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Bilanci a Pompei: Comune e Parco Archeologico

Positivi entrambi

by Federico L.I. FEDERICO
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“S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo”. Con questi versi manzoniani ci piace cominciare questo articolo che vuole tracciare il bilancio delle attività e le iniziative messe in campo nel 2024 a Pompei dal Comune e, soprattutto, del Parco Archeologico di Pompei.

Il Sindaco Lo Sapio, esperto bucaniere della Politica pompeiana, formatosi nella Prima Repubblica, è riuscito a mettere il bavaglio a una nascente crisi politica attivata dal gruppo consiliare di Italia Viva. Lo Sapio infatti ha soffocato la crisi nella culla, facendosi approvare il Bilancio durante un consiglio comunale condito da “botti” e “tracchi” dei dissidenti, però senza una forte carica, del tipo della mitica “Bomba Maradona”. Soltanto “un botto maradoniano” insomma, avrebbe potuto smuovere dallo scranno Lo Sapio. E così il Bilancio Comunale è passato a maggioranza, nella serata del 30 dicembre, mentre nelle aree pedonali – frettolosamente aperte al pubblico intorno al Santuario – si riversava gente da tutto il comprensorio vesuviano, e non solo, vista e considerata la discreta presenza straniera, abituata ai rigori invernali. La gente è accorsa per ammirare i giochi di luce sulla facciata del Comune, sulla facciata del Santuario e sui marmi dell’imponente Campanile, senza esclusione per gli altri pochi edifici monumentali come la centrale Casa del Pellegrino e il Sacro Cuore, di fronte alla cosiddetta Porta Anfiteatro. Alla fine, possiamo dire che quella del 2024 è stata una annata positiva per il Comune di Pompei che, oltretutto, concorre alle fasi finali della “Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2027”, con il sostegno di ben centodue Sindaci del Meridione d’Italia, nonostante l’ormai famoso inciampo del Ministro Sangiuliano. E qui per “carità di Patria pompeiana” chiudiamo il discorso, affidandolo alla comprensione dei lettori.  

Senza altri problemi o strascichi, invece, si è chiusa per il Parco Archeologico di Pompei la vicenda pompeiana della Madonna americana. E ciò, nonostante lo zampino maligno di qualcuno, che da Roma ha soffiato sul fuoco, sperando che bruciasse l’attuale Direttore di Pompei come candidato alla riconferma, ormai alle viste, nei primi mesi del 2025. E, more solito, chi scrive ha espresso il proprio pensiero, che è anche un personale auspicio. Ora, dunque, non può non soffermarsi sull’ottima annata vissuta dal Parco Archeologico di Pompei sotto la Direzione di Gabriel Zuchtriegel. Questo giornale è stato tra i primi a cogliere la visione ad area vasta, di livello comprensoriale, e non solo, del giovane Direttore, che ha ampliato i confini amministrativi del Parco di Pompei, trasformandoli in confini ideali e culturali, per poi dilatarli dal Vesuvio a Stabia e dai Lattari, fin verso l’area sarnese e salernitana, a Scafati a Lòngola e, quindi, a Terzigno, Boscoreale e Torre Annunziata.

Lo stesso Zuchtriegel, dopo la felice esperienza dello “scavo” della Civita Giuliana, innescato dal Procuratore Fragliasso del Tribunale torrese, oggi va proponendo una nuova attenzione verso gli “scavi” al di fuori dell’area demaniale pompeiana, troppo ridotta e risicata rispetto all’Ager Pompeianus originario.

Chi scrive sente quindi il dovere di segnalare alla attenzione di Zuchtriegel gli scavi pompeiani – frutti inesitati di pregressa “archeologia urbana” – presenti nel territorio della Città moderna, a S. Abbondio o “nelle” Case Operaie longhiane, o nel “Fondo Iozzino” e in quello “Pacifico”.

Ma qui va però fatta una digressione per ribadire che, come ormai è chiaro, la Pompei fuori dal Parco nasconde ancora tesori di finora inimmaginata importanza, quale appare – sempre più chiaramente – l’insediamento “pumpaiano”, cioè pre-romano, emerso sotto la falda freatica a monte della Stazione EAV di Pompei Città/Santuario. L’evento però autorizza a sollecitare ancora una volta una revisione della perimetrazione cervellotica dell’area del Parco archeologico di Pompei, malnata ai tempi della intesa Osanna-Franceschini.

Fa piacere poi ricordare al lettore, come esempio positivo, che di recente il Parco archeologico ha riaperto, anche al pubblico, una accogliente e ricca Biblioteca dedicandola a Giuseppe Fiorelli .

Tornando però alla conduzione innovativa di Zuctriegel dobbiamo segnalare tra le sue apprezzabili iniziative l’e-Journal, che è – ad avviso di chi scrive – una rivoluzionaria attività di divulgazione, quasi in tempo reale, dei risultati degli scavi in corso, sui quali prima si stendevano veli nebbiosi pluridecennali, il più delle volte. Lo stesso principio divulgativo vale per i Cantieri in Corso, visitabili periodicamente. E va ricordato che, dopo il fallimento del “Piano della Conoscenza” e della sua concreta utilizzazione, Zuchtriegel ha lanciato un “Progetto di manutenzione programmata”, che aveva il limite della modesta estensione areale, riproponendolo come Progetto sistematico di Monitoraggio e Gestione della manutenzione. Egli lo ha chiamato “Operazione Verità”, perché prevede una costante raccolta di dati dell’avanzamento del degrado da contrastare, secondo la urgenza definita da una Web App interattiva. Si valuteranno insomma in progress danni, rimedi e costi degli interventi.

L’ultimo tentativo simile di procedere a una programmazione dell’attività manutentiva a scala urbana del tessuto edilizio – non monumentale – di Pompei fu fatta con il Progetto dei Fondi Fio, condotto dal Prof. Fausto Zevi, oggi Accademico dei Lincei, redatto dagli allora suoi diretti collaboratori: Stefano De Caro e chi scrive. Il Progetto fu finanziato con oltre cento miliardi di lire degli anni Ottanta del Novecento. Ma il finanziamento cospicuo attrasse le attenzioni della Politica romana, che inviò i propri pretoriani e gli assaltatori, i quali trasformarono lo scavo pompeiano in una provincia della Roma del basso Impero. E tutto cambiò.

Ma stavolta abbiamo fiducia. Arriva l’anno nuovo: auguri Gabriel Zuchtriegel.