L’Amerigo Vespucci, considerata una delle navi più belle del mondo, è tornata a Napoli dopo due anni. Il veliero, varato nel 1931 dai cantieri di Castellammare di Stabia, oggi nave scuola per l’addestramento degli ufficiali della Marina militare italiana, ha ospitato ieri l’incontro “Blue Jobs, dall’archeologia subacquea alla tutela ambientale”, organizzato da Comune di Napoli, Marevivo, Marina Militare e Propeller, nell’ambito della Naples Shipping Week.
Tanti gli operatori, esperti ed imprenditori del settore presenti.
Nel suo saluto introduttivo la Delegata al Mare, Daniela Villani, appassionata e propositiva come sempre, ha ricordato le sue tre priorità: tutelare il bene; creare opportunità; sviluppare lavoro. Nuove professioni che vengono dalla risorsa blu, quindi nuova occupazione grazie al mare.
Il presidente dell’Autorità portuale, Pietro Spirito, ha ricordato l’impegno della sua amministrazione nella tutela della risorsa ed ha, pragmaticamente e concretamente, richiamato operatori e cittadini ad un costante contributo in tal senso.
Al centro del dibattito, le nuove figure professionali richieste dalle aziende che si occupano di crescita blu, di tutela, di protezione e valorizzazione del mare con l’obiettivo di promuovere una crescita economica sostenibile. Il mare come fonte di opportunità per la scoperta di mestieri, antichi ed innovativi, di nuove figure professionali atte a considerare l’ambiente non come limite, ma come opportunità di lavoro mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Prendersi cura del mare “continuamente sotto attacco dalla terra e dai fiumi” è stato “il grido” della presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, che sta sostenendo una campagna di educazione all’ambiente nelle università, negli enti di ricerca e nelle scuole.
Particolarmente interessante l’intervento del prof. Enrico Maiorino dell’Istituto Fermi-Gadda di Napoli, che con alcuni studenti dello stesso istituto ha preso parte a operazioni con l’utilizzo di droni sottomarini nel Golfo di Napoli a scopo formativo. Per l’esercitazione, effettuata con la Capitaneria e operatori del porto, sono stati utilizzati, appunto, droni subacquei per documentare la posa di panne antinquinamento e l’attivazione di barriere idrauliche.
Con la sua testimonianza, Maiorino ha mostrato come si possa passare dalla teoria/didattica alla pratica per formare nuove figure professionali, gli operatori dronici subacquei, molto richiesti sia per la salvaguardia del mare dall’inquinamento che a fini geologici e archeologici.
Il presidente di ALIS, Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, Guido Grimaldi, ha poi parlato di sostenibilità del trasporto via mare, necessaria per ridurre le emissioni di Co2, di navi che effettuano manovre in porto ad emissione zero, di sviluppo del trasporto intermodale ferroviario e marittimo con collegamenti efficienti tra il Sud e il Nord della Penisola.
Svariati sono stati gli interventi dei partecipanti al dibattito che si è concluso con un bellissimo concerto di mandolini. Non resta quindi che augurare a tutti… “vento in poppa”!
di Roberta Barone