Alla Direzione Generale Valutazioni Ambientali del Min. Ambiente.
Oggetto: Osservazioni critiche ZSC IT8030041 Gaiola-Nisida connessa al Progetto “Adeguamento dell’Arena S. Antonio e dei relativi scarichi in mare” (PRARU SIN-Bagnoli- Coroglio).
L’area in esame si configura nella Zona Speciale di Conservazione IT8030041 denominata “Fondali marini di Gaiola e Nisida” della Rete Natura 2000, zona speciale di conservazione, sito di interesse comunitario, soggetto a protezione speciale per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali, indicati come prioritari dalla UE. Area geografica appositamente delimitata e designata per preservare la biodiversità e in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento e al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali, delle popolazioni, delle specie per cui il sito è designato.
I diversi piani di gestione dell’area, tra cui il piano di campionamento della fauna ittica da Posillipo a Nisida, devono contenere oltre il quadro conoscitivo di natura ambientale e socioeconomica, un quadro di azioni che si concretizzano in divieti e prescrizioni, misure di incentivazione, interventi attivi di salvaguardia e azioni di monitoraggio, l’adozione di misure di conservazione è sempre obbligatoria, e si riferisce alle attività ammesse e a quelle vietate.
La ZSC de quo contiene l’habitat prioritario Posidonia oceanica 1120 e gli habitat 1170 (Scogliere) e 8330 (Grotte marine sommerse o semisommerse).
Come noto, trattasi dell’area di maggiore pregio naturalistico, archeologico, paesaggistico e turistico-culturale dell’intera fascia costiera della Città di Napoli, che per questo ha visto nel 2002 l’istituzione dell’A.M.P. Parco Sommerso di Gaiola con D.I. 07/08/2002, seguita dalla designazione quale Zona Speciale di Conservazione della Rete Natura 2000 con D.M. 27/11/2019 (individuato quale Sito di Importanza Comunitaria nel 2011).
Tra l’Isola di Nisida ed il Parco della Gaiola conserviamo gli oramai unici, della costa cittadina, ma importantissimi, banchi di Coralligeno che, assieme alla Posidonia oceanica, rappresentano un habitat fondamentale per la biodiversità del Mediterraneo, focal point per la Marine Strategy (Direttiva 2008/56/CE), inserito nel Protocollo SPA/BD (Specially Protected Areas and Biological Diversity in the Mediterranean) della Convenzione di Barcellona per la protezione del Mar Mediterraneo e nell’Allegato I della Direttiva Habitat (92/43/CEE).
Eppure, questa area di straordinario pregio ambientale, paesaggistico, e di biodiversità, nonostante i tanti piani, i programmi e progetti, non è tutelata dagli obblighi di protezione e ripristino che dovrebbero essere messi in campo.
L’area soffre da diversi anni dello scarico di bypass dell’Impianto di pretrattamento acque reflue di Coroglio, costruito sottodimensionato rispetto al carico di acque reflue in esso convogliate dal collettore ASA (Arena S. Antonio), e per questo errore, mai sanato, esonda direttamente in mare all’interno della ZSC, ad ogni pioggia abbondante. (il collettore ASA è il principale collettore fognario di un sistema di drenaggio misto dell’intensa urbanizzazione dei quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura, con una popolazione di circa 210.000 abitanti, oltre ai reflui in caso di pioggia porta in mare acque meteoriche di dilavamento urbane e prima pioggia, contenenti sostanze tossiche altamente inquinanti)
Inutilmente abbiamo atteso, increduli, al mancato adeguamento di questo scarico di troppo pieno che offende e degrada un luogo di inestimabile valore naturalistico e culturale.
A peggiorare, invece, la situazione, interviene il Progetto Infrastrutture e Servizi relativa ai Sistemi di sollevamento e trattamento delle acque reflue e di falda, contenuto nel Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana del SIN Bagnoli-Coroglio, che prevede la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario.
La relazione tecnica descrive le opere a farsi: al fine di alleggerire l’emissario di Cuma
mediante la chiusura di due scarichi diretti nell’emissario, prevede che tutte le acque reflue del bacino siano convogliate al Collettore ASA e siano inviate nell’attuale impianto di pretrattamento di Coroglio. – Questo necessiterà del raddoppio della portata di piena del collettore ASA, che da circa 100 m3/s attuali passerà a 206 m3/s, recapitati all’impianto di Coroglio, la cui capacità di trattamento reflui è di appena 3,6 m3/s.
Sarà a quel punto, necessario aprire un ulteriore scarico di Bypass sulla spiaggia di Coroglio, in piena ZSC, per far fronte all’aumento di portata così come progettato.
