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Bartolo Longo sarà presto Santo

Il fondatore del Santuario di Pompei

by Federico L.I. FEDERICO
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La grande diffusione della devozione mariana, alimentata dal Santuario di Pompei, ha consentito all’arcivescovo Prelato e Delegato pontificio del Santuario, Tommaso Caputo – di concerto con il vescovo di Acerra Mons. Antonio Di Donna, presidente dei presuli campani – di chiedere al Papa Francesco la canonizzazione del Beato Bartolo Longo.

Nell’accogliere oggi la richiesta, tra le altre pervenutegli, Papa Francesco – sebbene infermo seriamente – “ha deciso di convocare un Concistoro che riguarderà le prossime canonizzazioni”, secondo il Vaticano.

Presto, quindi, avremo un altro laico tra i Santi della Chiesa Cattolica: l’avvocato Bartolo Longo, il pugliese venuto a Napoli per conseguire la laurea in Legge, ma poi trasferitosi stabilmente a Pompei, ove fondò il Santuario mariano, costruendo intorno ad esso una serie incredibile di Opere Pubbliche e Opere Pie che, insieme al Santuario mariano, attirano a Pompei da oltre un secolo devoti e pellegrini da ogni parte del mondo.

A Pompei, infatti, Bartolo Longo visse la propria vita di profeta e manager a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Più precisamente, a Valle di Pompei, allora frazione del Comune di Scafati, in un palazzo nobiliare lungo la Via Regia delle Calabrie, proprio nel luogo in cui poi sorse il Santuario Mariano e si sviluppò il centro Urbano della Nuova Pompei. Ma sappia, il lettore, che la frazione Valle di Pompei era in quel tempo già famosa per i vicini Scavi pompeiani, che ricadevano nel territorio comunale di Torre Annunziata. Da un tale complicato puzzle territoriale e amministrativo nacque la Città nuova di Pompei, per decreto, nel 1928, durante il fascismo.

Bartolo Longo, da grande illuminato quale era, aveva però con lungimiranza anche messo mano a dare risposta alla esigenza di identità storico-territoriale per il sito di Valle di Pompei e i suoi abitanti.

 

 

Aveva infatti a questo scopo coinvolto lo storico Ludovico Pepe, suo conterraneo e amico, oggi ritenuto il più grande storico moderno pugliese, ma anche tra i più autorevoli storici italiani dell’Ottocento. Pugliese di Ostuni, Ludovico Pepe è giustamente ricordato a Pompei con un busto bronzeo nei giardini pubblici della Piazza Bartolo Longo, accanto al sagrato del Santuario. A Ludovico Pepe Bartolo Longo affidò l’incarico di una ricerca storica sulle vicende dei luoghi della Valle di Pompei, a partire dalla eruzione dell’anno 79 dell’era cristiana e fino alla fine dell’Ottocento.

La ricerca del Pepe – oggi irripetibile perché gran parte delle fonti storiche da lui utilizzate è andata distrutta durante la Seconda guerra mondiale – consentì la pubblicazione del volume dal titolo “Memorie storiche dell’antica Valle di Pompei per Ludovico Pepe”. Il volume, pubblicato nel 1887 a Valle di Pompei dalla “Scuola Tipografica Editrice Bartolo Longo”, si conclude con un interrogativo profetico: “(…) Sarà un giorno questo luogo dichiarato Comune col nome di Valle di Pompei?” Per poi chiudersi con queste parole: “(…) questo luogo ha una storia che questo libro ha per la prima volta rivelato”.

La Profezia si avverò nel 1928, con la istituzione del Comune di Pompei, poco dopo la morte di Bartolo Longo, avvenuta nel 1926. Si avvicinano quindi, anzi ormai incombono, ricorrenze centenarie straordinarie per la nuova Pompei che, intanto, per l’anno 2027 si è candidata come Capitale italiana della Cultura, coltivando rilevanti probabilità di successo.