomatici per rafforzare la diplomazia culturale tra le Nazioni.
Lungo questo leitmotiv il neopresidente del MET, Max Hollein, 54 anni nato a Vienna, con lunghi trascorsi nella direzione e gestione di musei in Europa e negli USA, in collaborazione con il Foreign Press Center, ha organizzato un incontro colazione con i corrispondenti esteri accreditati. Un Museo poliedrico che spazia dalla moda alla musica, dall’arte antica a quella contemporanea all’archeologia. Un Museo enciclopedia. I numeri e il prestigio sono lì a confermarlo. Presenze all’80% del periodo pre-Covid, visitatori internazionali ancora inferiori al periodo pre-Covid, ma in crescita. Solido assetto finanziario: un capitale sociale da 4.7 miliardi di dollari e un budget con donazioni e filantropia da 300 milioni di dollari l’anno. Programmi multipli: dall’educazione all’arte per bambini e adolescenti. Focus anche sull’accessibilità per i disabili, permettendo una fruizione più estesa a quanti soffrono di disabilità. Senza tralasciare la missione del Museo nel XXI secolo: un luogo ove si incontrano diverse culture e le si mette in dialogo. Uno spazio comunitario, un posto di confort per i visitatori. Ed il Museo con le sue esibizioni e mostre deve rappresentare l’interconnettività delle culture. Il Museo è anche l’avamposto dei dialoghi culturali, attraverso scambi di opere d’arte, prestiti e fellowships elargite a studenti stranieri. Un Museo che si modernizza ed apre ai linguaggi giovanili, non a caso l’età media dei visitatori è diminuita e le giovani generazioni lo seguono con attenzione. Un museo in ottima salute finanziaria che però non ha portato il costo del biglietto di accesso a $30 a persona, come fa notare un collega presente all’incontro. Immediata la replica del direttore Hollein, che si è detto disponibile a considerare l’abbassamento del costo del biglietto.
In conclusione il MET del XXI secolo si presenta come un museo che non intende preservare la storia ma presentare la storia nel presente.