Per questo si prevede la realizzazione di una terza condotta sottomarina per aumentare la portata dei reflui sfocianti a – 50 m di profondità, esattamente nei pressi dei 3 principali banchi rocciosi ospitanti la biocenosi del coralligeno partenopeo, superstite
Queste condotte fungeranno da primo scarico di troppopieno scaricando sui fondali, i primi 5,36 m3/sec di reflui al superamento della soglia dei 3,6 m3/sec, di cui solo 1,3 m3/s verrà sottoposto a processo di sollevamento e dissabbiatura contro i 2,1 m3/s attuali, con un aumento degli scarichi sui fondali e peggioramento della qualità degli stessi
Per i dichiarati 15 mesi di cantiere sarà in funzione solo un impiantino provvisorio, capace di trattare appena 1,5m3/s sui 206 di portata di pieni previsti. Il resto andrà direttamente in mare attraverso il nuovo scolmatore di Coroglio. Direttamente in ZSC per oltre un anno e più.
Va aggiunto, in fine ma non per ultimo, che gli scarichi previsti pongono questioni sanitarie gravi rispetto alla balneazione e alla nota, storica, attività locale di mitilicoltura.
Alla luce del progetto PRARU e del PUE che investe l’ex area Italsider, riteniamo a ragione, che la necessità dell’impianto in questione sia strettamente legata allo smaltimento del fabbisogno fognario delle future nuove costruzioni a realizzarsi in zona Bagnoli – Cavalleggeri e Fuorigrotta, come dettato dalle relative progettazioni del Programma di Rigenerazione Urbana in cui è previsto siano realizzate, nuove volumetrie destinate alle residenze e alla produzione di beni e servizi dell’area SIN/PRARU, pari a 1.613.000 metri cubi, ed anche di quelle previste nel vecchio e già approvato PUE Bagnoli pari a 2.120.000 metri cubi, per un totale di 3.750.000 metri cubi, dico, tremilionisettecentocinquantamila metri cubi!
Queste nuove volumetrie destinate maggiormente a civili abitazioni, oltre a rappresentare uno spropositato consumo di suolo con perdita di servizi ecosistemi essenziali, ricadono in zona da sempre vulcanica, già dal 2011 dichiarata ZONA ROSSA per rischio VULCANICO, in una situazione ben nota, di un già elevatissimo carico urbanistico, ad alta vulnerabilità. Oggi, dopo la fase di intensa attività bradisismica registrata in area Flegrea a inizio ottobre, il Governo ha attenzionato la situazione emanando un Decreto specifico- Il DECRETO-LEGGE 12 ottobre2023, n.140 – Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. (23G00156) (GU Serie Generale n.239 del 12-10-2023) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/10/12/23G00156/sg
Andrebbe evitata una nuova colata di cemento, per il Principio di Precauzione, non si dovrebbe incidere sul già elevatissimo Carico Urbanistico esistente, visto l’elevatissimo valore esposto.
(Il Principio di Precauzione: è la definizione formale di rischio naturale, ed è quella espressa dal prodotto di: Pericolosità per Valore esposto, per Vulnerabilità. – Ciò implica che, se anche la pericolosità fosse estremamente bassa in presenza di un elevatissimo Valore esposto e/o livello di Vulnerabilità, come nel nostro caso, lo stesso rischio assume un valore Molto Elevato).
Riteniamo la VIA e la VINCA di INVITALIA assolutamente parziali, insufficienti e mal poste, non rinvenendo alcuna ipotesi di progetto impiantistico alternativo per la valutazione di confronto.
L’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola ha dato parere negativo alle opere, in Conferenza di Servizi sul PRARU, agosto 2021 (Prot. 56 del 16/08/21), anche in qualità di soggetto gestore della ZSC IT8030041, ma pare che questo non abbia avuto nessun peso sulla valutazione del soggetto attuatore, INVITALIA, nella decisione di portare avanti tale nefasto progetto.
Per i motivi sopra enunciati si chiede di respingere integralmente il progetto relativo al riassetto della rete fognaria dell’area al fine trovare soluzioni alternative con non compromettano gli obblighi assunti di protezione, ripristino e tutela della ZSC IT8030041 “Fondali marini di Gaiola e Nisida” della Rete Natura 2000.
Hanno aderito: Arch. Paola Nugnes, Arch. Giuseppe Cristoforoni, Arch. Graziella Carotenuto, Arch. Antonio Bonajuto, Arch. Luigi De Falco, Arch. Luigi Vaccaro, Arch. Valeria d’Alessandro, Arch. Fabrizio Polastro.