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Bradisismo e scuole

by Piera De Prosperis
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La vulnerabilità sismica dei Campi Flegrei evidenzia drammaticamente la vulnerabilità del nostro sistema di edilizia scolastica. Ogni qual volta ci troviamo di fronte ad un evento naturale, ovviamente pericoloso per l’uomo che non ha mai saputo gestire il suo rapporto con l’habitat che lo circonda, scoppia il caso scuola. Edifici che risentono dell’episodio sismico, scuole non a norma, strutture non adeguate. Facciamo un confronto con un’area che di terremoti se ne intende e che non chiude mai le scuole anche nel bel mezzo di un evento tellurico.

Oltre ad una cultura della prevenzione sismica che passa attraverso l’educazione al rischio, il Giappone ha creato un sistema di regolamentazioni per le infrastrutture. Investimenti fino al 7% del budget fanno sì che i giapponesi affrontino con grande efficienza e basso numero di vittime queste problematiche. Le strutture antisismiche sono progettate per essere flessibili ed assecondare il movimento della terra. Strutture portanti costruite con cemento armato o acciaio per garantire flessibilità. Cuscinetti antisismici tra i piani degli edifici che svolgono il ruolo di ammortizzatori. Fondazioni ottimizzate con piattaforme semoventi di cemento armato, posate su un sistema di molle.

Certo fin qui il discorso è accademico. Sappiamo bene di non poter reggere il confronto con un paese in cui le innovazioni ingegneristiche non vengono solo studiate ma realmente applicate.

A Pozzuoli, ma come del resto in ogni regione d’Italia, ogni evento è una novità. In ogni occasione diventa necessario chiudere le scuole, non sapendo peraltro quando riapriranno. Il nostro patrimonio edilizio è vecchio e adeguarlo costerebbe troppo, l’aspetto economico è un fattore limitante enorme. Meglio chiudere per sicurezza anche a costo della perdita di giorni di scuola. Che fare? Sicuramente in queste condizioni affidarsi al destino e poi cominciare a progettare, a riflettere su come e dove costruire e soprattutto insegnare ai ragazzi come comportarsi in tali circostanze, attivando un piano di evacuazione serio ed efficace. Ricordo le simulazioni del piano di evacuazione che si facevano a scuola. Servivano a poco, solo forse a perdere qualche ora di lezione, tuttavia inculcavano nei ragazzi la consapevolezza che per salvarsi bisogna compiere dei gesti e dei percorsi comuni senza farsi prendere dal panico. Più di questo non si apprendeva nulla. E’ dal 1958 che i bambini giapponesi, fin dalle scuole elementari, frequentano corsi obbligatori che insegnano ad affrontare le emergenze, tra cui il rischio sismico. Le esercitazioni di emergenza sono molto frequenti, compresa una giornata annuale in cui vengono organizzati numerosi eventi di educazione sia teorica che pratica per la prevenzione del rischio sismico.

Secondo quanto dichiarato dal sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni e dall’assessore alla Pubblica Istruzione Vittorio Festa, i controlli sulla vulnerabilità sismica delle scuole pubbliche di Pozzuoli hanno prodotto risultati rassicuranti. Nessuna certezza, solo rassicurazioni. Ma tant’è.

Secondo quanto riferisce il geografo Strabone, nella pianura flegrea ci sarebbero tracce della Gigantomachia, la lotta tra gli dei e i titani che sfidarono l’Olimpo. I crateri sarebbero i segni dei colpi sferrati dalle divinità, dai fulmini del padre degli dei, dal tridente di Poseidone o dai corpi degli stessi Titani gettati sulla terra. Zeus avrebbe schiacciato il gigante Tifone con la Sicilia ma il suo corpo si estenderebbe fino a Cuma, determinando con i suoi movimenti i fenomeni vulcanici da sud a nord, dall’Etna alle decine di vulcani nei Campi Flegrei. Potente e poetico il mito. Deficitaria e deludente la realtà.