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Assemblea Assarmatori. Il Governo sostiene il Piano mare

by Francesco Vorro
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Dopo aver chiesto lo scorso 19 novembre “stanziamenti degni di un vero e proprio Piano Marshall per la flotta e ampliamento del regime del Registro Internazionale”, il Presidente di Assarmatori Stefano Messina ha aperto l’altro giorno i lavori dell’Assemblea annuale dell’associazione con un nuovo appello al Governo. “Sul PNRR fare presto e bene”. Entro fine anno dovrà essere infatti inviata alla UE la stesura definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Consapevole della complessità della prova che sta affrontando il Governo e in particolare la Ministra Paola De Micheli – ha detto Messina – occorre fare presto perché non possiamo rischiare un ritardo che metta a rischio programmi fondamentali per la ripresa del Paese. Occorre anche fare bene perché l’assalto alla diligenza che da più parti si sta paventando non deve in alcun modo depotenziare o peggio derubricare misure decisive per un trasporto marittimo sempre più sostenibile come i programmi per il rinnovo delle flotte dei traghetti del corto e lungo raggio, lo sviluppo del cold ironing nei porti e quelli, che coinvolgono anche lo shipping, nei progetti di nuova mobilità ad idrogeno”.

Nelle bozze circolate del PNRR, oltre al riconoscimento del trasporto marittimo come infrastruttura strategica del Paese al pari della rete ferroviaria e stradale (e ci mancherebbe altro), sono previsti investimenti considerevoli. 2 miliardi di euro per il rinnovo delle flotte dei traghetti, di corto e lungo raggio, in ottica green. Oltre un miliardo per l’elettrificazione delle banchine dei porti. 3 miliardi per la mobilità ad idrogeno.

Un’occasione unica a giudizio di Messina, “perché lo shipping è uno dei comparti che ha maggiore impatto sull’economia del Paese… al quarto posto per capacità di attivazione economica nella classifica dei 63 settori nei quali è articolata l’economia nazionale. Il che significa che un euro speso nello shipping attiva una produzione di altri 2,96 euro, mentre ogni addetto occupato nel comparto del trasporto marittimo attiva altri 3,64 posti di lavoro nei settori contigui”.

Quello dell’occupazione è un tema centrale. In particolare, l’aspetto degli sgravi contributivi, concessi per i marittimi europei sulle navi italiane ma non per gli italiani su quelle europee. “Entro febbraio – ha proseguito Messina – l’Italia dovrà recepire l’indicazione della Commissione Europea che ha chiesto di estendere ai marittimi imbarcati su navi delle altre bandiere europee gli sgravi contributivi sul costo del lavoro concessi dalla legge istitutiva del Registro Internazionale. Ebbene, anche questa è una grande occasione da cogliere… la grande possibilità di crescita dell’occupazione marittima nazionale deriva dall’impiego di personale incentivato dall’allargamento dei benefici alle navi europee”.

E la Ministra Paola De Micheli ha confermato la volontà del Governo di sostenere una grande campagna di investimenti: traghetti, elettrificazione delle banchine, tecnologia trasporti a idrogeno. Così come l’ipotesi di ampliamento dei vantaggi offerti dal Registro Internazionale. Quindi, si all’auspicato Piano Marshall per il mare, così come all’ipotesi di sfruttare le opportunità del Recovery Fund per lanciare un progetto di costruzione di navi in serie ad alta tecnologia per ridare slancio alla flotta operante in Italia.

Fabrizio Palenzona, Presidente Onorario di Conftrasporto e Vicepresidente di Confcommercio, e Nunzio Tartaglia, Responsabile Imprese di Cassa Depositi e Prestiti, hanno ritenuto necessario ripensare il settore dello shipping in ottica Recovery Fund e guardando a tutta la blue economy. Anche sfruttando le potenzialità logistiche connesse al posizionamento geografico dell’Italia, concentrando gli investimenti portuali sui due hub tirrenico e alto adriatico. Al riguardo, i due Presidenti, Giovanni Toti della Liguria e Massimiliano Fedriga del Friuli-Venezia Giulia, hanno rimarcato il ruolo dei loro porti.